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La nausea.

Creato il 09 ottobre 2013 da Gianna
La nausea. Ricordo di aver letto “La Nausea” di Sartre parecchi anni fa, quando il fuoco sacro del ’68 mi facilitava un atteggiamento anticonformista nei riguardi delle cose che mi circondavano. Ricordo poi di averlo quasi snobbato in seguito al convincimento che ribrezzo e disgusto non erano propositivi  per una ribellione vera, quasi fossero una resa di fronte a ciò che non si può combattere. Ora, dopo tanti anni, mi è venuto in mente come il protagonista definiva questo stato mentale:” (...) La Nausea m'ha colto, mi son lasciato cadere sulla panca, non sapevo nemmeno più dove stavo; vedevo girare lentamente i colori attorno a me, avevo voglia di vomitare. (...) Da quel momento la Nausea non m'ha più lasciato, mi possiede”. In un’altra scena, che si svolge in un giardino pubblico, osserva la radice di un castagno e solo in quell'istante si rende conto di aver compreso la vera natura delle cose, vale a dire la loro insensatezza e la sensazione di soffocante ingombro che esse suscitano. Beh, sapete che vi dico? È proprio un momento così: l'individuo è solo, sperduto, disgustato dal mondo in cui vive e non sa come comportarsi. La condizione umana non è altro che un solitario ed angoscioso sperimentare le cose che sono intorno a noi, la loro ingiustificabilità e malafede, un angoscioso sperimentare che deriva dal timore costante di perdere di vista, pezzo dopo pezzo, l’orizzonte della libertà. La condizione umana è proprio come quella descritta da Sartre, non offre alcun spiraglio di serenità, l’uomo è solo, costretto a trascinarsi faticosamente dietro il fardello dell'esistenza. È altrettanto vero però che proprio in questa condizione, obbligato dalle circostanze esterne, può essere ugualmente costretto a pensare che l’unica via d’uscita è decidere di trovarla da solo, senza scuse e senza intermediari. Ed è ancora più vero che questo significa libertà: libertà di poter scegliere la propria vita senza che altri giochino la partita per noi. L'essere costretti ad essere liberi può certamente rivelarsi faticoso ed estenuante, ma una simile condizione mette nelle mani di ogni essere umano un potere inaudito: decidere da soli ed in totale autonomia, essere detentori di libertà intellettuale e morale. Naturalmente, la ricchezza di libertà così come la sua mancanza provocano sentimenti di ansia, spaesamento e di solitudine e il peso delle responsabilità può essere tale da pensare di non riuscire a sostenerlo, ma prendere atto che quello che stiamo vivendo non è una condanna bensì una preziosissima opportunità di avviare progetti  diversi che viene offerta ad ogni singolo individuo, è un passo importante verso quell’orizzonte che ora sembra sparire.
Ad ogni azione corrisponde una reazione……facciamo in modo che sia quella buona per noi.. 

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