Mentre si avvicina il summit della NATO che si terrà a maggio a Chicago, si chiariscono le intenzioni di Bruxelles e Washington riguardo l’allargamento dell’alleanza a quel gruppo di nazioni che non sono ancora membri della NATO. Così il senatore repubblicano Richard Lugar ha presentato un progetto di legge nel quale si propone al Presidente degli USA di presentare un piano per l’ammissione di nuovi Paesi nella NATO. Tra questi Georgia, Montenegro, Macedonia e Bosnia-Erzegovina.
Nello stesso tempo, in Russia, i mass-media discutono i piani di allargamento del punto di trasbordo NATO di Ul’janovsk. Ma a Washington, quasi ogni giorno, vengono rilasciate dichiarazioni apertamente contrastanti, mirate, secondo ogni apparenza, a disorientare non solo l’opinione pubblica, ma anche il Cremlino. Per esempio, le parole del Vice-aiutante per la politica atomica e i problemi relativi alla difesa missilistica del Ministro della Difesa degli USA, Bradley Roberts, relative al fatto che l’amministrazione Obama potrebbe rivelare parti di documenti segreti relativi alla difesa missilistica allo scopo di fugare le preoccupazioni da parte russa, sono state smentite dal capo del servizio antimissilistico del Ministero della difesa del Pentagono, tenente generale Patrick O’Reilly, il quale ha dichiarato di «non aver ricevuto alcun ordine di rivelare alla parte russa informazioni segrete».
Gli avvenimenti che si stanno verificando ai confini della Russia non testimoniano di alcun cambiamento della politica degli USA nei confronti della Russia. La NATO sta lavorando intensamente alla creazione di nuove strutture di cooperazione nell’area post-sovietica, coinvolgendo in esse le repubbliche ex-sovietiche. L’attività delle Nazioni Unite si estende anche ai Paesi membri della OTSC [Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, un'alleanza militare difensiva tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Armenia, N.d.T.], indebolendo questa struttura secondo i metodi del soft power.
Il 6 marzo il presidente dell’Armenia, Serzh Sarkičjan, si è recato al quartier generale della NATO a Bruxelles, dove ha sottolineato il fatto che il suo paese (membro della OTSC) costituisce un partner importante per la NATO. Il segretario generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen ha parlato diffusamente della partnership tra la NATO e l’Armenia, e anche della partecipazione di quest’ultima a strutture di sicurezza regionali ed euroasiatiche. Ricordiamo che Erevan, su richiesta della NATO, ha inviato in Afghanistan circa 130 militari. Oltre a ciò l’Armenia, per la prima volta nella sua storia, si accinge a partecipare a esercitazioni militari congiunte insieme agli USA, il cui scopo ufficiale è il rafforzamento della cooperazione in Afghanistan.Anche l’Ucraina è entrata con successo nella collaborazione con il blocco militare nord-atlantico. A Kiev lavora già da tempo un gruppo di esperti dell’Alleanza, il quale, su richiesta di Kiev, elabora suggerimenti per lo svolgimento del campionato europeo di calcio 2012. «Abbiamo lavorato con il Ministero per le situazioni straordinarie, con il Ministero della salute e con il Ministero degli interni. Il risultato di questo lavoro è stato un rapporto contenente raccomandazioni alle autorità ucraine, che non è stato messo su uno scaffale a prendere polvere, ma è stato sfruttato nella pratica. L’Ucraina ha sviluppato un piano per l’attuazione di queste raccomandazioni, relativo al modo in cui pensa di realizzarle e al tipo di assistenza che possono fornire gli Stati membri nelle varie sfere» ha dichiarato ai giornalisti Evert Somer, capo del gruppo NATO operante in Ucraina. Secondo le parole di Somer, entro breve tempo, sotto la guida di specialisti dell’Alleanza, saranno condotti per i funzionari ucraini dei corsi di prevenzione di possibili situazioni di emergenza nel corso del campionato europeo.
