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La ninnananna è migrante Quando arriva la sera, per andare sereni verso il sonno, servono le braccia tenere di una mamma pronta ad accompagnare, con l’affetto di una stretta di mano, di una carezza, di un gesto amico, il passaggio al regno di Morfeo. Mariana Chiesa in Quasi ninna quasi nanna, in catalogo per Orecchio Acerbo, racconta questo momento. Lo fa usando una lingua bella, calda, antica e contemporanea, una lingua che mette insieme suoni raccolti in luoghi e tempi diversi. E’ viaggiatrice la ninna nanna di Mariana, è migrante, pronta a muoversi per andare verso i luoghi dell’affetto, superando mari ed oceani. Quasi ninna quasi nanna è un capolavoro visivo, è la materializzazione di un universo onirico che nei segni forti, sapienti e accurati, svela desideri e paure (bellissime le serigrafie realizzate dalla stamperia e galleria d’arte Squadro, a Bologna, per la mostra dedicata al lavoro di Mariana Chiesa, nel 2011). E’ il sogno del bambino e il sogno dell’autrice: nel libro le illustrazioni sono offerte al lettore come un regalo poetico. Perché è poesia quella che fa incontrare testo e immagine, è ricerca quella che sta alla base di un progetto libro capace di usare un linguaggio adatto ad antiche storie. “ La ninnananna è meticcia e viaggiatrice. Dal Mediterraneo all’Atlantico, dalla lingua madre a quella acquisita. La ninnananna possiede un doppio incanto: è tagliente e tenera, è dolcezza e crudezza, senso e nonsenso…”