Giorgia Marchesi, diplomata ISI a Bologna ed iscritta al R.O.I.CS. Registro Operatori Italiani Cranio Sacrale Professionisti, ci presenta la biodinamica cranio sacrale e la sua applicazione in particolare con i neonati. Scopriamola insieme!
La mia esperienza di lavoro con i bambini si può benevolmente rappresentare con questa frase all’apparenza molto chiara: “Così come nasco, così sono nel mondo”.
Ma vediamo cosa significa…
La nascita, ma ancor prima, le esperienze intrauterine, creano imprint che entrano a far parte della formazione del corpo, delle emozioni e della mente del bambino. Lo sviluppo nel grembo femminile è la sede delle prime esplorazioni di noi stessi. I movimenti corporei, gli sfregamenti della pelle sulle pareti uterine, il sapore del liquido amniotico di mamma e i rumori del ventre. I sensi sono totalmente coinvolti nella esperienza corporea senza però possedere ancora il senso delle forme. Il bambino conosce e avrà memoria di sé attraverso ciò che vive in utero, nel Grembo dello Spirito.
Mi occupo di Biodinamica Cranio Sacrale che è una tecnica di riequilibrio corporeo, nata dalle intuizioni di un osteopata (Sutherland) che ha riconosciuto nel corpo un ritmo di respirazione percettibile nella nostra struttura ossea. Tale tecnica si basa sul contatto delle mani lieve, aperto e non invasivo.
Mi sono interessata a lungo della nascita e delle conseguenze che essa porta alla nostra struttura corporea e psico-emozionale. Una osteopata americana (Viola Frymann) ha notato che l’80% degli adulti trattiene nelle proprie ossa craniche le memorie del parto. Dal mio punto di vista la fase successiva alla nascita è di fondamentale importanza per modificare l’esito dell’intensità del parto. Sviluppare empatia verso il bambino per il suo vissuto può avere molta incidenza sul suo modo di risolvere ed affrontare ciò che ha attraversato durante la sua nascita.
Quello che ho imparato dal mio lavoro con i neonati è che anche la nascita all’apparenza più delicata ed indisturbata genera un profondo bisogno nel campo familiare: il bisogno di essere ascoltati. Il bambino, dal canto suo, ha voglia e necessità di raccontare ciò che ha provato durante la propria nascita, tanto quanto il genitore ha voglia di raccontare la storia emozionante del parto. Mi piace porre l’attenzione a questo passaggio, perché credo che lo straordinario potere dell’ascolto sia molto sottovalutato nella nostra società.Molto spesso si manifestano segnali apparentemente inspiegabili nel bambino (coliche, irrequietezza, risvegli notturni, difficoltà ad essere allattato, ecc.) anche se ci troviamo in un ambito fisiologico.
Istintivamente si tende a proteggere il bambino da quello che prova cercando di fare qualcosa, di trovare una soluzione e, se quel qualcosa non funziona, si entra in uno stato di frustrazione (impotenza, inadeguatezza, incapacità, ecc.). Ma posso riconoscere nella mia esperienza che spesso la soluzione di fare qualcosa non è la più adeguata.
Uno dei bisogni primari del bambino, che ha attraversato le paure arcaiche del procedere verso la vita, è proprio quello di essere ascoltato. Insieme alle mamme, attraverso il mio lavoro, esploro questo bisogno. Apro sempre l’invito anche ai papà, perché la loro presenza è determinante.
Il bisogno di essere ascoltati, che appartiene nel profondo a tutto il genere umano, si esprime nel neonato principalmente con il pianto (vocalizzi, suoni, vagiti) e con il linguaggio corporeo (la mimica, i movimenti nello spazio, il respiro). Nel pianto possiamo arrivare a distinguere il memory crying (pianto di memoria) perché ha caratteristiche di intensità e di qualità differenti rispetto al pianto di bisogno (fame, sete, sonno, desiderio di essere cambiato).
Ti sarà capitato di ricordare un evento e di commuoverti per quello che non era più presente ma che aveva nel passato scosso il tuo animo? Ecco in parole semplici è ciò che accade al bambino. Ha necessità di spiegare cosa è successo durante la gravidanza o la sua nascita e di sentire che i propri caregivers lo abbiano capito e compreso. Il bimbo ha un proprio pianto ed un proprio linguaggio corporeo preciso per indicare le situazioni nelle quali è rimasto, per così dire,”incastrato” che indica quale momento della sua storia natale ha trovato difficoltà. Quindi tutti questi segnali hanno sempre un significato (un movimento a zig zag della testa, come a dir di no, un braccio che trema o una mano che sfrega gli occhi). Troppo spesso, purtroppo, sono erroneamente interpretati come capricci, bisogno di attrarre attenzione, abitudini, stranezze e altro.
Attraverso gli incontri di Biodinamica Cranio Sacrale con la famiglia si cerca di comprendere e di esplorare insieme quali sono i bisogni espressi dal bambino attraverso i segni del suo linguaggio precoce ed i bisogni impellenti del nucleo. Ogni processo, ogni fase del parto ha creato nel campo familiare una esperienza che condiziona le relazioni con il nuovo nato e le interazioni tra i propri membri.
Non si tratta, quindi, di un incontro che ha attenzione unicamente al corpo, quale semplice ascolto palpatorio del ritmo cranio sacrale, ma è volto a facilitare la relazione madre-neonato, che è la matrice della comunicazione con il proprio corpo e della costruzione psiche-soma dal quale prenderanno origine le funzioni mentali ed emozionali del bambino.
Dott. Giorgia Marchesi Biodinamica Cranio Sacrale
Viale Buon Pastore 236 Modena
Cellulare: 347 3892 972
Mail: [email protected]
Sito web:OLTRE SALUTE
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