Tra gennaio e febbraio 2012 l’incrociatore «Monterey», a bordo del quale sono installati elementi del sistema di difesa antimissilistico americano, è stato nei porti di Odessa e Sebastopoli. Secondo il parere degli esperti militari russi, «gli scali di navi americane nel Mar Nero costituiscono parte integrante di un programma premeditato di sviluppo nella regione, che è sempre stata strategicamente importante per gli USA e per la NATO».
Una seria attività della NATO è segnalata anche in Montenegro. Qui la lobby della NATO a sostegno della stampa filo-occidentale locale è supportata attivamente attraverso organizzazioni non governative finanziate da Soros e dall’ambasciata USA.
La tendenza all’allargamento della NATO si estende anche all’Asia. La sfera d’influenza dell’Alleanza non va molto oltre all’Afghanistan. Una posta di gran lunga più alta è in gioco relativamente alla futura collaborazione con l’India. La possibilità di una cooperazione tra la NATO e l’India è stata discussa tra il Segretario generale dell’Alleanza e il consigliere per la sicurezza nazionale dell’India Shivshakar Menon a febbraio 2012, nel corso della 48a Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. A Bruxelles non nascondono l’interesse verso la creazione di una collaborazione con l’India, interesse legato alla crescita dell’importanza politica ed economica di questo Paese. Ufficialmente, in conformità alla Conferenza Strategica della NATO tenutasi recentemente, l’Alleanza progetta di «coinvolgere attivamente le nazioni vicine per il rafforzamento della sicurezza internazionale attraverso la collaborazione». Inoltre, si guarda all’India come possibile testa di ponte per la diffusione ‘della stabilità e della democrazia’ nell’Asia del Sud, il che corrisponde alla concezione che molti Indiani hanno del proprio Paese come della ‘più grande democrazia del mondo’.
L’attività di Bruxelles per il ‘ricambio’ dell’élite politica indiana è condotta da tempo e in modo assolutamente metodico. La Fondazione Konrad Adenuaer attua misure regolari, intitolate Dialogo NATO – India, dal 2005, ma solo a dicembre 2011 è avvenuta la visita, che gli specialisti della NATO considerano decisiva, di una delegazione indiana al quartier generale. L’allargamento della NATO sarà funzionale, sotto questo aspetto, anche all’indebolimento non solo della OTSC, ma anche della OCS [Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, un organismo intergovernativo formato da Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e da India, Iran, Mongolia e Pakistan in qualità di osservatori; infine, Bielorussia e Sri Lanka hanno lo status di partner di dialogo N.d.T.] e del BRICS [Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, N.d.T.].Sean Key (professore e presidente del gruppo per le ricerche internazionali dell’università dell’Ohio) sostiene che l’Alleanza in questo momento ha due compiti principali: l’allargamento dell’adesione e la creazione di una ‘NATO globale’, e le guerre in Afghanistan e in Libia sono da considerarsi un avanzamento in questo senso. «Gli USA – afferma Key – devono conservare la NATO come motore per una collaborazione transatlantica nuova e bilanciata, che migliorerà la sicurezza reciproca e l’accordo transatlantico».
E, nonostante l’argomento fondamentale dell’imminente summit dei Paesi membri a Chicago, secondo quanto dichiarato, sia la discussione del futuro dell’arma tattica nucleare, con la nuova strategia della Casa Bianca nell’Oceano Pacifico e nell’Oceano Indiano questa cooperazione transatlantica si allargherà automaticamente anche all’emisfero orientale. La presenza sempre avanzata degli USA e della NATO sotto il profilo della lotta ai pirati e ai terroristi, così come il controllo sulle forniture di petrolio e gas dalla zona del Vicino Oriente, dovrà essere infatti supportata dalla Cina, dall’Iran e dalla Russia.
(Traduzione dal russo di Roberto Ricci)