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La mummia del fratello del faraone

Creato il 24 maggio 2014 da Kimayra @Chimayra

La mummia del fratello del faraone

Lo scheletro di Qenamun (Foto: Discovery.com)

La mummia del fratello adottivo del faraone Amenhotep II è stata, forse, ritrovata in un antico monastero, almeno stando ad alcuni documenti d'archivio risalenti al XIX secolo.
La mummia, oramai solo uno scheletro, sarebbe quella di Qenamun, amministratore capo di Amenhotep (1427-1400 a.C. circa), settimo faraone della XVIII Dinastia, antenato di Tutankhamon. Qenamun era il fratello adottivo del faraone, dal momento che sua madre, Amenemipet, era la nutrice reale del futuro re. I due crebbero insieme e il legame si mantenne saldo anche in età adulta, permettendo a Qenamun di godere di uno status sociale elevato.
Finora il luogo dell'ultima dimora di Qenamun era rimasto un mistero. Non se ne era rinvenuto il sarcofago né, tantomeno, la mummia, sebbene si conoscesse la tomba di Qenamun a Tebe. La ricerca di Qenamun, molto simile alla composizione di un puzzle, secondo gli archeologi che vi hanno lavorato, è iniziata due anni fa, quando è stata ritrovata una cassa contenente uno scheletro nel magazzino di un monastero del XIV secolo. Questo monastero si trova a Calci, una cittadina vicino Pisa, ed ospita ora uno dei più antichi musei di storia naturale del mondo.

La mummia del fratello del faraone

La scritta sul cranio di Qenamun (Foto: Discovery.com)

Sul cranio dello scheletro gli archeologi hanno trovato una scritta in inchiostro nero che affermava che lo scheletro era, in realtà, una mummia riportata dall'Egitto da Ippolito Rosellini, primo egittologo in Europa. Rosellini partì da Pisa per l'Egitto nel 1828 con Champollion, filologo francese, che aveva da poco decifrato la Stele di Rosetta. La spedizione era finanziata dal Granduca di Toscana, Leopoldo II, e dal re di Francia Carlo X. Nel 1829, di ritorno dall'Egitto, Rosellini scrisse una relazione per Leopoldo II, alla quale allegò un elenco di 1.878 reperti antichi che erano stati imballati per affrontare il viaggio verso l'Italia, 660 dei quali raccolti direttamente negli scavi, mentre i rimanenti 1.218 erano stati acquistati.
Nella relazione al Granduca, Rosellini affermò di aver scelto i pezzi migliori, dal momento che non aveva potuto portare con sé tutto quello che aveva trovato a causa degli alti prezzi di spedizione. Questa lettera era nota, fino a qualche anno fa, solo in bozza. L'elenco degli oggetti riportati, invece, è stato ritrovato negli Archivi Nazionali di Praga, dove sono conservati tutti i documenti della famiglia Asburgo-Lorena.
L'elenco delle 660 antichità raccolte dagli scavi reca la descrizione di 11 mummie, sette delle quali sono attualmente esposte nel Museo Egizio di Firenze. Altre tre mummie - quelle di una donna, un uomo e un bambino - sono state distrutte e mai restituite al museo. L'undicesima mummia, finora, era rimasta un mistero.

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