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La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

Creato il 04 aprile 2011 da Mcnab75
La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

Parliamo di narrativa vampiresca.

No, no, non scappate! L'intento di questo post non è quello di farvi cascare gli attributi sotto il tavolo con Twilight e soci, bensì di esaminare quei titoli che, pur in un contesto di contemporaneità, cercano di tenere in vita – anzi in nonmorte – l'archetipo vampiresco in maniera dignitosa e matura.

Per farlo prenderò però anche in considerazione alcune saghe che al momento vanno per la maggiore, e la cui qualità, per quanto mediocre, non sprofonda negli abissi di tanti altri libercoli usciti proprio in questi ultimi mesi (date un'occhiata al catalogo Newton Compton, tanto per dirne una, e capirete cosa intendo).

 

Ci sarebbe anche da fare una primissima considerazione: ma i succhiasangue della Meyer e di tutti i suoi cloni sono ancora da considerare vampiri? O forse siamo davanti a una figura narrativa del tutto nuova, che dal vampiro prende spunto per poi evolversi (si fa per dire) in una creatura a se stante, che esula dall'horror per inserirsi in un contesto young-adult di letteratura romantica.

 

Il presente dossier non prende in considerazione libri precedenti agli anni '80, già arcinoti ed esaminati in migliaia di articoli scritti da recensori più eminenti del sottoscritto. Niente Dracula, Carmilla, niente Polidori e nemmeno Matheson. Non parlerò nemmeno di Twilight (abbiate pietà di me): non sarei in grado di farlo con sufficiente lucidità. Infine non ho preso in considerazione nemmeno i libri singoli, bensì solo le saghe, visto che la moda del momento è caratterizzata proprio dal binomio vampiri+saghe.

Vediamo che rimane, in negativo ma, Dio volendo, anche in positivo.

 

Saghe che probabilmente non vi piaceranno


La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

  • Anne Rice – Le Cronache dei Vampiri

Periodo di pubblicazione: 1976-2003

Numero di libri: 12

 

Di Anne Rice si parla anche su Malpertuis, proprio in questi giorni. La Rice, scrittrice statunitense nata nel '41, si può considerare come la madrina del genere “vampiresco-romantico” che va di moda tutt'oggi. Una tendenza narrativa sviluppatasi con lentezza, ma in un crescendo inesorabile. Tenete conto che il primo volume delle Cronache dei Vampiri è datato 1976 (Intervista col vampiro). La Rice ha poi leggermente variato la natura dei protagonisti dei suoi romanzi, sostituendo talvolta i succhiasangue con delle streghe o con dei demoni, ma lasciando quasi sempre Lestat, il vampiro che l'ha resa famosa, sullo sfondo, a catalizzare le attenzioni dei fans.

I nosferatu di questa saga sono piuttosto simili agli archetipici stokeriani, anche se non soffrono l'esposizione a oggetti sacri, né possono essere uccisi col classico paletto. Soffrono però l'esposizione al sole, devono nutrirsi di sangue e possono essere eliminati col fuoco.

Detto ciò, a me Anne Rice non piace. Sebbene dotata di uno stile superiore a quello delle sue attuali discepole, siamo sempre dalle parti dell'horror-melò, con personaggi teatrali, una narrazione che lascia molto spazio ai sentimenti e all'introspezione.

Non è roba per me, anche se a suo tempo ho avuto modo di leggere due romanzi (e mezzo) della suddetta saga.


La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

  • Laurell K. Hamilton – Saga di Anita Blake

Periodo di pubblicazione: 1993-In corso

Numero di libri: 19

 

In Italia la Hamilton l'hanno scoperta nel 2003, ma in realtà è già dagli anni '90 che scrive la lunga, infinita serie dedicata alla cacciatrice di vampiri Anita Blake.

