Magazine Diario personale

La nidiata

Creato il 15 settembre 2012 da Povna @povna

Il tempo vola, poco originalmente; e la ‘povna, alle prese con il suo nuovo tempo, già si ritrova nel fine settimana. Non è un tempo semplice, va detto. Perché, se nel passato lei aveva dei giorni stabiliti e inderogabili, per dedicarsi all’altro mondo (nello specifico: il giovedì pomeriggio, il venerdì e il sabato) ora la scuola mangia tutto, e gli impegni universitari (che pure ancora esistono, e sono tanti, e pure belli) premono un po’ da tutti i buchi per ottenere il loro spazio; e non è sempre facile costruire intorno a sé il modello nuovo. Ma tutto si incastrerà, piano piano, come sempre. E alla ‘povna – che ancora non ha smaltito né il sonno né gli incubi di Neverland – non resta che prenderla con filosofia, e dormirci sopra.
Negli intervalli, però, quando è a scuola, si aggira per corridoi e classi, e osserva. Osserva la quantità di colleghi che ancora mancano (ché il loro Provveditorato è in sciopero); osserva gli ingegneri (beati loro, così biunivocamente riposanti) che compilano le piantine dell’edificio e delle classi (ma poi deve arrivare la ‘povna a spiegare a un allibito Mr.House che, forse, è perché non hanno regolarmente pagato la bolletta che la loro scuola si è ritrovata, all’improvviso, senza rete). Osserva S(t)olida, che ha ottenuto la cattedra su misura che voleva al prezzo di minacce e lamentele (e cacciando un perdente posto), e non sa ancora che forse Esagono, in quanto ingegnere, sarà disposto a perdonare, perché semplice; ma la ‘povna no, ché lei è una viperetta, e ha intenzione di farle scontare un caro prezzo (specie considerando che il Vicepreside l’ha messa, inetta come è, a coordinare la nuova classe dei primini).
Ma, se si parla di primini, arriva il tempo di fare la loro conoscenza. La ‘povna ha trascorso insieme a loro molte ore, in questi giorni. Così che si potessero studiare reciprocamente. E il risultato è, se pure con juicio, ampiamente positivo. Gruppo attento, interessato, moderatamente ironico, guarda il mondo con occhi fissi e tondi; e, pur senza propendere allo slancio inarrestabile e diretto (come i Maculati che furono), è pronto tuttavia a garantirti, con riserva, un certo quantitativo di fiducia. La ‘povna, dopo i Pesci, li trova in ogni caso amabili. Ma ha ancora abbastanza apertura verso il mondo da ammettere con buona grazia di vederli interessanti pure per fatti loro.
Questo almeno ha pensato, da mercoledì a oggi, giorno dopo giorno. Mentre, macinando le lezioni coi chilometri, si ritrovava immersa nel tentativo di trovare per loro un nuovo nome. Quanto al genere, non aveva nutrito nessun dubbio. Perché è ovvio che si tratti di animali da penna. Ricavare da questa intuizione generale la specie adatta restava però, va detto, assai più complicato. Gufi, forse, per quegli occhi così tondi. Anche se la tendenza a mettersi tutti in fila, e ad accodarsi, faceva pensare senza dubbio anche ai pulcini. Da entrambe queste categorie restava fuori però l’altro elemento che li ha messi in luce dall’inizio: il loro essere, cioè, enti desideranti, con una precoce capacità di chiarire, durante i giochi di conoscenza, le proprie necessità attraverso le parole. Vi si aggiunga, infine, un’insolita nostalgia geografica (“ma perché ci hanno tolto geografia, professoressa?”), unita a un amore per i viaggi. Ce ne era abbastanza per far salire l’incertezza. E difatti la ‘povna ha arrancato con parecchi suggerimenti per la testa – senza che nessuno le paresse, però, definitivo. Infine, sabato, in treno, la certezza. Nidiata, penne, passione, crescita, viaggi: da oggi in poi i nuovi primini assumono ufficialmente il nome di Anatroccoli (o, per simpatia: Pennuti; o, ancora: Anatrini). Destinati, chissà, a diventare un domani dei bei cigni. Ma intanto tutti presi a imparare come muovere le zampe, per navigare il fiume. E – poiché le intuizioni giuste poi trovano presto, da se stesse, la conferma – quasi contemporaneamente la ‘povna ha capito (con sconcertante chiarezza) quale avrebbe dovuto essere (quello, e nessun altro) il loro primo libro di lettura.
Così terminata la cerimonia di battesimo, la ‘povna se ne va a schiacciare un altro pisolino, soddisfatta. Perché adesso è davvero tutto a posto. E il nuovo anno può finalmente cominciare.


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