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Sfogo e confessione. Forse sarebbe il momento di rileggere "La noia", il romanzo di Moravia che tanto mi interessò decenni fa. Perché è un momento così per me. Caduta di interesse per ciò che fino a ieri mi interessava e coinvolgeva: politica, leggere, scrivere, cinema. Cerco di capire se dipenda da me o dall'offerta. Non ci riesco. Politica. Continuo a dissentire da tutti. Anche se lo manifesto minimamente. Perché mi manca il gusto di litigare. Ho poche idee ferme, pochissime. Forse una sola: l'eguaglianza. Credo di stare nettamente a sinistra. Lontano da Renzi e da ciò che sta per così dire alla sua destra. Ma la sedicente sinistra, a parte che divisa, mi appare sconfitta in partenza. Per mancanza di radicalità e per mancanza di sostenibilità. Dispero della mia capacità di espressione. Spiegare, ad esempio, che continuo ad apprezzare Ichino pur essendo più convintamente socialista di prima. Leggere. Mai mi è capitato prima di cominciare e non completare la lettura di tanti libri, romanzi e saggi. Volendo recuperare classici non letti sono riuscito a leggere interamente "Linea d'ombra" di Conrad. Ma è un romanzo breve. Però ho smesso di leggere l'altrettanto breve "Sonata a Kreutzer" di Tolstoi. Riguardo la saggistica ho interrotto da mesi la lettura di "La maggioranza invisibile" di Farragina. Eppure mi interessava molto. Cosa è successo ad un tratto? Scrivere. Penso sempre di scrivere qualcosa di organico e di respiro; ma mi fermo a fb e al blog. Cinema. Sarà imbarazzante dirlo, ma negli ultimi mesi l'unico film che mi ha "preso" facendomi pensare, oltre che ridere, è stato "Quo Vado". Tutto il resto mi è sembrato freddo, intellettualistico, inutile. Così "Macbeth", dal mio amato Shakespeare. Ben recitato, bei panorami scozzesi, freddi e umidi, bella fotografia, forse bella regia. Ma mio coinvolgimento pari a zero. Lo stesso per "Revenant", con Di Caprio candidato all'Oscar. Anche qui bei panorami, bella fotografia, bello tutto, ma non mi dice nulla. Peggio ancora "Assolo" con Laura Morante regista. Una Moretti al quadrato, quasi una parodia. Un po' meglio, molto meglio "Il ponte delle spie", grazie a Spielberg e grazie a Mark Rylance, per me sconosciuto fino a ieri, interprete della spia russa Abel, un miracolo di talento e misura. Come evidente, cerco e trovo faticosamente qualcosa da apprezzare. Spero mi passi.