Ci siamo. Inizia il Mondiale. Tra scandali e corruzione. Tra proteste (in piazza) e fuori (contro Blatter). Tra domande e dubbi, un pizzico di italico pessimismo. Si parte.
Sulle pagine di questo blog vi ho già parlato dell’undici forse migliore della storia della Champions League. Sarebbe ingenuo oltre che assurdo pensare che quella sia una formazione assolutamente inconfutabile. È il bello di simili domande che ciclicamente si ripresentano. Ora, mi è venuto da chiedermi: quale è stato l’undici italiano più forte della storia dei mondiali? Ha già provato a disegnarla Opta Stats assieme a William Hill, con i giocatori che hanno segnato passi decisivi nella storia di un Mondiale. Ma nessuno si è chiesto quale sia la Nazionale italiana dei bidoni. Ho deciso di fare una rapida ricerca, spulciare qualche risultato passato, ripercorrere le tappe azzurre dal 2000 ad oggi. Anni che hanno anche visto la conquista del Mondiale 2006.
I bidoni del calcio: la Nazionale italiana dal 2000 ad oggi
Flavio Roma: Convocato da Lippi nel 2005, anche De Sanctis ed Amelia gli passarono davanti nel Mondiale tedesco.
Cristian Molinaro: Il progetto giovani di Prandelli iniziò con lui, che alla fine disputò solo due partite nel 2010. Fu presto lasciato a casa.
Salvatore Bocchetti: Ha giocato solo nel Lippi-bis, finendo in panchina durante il disastroso mondiale in Sudafrica.
Nicola Legrottaglie: Esordì con Trapattoni, ma prima del Lippi-bis ottenne solo qualche sporadica convocazioni
Mattia Cassani: Quando tutta Italia si chiedeva perché Lippi non chiamasse Cassano, all’improvviso arrivò la convocazione di Cassani. Due presenze, prima di essere scartato.
Marco Marchionni: 9 presenze, disseminate tra 2003, 2006 e 2009. Esordì con Trapattoni che lo mollò subito, mentre con Donadoni e Lippi non hai mai goduto di grande rilevanza. Il massimo risultato raggiunto fu quello di rientrare tra le riserve dei convocati per il Mondiale in Germania.
Manuele Blasi: Poco più di un anno di Nazionale per lui nel primo periodo di Lippi. Poi la panchina alla Juventus chiuso da Vieira. L’inizio della fine.
Thiago Motta: Un tormento ottenere dalla FIFA il consenso per fargli vestire la maglia azzurra, benché avesse giocato con il Brasile Under 23 alla Gold Cup riservata alle Nazionali maggiori. Mai davvero funzionale al gioco di Prandelli, esclusa la gara con la Slovenia del marzo 2011 (segnò lui), il ct si ostinò pervicacemente a sfruttarlo. Non ha mai dato grandi soddisfazioni.
Raffaele Palladino: Solo 3 gettoni in azzurro, l’ultimo dei quali in realtà servì come pretesto per Lippi in modo da non convocare Cassano.
Mauro Esposito: Entra nel gruppo verso la fine del 2004, ma nella stagione 2005/2006 il suo rendimento cala a vista d’occhio ed esce dal giro.
Amauri: Una convocazione, una presenza, ma la sua storia lo fa entrare di diritto nella formazione dei flop azzurri.
Questa è probabilmente la Nazionale italiana dei biodoni, dal 2000 ad oggi, con maggior credito. Alcuni di quelli citati potrebbero entrare anche nella lista dei bidoni del calcio in generale. Sono perfido, me ne rendo conto. Ma tornando indietro nella storia, altri avrebbero preso tranquillamente posto in campo. Ogni Nazionale ha il suo. Speriamo non sia questo il Mondiale della consacrazione – in negativo – di un nuovo elemento italiano.
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