La peculiarità della saga è che essa è ambientata nel nostro mondo, ma in una realtà parallela in cui l'esistenza di creature “fantastiche” è concreta, comunemente accettata e influisce direttamente sulla società. Non a caso Anita Blake è una Risvegliante alla Animators.inc, un'agenzia che si occupa di rianimare i morti per interrogarli a fini legali. È inoltre una negromante, il che le permette di controllare i morti, vampiri e zombie inclusi. Possiede una licenza di cacciatrice e sterminatrice di vampiri che abbiano ucciso gli umani, che gli vale nel Missouri e in tre stati limitrofi.

I libri della Hamilton sono più vari e moderni di quelli della Rice, anche se Anita diventa quasi subito un personaggio seriale – e quindi a me insopportabile – di cui vengono curate più le relazioni sentimentali che non l'originalità e la fantasia delle trame trattate.

Anche in questo caso, dopo aver letto il primo volume (e mezzo) ho passato volentieri la mano.


La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

  • Lisa J. Smith – Il diario del vampiro

Periodo di pubblicazione: 1991-In corso

Numero di libri: 10

 

Il diario del vampiro è un'altra saga che parte da lontano, dal 1991, e che curiosamente è stata riscoperta 15 anni più tardi anche in Italia. Beh, curiosamente un cavolo: i nostri editori hanno capito che l'argomento tira, e stanno cercando di trovare ogni romanzo che abbini la tematica nonmorti+sentimento, anche a costo di acquistare diritti di autori che, nel mentre, sono stati licenziati dalla loro casa editrice primaria! Questo è infatti il caso di Lisa J.Smith, il cui lavoro è stato attualmente affidato a un ghostwriter che scriverà altri capitoli della saga utilizzando il nome della scrittrice.

Il diario del vampiro è forse l'opera che più si avvicina al nostro amatissimo Twilight: Elena Gilbert, diciassette orfana, vive le sue amicizie contrastate, i suoi amori tardo-adolescienziali, e al contempo ha a che fare con streghe, vampiri (lei stessa diventerà un vampiro), angeli, spiriti. Una vera e propria Beverly Hills 90210 in salsa urban fantasy.

In questo caso non voglio nemmeno tastare con mano e passo direttamente oltre.


La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

  • Charlaine Harris – Ciclo di Sookie Stackhouse

Periodo di pubblicazione: 2001-In corso

Numero di libri: 10

 

Ne hanno tratto un serial televisivo piuttosto seguito, True Blood. I libri della saga sono venduti in 25 paesi sui cinque continenti. Tutto fa pensare che la Harris sia diventata straricca scrivendo una variazione più o meno originale sulla solita tematica vampiresca. Citando da wikipedia scopriamo che: “Ambientata ai giorni nostri, la saga racconta un mondo dove i vampiri vivono a stretto contatto con gli esseri umani, cercando di integrarsi nella società. I vampiri hanno rivelato al mondo la loro esistenza dopo che una ditta giapponese ha inventato un sangue sintetico che permette loro di non nutrirsi più di sangue umano, ma la loro razza non è ancora perfettamente integrata agli occhi degli esseri umani, che li vedono ancora come una minaccia. Oltre ai vampiri, la saga è popolata anche da altre creature sovrannaturali, come mutaforma e lupi mannari.”

La serie è narrata in prima persona dal punto di vista di Sookie Stackhouse, una cameriera telepate che vive nell'immaginaria cittadina di Bon Temps, in Louisiana.

Non ho mai letto un libro della saga, quindi il mio giudizio è sospeso (e credo rimarrà tale). A pelle mi sembra superiore agli altri romanzi finora citati, non fosse altro per la visione più “sociopolitica” della figura vampiresca in un contesto moderno e globale. Il mio timore è riguarda il limitante punto di vista narrativo: una cameriera del Louisiana? Mah...

 

Saghe che probabilmente vi piaceranno


La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

  • Kim Newman – Anno Dracula

Periodo di pubblicazione: 1992-1998

Numero di libri: 3 (più alcuni racconti)

 

Vampirismo, ucronia e reinterpretazione di alcuni famosi personaggi cinematografici/letterari, come il dottor Mabuse, Fu Manchu, il conte Orlok, Herbert West e James Bond.

