La necessità di essere uomini di Rosario Rubino

Creato il 13 settembre 2011 da Spaziokultura
Questo blog rimane aperto al contributo di tutti anche se lo stesso non è condiviso dall'autore. L'unica cosa che conta è la qualità dell'intervento. Per quanto riguarda i tempi di pubblicazione anche per spaziokultura sono quelli abituali per un blog. Un Grazie speciale in tal senso a Rosario Rubino la cui voglia di riflettere è straordinaria.
“ La necessità di essere uomini” è quello che si chiede alle forze politiche, di maggioranza e di opposizione ,religiose elaiche , a tutte le forze sociali del ns paesenessuna esclusa dal professionista al disoccupato, dal primo cittadino all’ultimocompreso ,in uno spiritodi pacedove lo stesso spiritodiventilotta e conquista.Non bastanella ns comunità una effimera testimonianza laica o religiosa , in momenticrucialiche vanno dalle estemporaneemanifestazioni civilecome le elezioneamministrative a quelle religiose come ,   la festadella Madonna o gli eventi Natalizi e Pasquali.Il compromessofra le due identitàlaiche e religiose , dovrebbe esserel’annuncioEvangelico , tesocom’è a rasserenare, equilibrare, pacificare ,manella ns comunitàsi trasformaal di fuoridalle mure della Chiesain una dichiarazionedi guerra , in quanto lo stesso Verbofortedella sua straordinariaForza , invece dipenetrare nelle coscienze   dell’uomo e nelle condizione umana e trasformarsiin conquista del benenel quale riposare , diventa incomprensibile , misterioso, enigmatico , e molto ma molto faticoso.Non si percepisce fra la gente il senso di pacech’è tutt’uno con la Verità.Una veritàche manca, che non si sente, non si vede, una verità che dovrebbeinvece essere Operosa e Creatricedi interesse eSottolineoche tutto ciònonè un datoesterno al quale si possacomodamenteaderire, non ci possono essere parassiti della pace, perché questa è un perpetuo ansioso travaglio e si rifiuta a coloro che non hanno l’ardire di guardare , ascoltare e confrontarsiin tutta liberta’ , in se stessi e negli altri, per trovare in una compiuta presenza nel mondo il senso pacificatore della fedeltà alla vita.Entrare in una otticadove la pacedovrebbe   essere rinunzia alla rinunzia, accettazione dello scomodo (e non per un minuto, ma per sempre), adempimento dei delicati doveri della vivezza e della intelligenza. Non possiamo parlare di pace, finché gli uomini restano così estranei, così freddi, continuano ad operare l’indifferenza , vi consiglio di andarvi a leggere   cosa ne pensava Gramscial riguardo dellaIndifferenza , così diversi l’uno accanto all’altro, mentre la vicinanza è un peso fastidioso dal quale ci si vorrebbe liberare o che si tenta vanamente di dissolvere con la tecnica artificiosa dell’arte dei contatti sociali.Tale situazionerimarrà finché non siano stati riconosciuti i diritti ed i doveri dell’intelligenza e questa, diventata eguale alle sue possibilità, non abbia fatto luce intorno, aprendo coraggiosamente orizzonti a tanta verità, quanta è necessaria per vivere. E siccome   la forma   sottointesa di tanti altri postè tacitamenteignorata , o come dice Francesco “ Sapere ma non far sapere “ mi rivolgo in modo diretto alle attualiforze religiose e laiche del paese   ovvero al sig. sindacoRaffaele Mirenzi , al ns Parroco Don Gaetano Rocca ,alle forze di Opposizione e Maggioranza dei vari gruppi consiliari,alle forzesocialidelle varie aggregazioni della ns comunitàquali AVIS, PROLOCO, Grippo Mamre,alle associazioni di S. Elia,ai gruppi sportivi,, alleattivitàcommercialie produttive delpaeseai disoccupati, e in particolar modo ai GIOVANI, al fine diincontraci e trovare tutti insieme un punto comune per una crescita e unacondivisione della Vitain pace ,   in quantonon c’è pace dove non c’è l’impegno e la gioia di vivere, dovenon ci sollecita la necessità di essere uomini né ci alletta il cammino difficile, per ritorni ed incertezze, di una rinnovata conquista, di una fede consolatrice, di una ineffabile speranza.Per mancanza di intelligenza e di vivacità, malgrado il mio desiderio, siamo così lontani dalla pace. Ed oggi, la nostra comunitàcorre ilpericolo di perdere un’ultima occasione, di fare una definitiva rinuncia, se, resi accorti dell’estremo rischio, non facciamo sorgere in noi lo spirito della pace, il quale renda la vita coraggiosa, operosa, affaticata, ma non stanca, per una conquista infinita da compiere.


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