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La nascita del Novecento – Guido Salvetti

Creato il 09 gennaio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

9 gennaio 2015 Lascia un commento

La nascita del Novecento
Parliamo innanzitutto dell’oggetto libro. Cercando informazioni troverete un numero 10 ed in effetti e’ il decimo capitolo della collana "Storia della Musica", opera in dodici volumi pubblicata per la prima volta negli anni ’70, rieditata negli anni ’90 e che ritrova una nuova veste e una ulteriore revisione nel nuovo millennio. 
Se come nel mio caso, interessa la storia del XX secolo, si puo’ iniziare col numero 10 e proseguire con gli altri due libri che concludono il capitolo e la collana. Come spiega l’autore nella prefazione, il libro ha subito diverse revisioni ma le ultime due sono gia’ aggiornate, percio’  quella con la copertina bianca e rossa come da immagine, va benissimo.
L’impostazione voluta da Salvetti e’ decisamente accademica, non per iniziati ma nemmeno totalmente a digiuno sull’argomento anche perche’, cronologicamente prosegue un discorso cominciato coi libri precedenti e comunque non si puo’ prescindere nulla senza la cognizione del passato. C’e’ da fare i conti col 1800 che nella sua seconda meta’ subisce, profonde trasformazioni in ogni arte, musica inclusa. Inoltre e’ palese che gli autori di inizio secolo hanno trovato i natali in quello prima, quindi c’e’ una continuita’ che nasce non solo dal tempo ma dallo spirito che i musicisti hanno ereditato dalla loro epoca. Percio’ e con ottima cognizione di causa, l’autore introduce il libro contestualizzando con la storia politica e artistica, agganciando filologicamente la musica con la pittura, svelando paralleli a volte non cosi’ ovvi come si tende a credere. Per fare questo avanza anche nel tempo, quindi negli argomenti piu’ strettamente legati ai volumi successivi dove l’America e il suo jazz avranno una parte essenziale anche nel vecchio continente. Ad ogni modo sono tre i macro capitoli, il primo dei quali dedicato alla Francia e a Parigi dove piu’ di tutti si e’ sentito il passaggio dal romanticismo al wagnerismo, ponendo cosi’ sul piedistallo Wagner, uno dei padri della musica del XX secolo e a seguire Stravinskij, altro genio indiscusso dal quale non si puo’ prescindere neppure oggi. Debussy, Revel e Satie, i nomi si conoscono e qui la loro storia.
Ancora piu’ importante sono Austria e Germania, come potrebbe essere diversamente, percio’ alle due grandi capitali e’ dedicato il secondo capitolo, gia’ prefigurando l’avvento del nazismo e delle profonde modificazioni che le arti tutte, la musica non fa eccezione, subiranno. L’indubbia protagonista e’ la seconda scuola viennese con l’imprescindibile trio Schoenberg, Berg, Webern, praticamente la prima e piu’ importante rivoluzione del secolo XX.
Ultimo capitolo dedicato all’Italia ma tolta la presenza fondamentale dei futuristi, la nostra nazione ha dato tanto ma certamente non quanto Germania, Austria e Russia. Qui Salvetti cade o meglio mostra un immotivato disprezzo verso il movimento futurista che se e’ pur vero non abbia rivoluzionato la sintassi musicale, ha posto le basi per la rivoluziona cageiana degli anni a venire. Salta subito all’occhio che la sua e’ una critica ideologica e su in testo divulgativo non va bene. Libro di massima ben scritto, come detto nulla e’ lasciato al piacere se non la pura conoscenza. Rigoroso e strutturato, Salvetti riassume un periodo storico densissimo e lancia la lettura del proseguo nella collana, pur dando al libro un senso anche come unico capitolo.


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