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La nobile arte della tanatosi sociale

Creato il 08 luglio 2013 da Albertocapece

rospoCom’è noto una delle strategie di sopravvivenza del mondo animale è quello di fingersi morti nella speranza che il predatore si distragga o abbia dubbi sul mangiare un animale che potrebbe essere morto da tempo. Molti pesci, insetti, rettili e anfibi adottano questa tattica che si basa su contrazioni muscolari simili a quelle dell”infezione tetanica , ma solo un mammifero arcaico come l’opossum, perché i predatori placentati sono troppo intelligenti per farsi fregare.

E tuttavia in molte specie di animali superiori, uomo compreso, l’immobilità  è spesso usata come trucco o come riflesso istintivo per togliersi l’impaccio: ne abbiamo un ancestrale riflesso nei bambini che fermi e con gli occhi chiusi pensano di essere invisibili o testimonianze storiche sul fingersi morti sul campo di battaglia che pare fosse una specialità dei celti.  Ma ora possiamo tranquillamente constatare che questo residuo della tanatosi può essere applicato anche alle società: quando non si vede come uscire da una situazione di pericolo, quando non si producono idee e strategie per risolvere in maniera diversa il problema, allora ci si paralizza e ci si rifugia nell’immobilità, sperando che la storia non ci veda.

E così come nel mondo animale ci sono predatori che si sono evoluti proprio per sfruttare la tanatosi e rendersi più facile cattura di prede altrimenti impossibili, così nelle società umane l’immobilismo può essere indotto dal potere e anche abbastanza facilmente: basta separare le persone e togliere loro il senso del destino comune per vederle correre ognuna per proprio conto in ogni direzione, mentre l’insieme rimane nel suo complesso fermo. Poi basta inoculare con la flebo dei mass media la convinzione che non esistono altre possibilità di soluzione che quelle suggerite, è il gioco è fatto. La paura con la sua emotività paralizzante completa il quadro.

Non c’è bisogno di studiare popolazioni esotiche o lontane per capirlo: lo stiamo vivendo. Un sistema politico rimane immobile al solo scopo di salvare se stesso e la rete di relazioni che ha costruito con il resto della classe dirigente. Ma anche i cittadini rimangono immobili non avendo il coraggio di  affrontare pensieri differenti, di mettere il piede fuori dai luoghi comuni del loro tempo e pieni di paura che ogni cambiamento possa mettere in forse quello che hanno. Così che possono essere depredati con tutto comodo. Ciò che pare muoversi vorticosamente sullo sfondo è solo l’apparenza, sono ombre cinesi destinate a  produrre l’illusione che qualcosa si muova e nascondere invece l’unica attività reale, cioè il saccheggio della democrazia.

Solo di fronte a singoli problemi c’è la possibilità di uscire dallo stato di tanatosi, di sconfiggere le tossine tetaniche che paralizzano, ma questo è facilmente superabile con la repressione o con l’attendismo, il rinvio, le tattiche dilatorie o l’inganno: il vero pericolo per il potere sono le alternative globali per le quali si è prodotto un trentennio di rigorosa e costante castrazione. Tutto il resto finisce nel calderone dell’immobile e folate di cambiamento che sembrano dover abbattere gli idoli, si mutano ben presto in brezza che a stento smuove le vele: i pirati in pochi mesi diventano passeggeri di seconda classe della crociera a prezzo scontato. Ma intanto così, momentaneamente, diminuisce la tensione: la valvola della pentola a pressione fa un fischio tremendo, ma aiuta la normalizzazione. Il che appunto costituisce il risultato di una tanatosi ben studiata e realizzata, al punto che lo stesso linguaggio ritorna alle vecchie espressione della prima repubblica: non muovetevi e tutto si risolverà. Così le vittime designate sono le prime ad essere carnefici di se stesse.


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