La storia ha inizio nel 1888 (primo volume), con Dracula maritato alla regina Vittoria e quindi principe consorte con potere quasi assoluto sul Regno Unito. Il suo dominio sanguinario ha diffuso il vampirismo in mezza Europa, tanto che i nosferatu vivono a stretto contatto coi i “caldi”, ossia i normali esseri umani. Il secondo libro della saga si sposta più avanti sull'asse temporale, ossia nel periodo della Grande Guerra. Dracula, cacciato infine dall'Inghilterra, ha trovato asilo nella Germania imperiale, al fianco del Kaiser Guglielmo, per il quale funge da Signore della Guerra. In questo capitolo vedremo soprattutto la creazione di una nuova stirpe di vampiri volanti, guidati dal Barone Rosso, asso tedesco dell'aviazione militare. L'ultimo libro, Dracula cha-cha-cha, è ambientato invece a Roma nel 1959. Periodo di “bella vita” e vitelloni, ma anche di guerra fredda e spy story. Infatti la trama è incentrata sullo spionaggio che ruota attorno all'evento mondano del secolo: le nuove nozze di Dracula.

La trilogia di Kim Newman è forse una delle mie preferite, quindi non posso che consigliarvela. Il mix di personaggi storici e letterari, gli spunti ucronici e lo stile colto ma scorrevole dello scrittore inglese crea un cocktail stupendo e, per quel che mi riguarda, ancora non superato.


La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

  • Claudio Vergnani – Trilogia

Periodo di pubblicazione: 2009-In corso

Numero di libri: 3 (uno ancora non pubblicato)

 

Su Vergnani sapete come la penso: miglior autore italiano esordiente dell'ultimo ventennio – e non parlo solo di horror – miglior scrittore “vampiresco” contemporaneo. Se fosse nato negli Stati Uniti o a Londra ne parlerebbero come fanno, spesso a sproposito, con Lansdale. Ma invece è nato a Modena, perciò deve accontentarsi di quel che passa il convento.

I nosferatu di Vergnani sono quasi sempre creature più bestiali e patetiche che non in possesso di un grammo di fascino. Si avvicinano per indole agli zombie romeriani, e vivono ai margini della nostra società, come reietti, senza che nessuno (o quasi) creda alla loro esistenza. Fanno eccezione i Maestri, creature antiche, spietate e quasi invincibili. I cacciatori votati alla distruzione dei vampiri sono a loro volta dei derelitti: disoccupati, ex mercenari, manovali che si dedicano alla disinfestazione per arrotondare lo stipendio.

Un affresco di grande umanità, prima ancora che una saga horror. E per umanità intendo miserie (molte) e nobiltà (pochissime ma valide). Le mie recensioni: Il 18° Vampiro, Il 36° Giusto. L'ora più buia, terzo capitolo e ultimo capitolo, uscirà invece a settembre.


La narrativa vampiresca dell'ultimo trentennio

  • Steve Niles & Ben Templesmith – 30 Days of Night

Periodo di pubblicazione: 2002-In corso

Numero di albi: 11 (hardcover collection)

 

In questo caso non si tratta di una saga romanzesca, bensì di una fortunata collana di graphic novel scritta da Steve Niles e Ben Templesmith, da cui hanno tratto anche due film (ottimo il primo, orrendo il secondo).

30 Days of Night è stato importato in Italia per Magic Press (qui il catalogo), ed è una lettura che vale il tempo e i soldi spesi. La saga ha inizio a Barrow, Alaska, situato così a nord che per 30 giorni all'anno il sole non sorge. La riserva ideale di caccia per un branco di vampiri, che effettivamente si prendono la briga di svernare a Barrow per dedicarsi a un festino di sangue lungo un mese.

