Come può esserci libera produzione artistica, ovvero la massima espressione dello spirito dell’uomo, in contesti dis-umani e in-umani come quelli concentrazionari?
È questa la domanda che si pongono coloro i quali vengono a contatto con le opere composte dai reclusi nei ghetti e nei campi di concentramento nazisti e l’esempio più significativo è dato dalla musica composta o eseguita nel campo di Terezìn, una cittadella fortificata nei pressi di Praga nella quale furono rinchiusi artisti, aristocratici e ufficiali dell’esercito ebrei, che avrebbe destato troppo scalpore rinchiudere da subito nei campi di concentramento “regolari”. In questo campo, per ragioni di propaganda, fu consentita una vita artistica, e, nonostante il sovraffollamento, i lavori duri e le condizioni di vita difficili, numerosi musicisti si dedicarono all’arte con risultati straordinari. Compositori, direttori d’orchestra e di coro, musicisti solisti e orchestrali, cantanti di coro e solisti, in gran parte morti nelle camere a gas, diedero vita a una stagione estremamente feconda.
Tra questi va segnalato il nome di Viktor Ullmann, internato a Terezìn nel 1942 e morto ad Auschwitz nel 1944.
Come abbia potuto realizzare più di venti composizioni in questo breve tempo e in tali condizioni lo spiega egli stesso in un suo scritto: “Qui, a Terezìn, dove anche nella vita quotidiana occorre vincere la materia con il potere della forma, dove qualsiasi cosa in rapporto con le Muse stride così aspramente con ciò che ci circonda, proprio qui si trova la vera scuola dei Maestri”.
L’opera più significativa, musicalmente e ideologicamente, di Ullmann è L’imperatore di Atlantide (1) nella quale l’imperatore Overall (2) si prepara a una guerra, dichirata solo per la sua gloria, mettendo a capo dell’esercito la Morte la quale, rifiutandosi di obbedire, sciopera evitando il decesso di chiunque.
Riferimenti bibliografici
- H. Arendt, Antisemitismo e identità ebraica. Scritti 1941-1945, Edizioni di Comunità, Torino 2002
- J. Karas, La musica a Terezìn, Il melangolo, Genova 2011
- P. Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986
- D. Rousset, L’universo concentrazionario 1943-45, Baldini& Castoldi, Milano 1997
Note
- Titolo originale: Der kaiser von Atlantis oder der Tod dankt ab (L’imperatore di Atlantide, ovvero il rifiuto della morte).
- Overall è la traduzione in inglese del tedesco uber alles e non a caso molti passaggi della musica sfruttano una variazione sull’inno nazista Deutschland Uber Alles.
Link esterni
- Il libretto dell’opera