Un esercito pacifico e gioioso composto da centinaia di bambini e ragazzi di tutte le età, le sta letteralmente suonando a tutto il mondo: questo piccolo battaglione è la Simón Bolívar Orchestra Sinfonica del Venezuela, diretta dal ventisettenne Diego Matheuz, un prodigio di talento, armonia e tecnica.
L’orchestra fu fondata nel 1975 da un’idea visionaria di José Antonio Abreu, nipote del musicista italiano Antonio Anselmi Viberti, con lo scopo di togliere dalla strada i bambini più sfortunati e poveri del Venezuela attraverso la pratica musicale… e bisogna ammettere che di strada, da allora, ne è stata fatta parecchia: l’orchestra è spesso in tourné attorno al mondo e riscuote ovunque enorme successo.
Il fatto stesso che la Sinfonica Simón Bolívar sia composta esclusivamente da talentuosissimi ragazzi dai 17 ai 26 anni sarebbe già di per sé un fenomeno incredibile, ma in realtà questo ensemble non è che la punta di un fantastico iceberg : oggi infatti, a distanza di 35 anni, il fenomeno musicale creato da Abreu non si è arrestato, ma anzi ha preso una piega invidiabile: il metodo è diventato un “sistema”, orgoglio dell’intero Paese, e oggi come ieri serve a motivare, far crescere e dare un’opportunità di riscatto a intere generazioni di giovanissimi.
Centinaia le orchestre coinvolte, migliaia i giovani musicisti, illustri le collaborazioni che possono vantare (uno su tutti, il maestro Abbado), incredibile il risultato a livello artistico e sociale: l’arte è diventata cosa di tutti e per tutti e si è rivelata importantissimo mezzo di diffusione culturale e strumento utile al processo di integrazione nella società.