Seguendo l'antico concetto filosofico della Musica delle Sfere e traducendo dunque un'armonia cosmica in un'armonia musicale, si potrebbe usare la frequenza di rivoluzione di ciascuno dei pianeti del Sistema Solare, convertirla in nota musicale udibile all'orecchio umano, e costruirci sopra un pezzo.
È quello che ha fatto Giorgio Costantini con Alba Mundi, brano per pianoforte e orchestra composto proprio intorno alle nove note che costituiscono le trasposizioni musicali delle frequenze di rivoluzione dei nove pianeti dell'accezione classica (i pianeti oggi sono otto, Costantini ha avuto la bontà di includere anche Plutone che, di fatto, da qualche anno non è più "tecnicamente" considerato un pianeta). Il suono finale è quello che corrisponde alle frequenze orbitali di tutti i pianeti, trasportato di 36 ottave per essere udibile dall'orecchio umano.
Marte è un Re. Dite che è per questo che a me piace parecchio?
Qui trovate la spiegazione tecnica dettagliata dello stesso Costantini circa la costruzione del brano.