Immagino che se solo si potesse gli offrirebbero un passaggio di tango a Balliamo sotto le stelle o un qualche format di cucina per mostrare come sa fare le uova fritte alla Francesco: “Divine, santo padre”. E forse non sarebbe male spezzare con qualcosa di salato il miele denso e ipocrita con cui i media civettano col nuovo pontefice che non mette la croce d’oro, che dice buonasera ai fedeli, che paga (ma sempre con i soldi dei fedeli) il soggiorno romano per il conclave, che passeggia a piedi e che ieri non ha usato la macchina targata CVS 1, ma una berlinona tedesca, una “macchina del popolo”, con semplice targa CV, come dice in una sorta di coma diabetico la Repubblica. Un’innamoramento alberoniano che solo per un ultimo diaframma di decenza non sfocia nella fatidica frase: il papa della porta accanto.
La palinodia intorno al potente di turno, specie se è quello innalzato al soglio di Pietro, non è certo una novità, ma in questo caso è assolutamente significativa della forma mentis nostrana e di certi automatismi mentali che valgono in questo caso come nella battaglia politica: l’insopportabilità dell’oligarchia italica che ha sempre amato il segno del potere ci fa scambiare una certa informalità tutta sudamericana ed extraeuropea per segni di mentalità più aperta, di anticonformismo e di addirittura di spirito democratico. In realtà il nuovo papa potrebbe rivelarsi di gran lunga il più conservatore fra gli ultimi tre pontefici. Che è tutto dire.
Il passato politico di sostegno sostanziale alla dittatura militare è ben conosciuta in Argentina e ha fatto il giro del mondo in poche ore: è un sostegno pesante al punto che, come scritto da Horacio Verbitsky ne L’isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina , il Papa, quando ricoprì il ruolo di Provinciale della Compagnia di Gesù, decise che l’Università gestita dai gesuiti fosse collegata a un’associazione privata controllata dalla Guardia di ferro un’organizzazione della destra peronista, significativamente battezzata con lo stesso nome della fomazione nazista rumena degli anni Trenta. Queste circostanze raccontate in un libro che ha avuto una eco mondiale fin dal 2006 non sono mai state smentite.
Ma veniamo all’oggi, diamo un po’ di fiducia all’opera dello Spirito Santo, diamo per buona un’ evoluzione dell’uomo Bergoglio che del resto ha sentito il bisogno trent’anni dopo di fare opera di contrizione e di chiedere perdono. Parliamo del “progressismo” che tutti i media vedono nel nuovo pontefice, ritenendo che un “prete di strada” come lo chiamano, anche se non lo è mai stato, diciamo l’empatia con gli strati popolari sia di per sé una garanzia in questo senso. Bene semplicemente non esiste come si evince dalle sue dichiarazioni
Omosessuali. quando tre anni venne presentato in argentina un progetto di legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, l’allora arcivescovo di Barire, scrisse che si trattava di una mossa del diavolo, una movida del diablo contro cui bisognava scatenare una guerra di Dio.
Aborto. Quando la corte suprema espresse l’intenzione di depenalizzare l’aborto, subito Bergoglio intervenne a dire che si sarebbe trattato di una iniziativa “disdicevole”.
Donne. Il pensiero del nuovo papa trova compendio in questa frase: “Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale e i fatti ci insegnano che l’uomo è politico per eccellenza, le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell’uomo, niente di più”.
Tombola, questo sì che è un papa progressista, oltre che un acuto pensatore. Ratzinger al confronto fa la figura di una suffragetta.