L'ambientazione in Alaska è il cuore della collana, ma gli autori spaziano anche altrove nel raccontare la storia del brutale popolo di succhiasangue che vive nascosto tra noi umani. In uno dei volumi più belli, Neve Rossa, si va a ritroso nel tempo, nel 1941, sul fronte sovietico. In un altro (Juarez) si spazia nell'esotico e misterioso Messico dalle donne massacrate da forze crudeli e ignote (i vampiri, in questo caso).

I vampiri di 30 Days of Night sono creature nate da un virus che si diffonde attraverso il sangue. Hanno dalla loro una forza sovrannaturale, artigli e zanne retrattili affilate come rasoi, una resistenza fisica straordinaria (anche al fuoco) e, di tanto in tanto, anche alcune abilità aggiuntive, come la telepatia o addirittura la capacità di teletrasportarsi. Soprattutto manca loro ogni forma di moralità. Noi, i vivi, rappresentiamo solo un possibile pasto, nulla di più, nulla di meno.

 

Altre saghe da tenere d'occhio

 

Vampire Apocalypse – di Derek Gunn

Distopia, fantapolitica e vampiri. Un mondo futuro in grave crisi energetica, gli Stati Uniti non più uniti, e i nosferatu sono usciti dall'ombra della leggenda e hanno preso il potere in diversi paesi. Gli umani fungono solo da bestiame, e a loro si oppongono dei movimenti partigiani che ricordano quelli che combattevano i nazisti nella WW2. Qui una mia scheda.

 

The Twelve – di Jasper Kent

Guerre napoleoniche e vampiri. In realtà la saga di Jasper Kent, di cui sono previsti cinque volumi, ha una storia che si snoda dal 1800 fino al XX secolo. Lo spunto storico sembra la variante più interessante introdotta da Kent, ma sul valore intrinseco non so dirvi granché. Ho il primo romanzo in lingua originale (ma è uscito anche in Italiano) ma non ho ancora avuto occasione di leggerlo.

 

The strain trilogy – di Guillermo Del Toro e Chuck Hogan

In Italia è arrivato il primo volume – La Progenie – non particolarmente originale, ma valido e ben scritto. Una trilogia studiata a tavolino con la consueta professionalità yankee. Del resto basta vedere il sito ufficiale per capire che siamo davanti a un lavoro che fa apparire di serie B l'operato degli editori italiani. E a quel punto la consueta pandemia vampiresca che mette in ginocchio New York appare comunque divertente e, guarda un po', perfino credibile.

 

James Asher Vampire novels – Barbara Hambly

Inizio '900: qualcuno sta infatti sistematicamente eliminando i vampiri di Londra. Toccherà a James Asher, ex agente dei servizi segreti, stringere un'alleanza con un potente nosferatu vecchio di tre secoli e scoprire l'assassino. Di questa trilogia è arrivato in Italia solo il primo capitolo (Cacciatori delle tenebre), che rimarrà anche l'unico disponibile nella nostra lingua, visto che la pubblicazione è datata 1991. Perché gli altri due volumi non sono mai stati pubblicati qui da noi? Misteri dell'editoria tricolore. Peccato, visto che Cacciatori delle tenebre è un ottimo romanzo.

 

Necroscope saga – di Brian Lumley

E se i vampiri fossero grossi parassiti simili a sanguisughe, capaci di infilarsi negli organismi umani (e animali), per utilizzarli come simbionti? E se la loro natura non fosse magica, bensì aliena? Brian Lumley, prolifico autore inglese, ha immaginato tutto ciò, creando la razza dei Wamphyri, e calandola in un contesto di guerra fredda, di spionaggio telepatico, e con atmosfere a metà tra Scanners e Frederick Forsyth.

Un'altra volta ancora, come per la saga della Hambly, in Italia arrivò a suo tempo solo l'ottimo primo volume di Necroscope (questa è la mia recensione). Poi la pubblicazione del resto della saga venne abbandonata senza motivo. Nel mentre i lettori inglesi si sono potuti godere gli altri 15 volumi – avete capito bene – scritti da Lumley.

 

Morale? Imparate l'inglese!
E comunque... basta farvi le saghe!

 


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