Ndr.
Questo mese ho scritto per Vogue Sposa di gennaio che trovate in edicola in questi giorni, con l’articolo qui sotto.
Partire. Perché il viaggiare è una necessità dell’anima. Perché più si viaggia più si capisce quanto poco si è vissuto e quanto deficitiamo in conoscenza e esperienza.
Partire in due perché la gioia è tale se condivisa. Perché una volta che si trova il compagno perfetto di avventure, ogni nuovo luogo è magia allo stato elevato di potenza. Perché poter osservare quello che ci circonda, farlo diventare parte della nostra anima, è un lusso che va spartito con chi amiamo di più.
Perché la magia della scoperta è un’emozione romantica che permette di formulare ricordi indissolubili nel nostro cuore, e tutto risulta più straordinario, più romanticamente e indissolubilmente legato a ciò che rende i battiti del cuore accelerati.
Con qualche valigia, molti maglioni e due paia di jeans a testa, siamo partiti da Londra, alla volta di una straordinaria Cornovaglia.
Fatta di scogliere a picco sul mare e scorci che a raccontarli perdono della loro maestosità.
Le colline a pois della Cornovaglia. Mi piace dire così ma in realtà questo termine è stato coniato dal mio Amore, nonché compagno di avventure , lavoro e di vita.
Queste distese immense, con cieli così bassi carichi di nuvole e pioggia, ma pronti a svelare subito arcobaleni da mozzare il fiato e lasciarti stupefatta, quasi inerte, sicuramente attonita davanti a tale meraviglia, domandandoti dove inizia e dove finisce una favola così.
Piccoli bed and breakfast, guest house trasformate in accoglienti hotel di charme, dove si viene accolti con tè caldo e calzettoni di lana per rifugiare piedi stanchi e un po’ infreddoliti.
Qui, dove il kilometro zero è veramente tale, dove il biologico è accertato seriamente e la bassa marea al mattino fa si che ogni singolo membro della comunità si riversi nelle spiagge – sia che piova a catinelle sia che ci sia il sole più luminoso – a far correre spensierati i cani.
Qui dove incontri persone coraggiose che hanno fatto della loro qualità di vita la priorità fondamentale, lasciandosi alle spalle una vita urbana che ormai poco si confaceva a un nuovo moto ondoso dell’anima.
Ci sono scogliere a capofitto sul mare, vento freddo che spazza via le infelicità latenti e piccoli ristoranti da due stelle Michelin e solamente otto tavoli, dove vengono serviti fish burger che portano diretti all’entrata del Paradiso. Ci sono colline verdi, di un verde smeraldo e strade che costeggiano boschi fitti e ombrosi. Piccoli villaggi dove si possono trovare formaggerie e cioccolaterie e un’unica panetteria che fa consegne a domicilio per gli abitanti del luogo.
Per scaldarsi si beve cream tea, un tè speciale al latte accompagnato da scones e marmellatadi fragola e lamponi, rigorosamente homemade. Si mangiano pesce e patatine fritte e si gustano ostriche ai vari food festival in giro per i porti e tutto sembra, in un’unica parola: pacifico.
La divisa ufficiale è stivali da pioggia e jeans, e il comune denominatore è il conforto del quotidiano, laddove ci si possa rifugiare in un cachemire caldo che protegga dalle intemperie e da questo tempo così capriccioso, come una francese dal rossetto rosso in vacanza a deauville: indisponente ma totalmente adorabile.
C’è una poesia sussurrata in ogni cosa che vedi: dal cavolo esposto dal fruttivendolo, alla zucca piena di terra nel percorso che ti porta dalla spiaggia a casa, fino ad arrivare alle tagliatelle con noci fresche che ti servono alla sera, in un ristorante vista porto, con pane caldo e burro.
Negli angoli delle strade, a inizio contea, si possono trovare bancherelle di frutta dove non ti attenderà mai il fattore, bensì la fiducia che lui, a priori, nutre negli avventori. lascia due penny per le zucchine, 5 invece se vuoi i piselli. Sono fatti così, loro. E tu ti senti un alieno perchè tutta questa fiducia non sai nemmeno come approcciarla. Ci si sente quasi in difetto, perchè qui la parola comunità succede ai fatti, ed è imprescindibile dall’aiuto che ciascuno da all’alto.
Nelle chiese si trovano leggende che mistificano la tradizione pagana, unendola alla religione, come se fosse il normale proseguo di un percorso di crescita e gioia. Sulle panche ci sono cuscini ricamati a mano e all’ingresso pastelli colorati per i bambini, ma anche per i grandi – “vi prego lasciate il vostro disegno, ne avremo cura”.
Quando la pioggia finisce, si dispiega un cielo così turchese che puoi ridefinire il colore stesso.Cespugli di bacche rosse e ampi respiri che volgono verso sorrisi inusitati.
Le ortensie hanno sfumature che vanno dall’indaco al rosa antico e crescono a profusione, senza bisogno di cure particolari, donando al circondario un aspetto fragile e prezioso.
L’evolversi di un amore. La normale consecutio tempore di due anime che decidono di scommettere con la Vita, per un eterno che sfida le leggi di una quotidianità che privilegia l’individualismo.
Insieme: per viaggiare, per affrontare i problemi, per costruire una famiglia che sia da rifugio nei momenti più bui, che possa essere un porto sicuro quando fuori soffia vento e che possa ancorarci a ciò che c’è di più vero in questo mondo.
Mi sono innamorata di questi scenari, e ho amato questi favolosi panorami. Le aspettative hanno superato la realtà. Tutto ciò è stato reso ancora più incantevole dalla condivisone con l’uomo che amo di questa avventura in Cornovaglia.
Ci siamo persi navigando sulle nuvole basse delle spiagge di Bude: questa bassa marea il cui il colore cielo si mischia al blu profondo del mare. Arcobaleni da rubare e mettere nello zaino dei ricordi, sperando di riuscire poi a convogliare tutte le sue tonalità con la stessa intensità del momento di fruizione, senza che il passare del tempo sbiadisca la poesia di quei rosa che si perdono nei gialli che convogliano in verdi rapaci.
Abbiamo mangiato da Nomada, dall’unico chef cubano trapiantato in questi venti freddi del sud dell’Inghilterra e ci siamo deliziati con sticky toffee pudding e soufflé alla vaniglia e mele. Con il suo accento un po’ bizzarro abbiamo riso e scherzato, parlando di coincidenze e spezie.
Ci siamo ritrovati tra le piccole strade di Port Isaac, insieme alla scoperta dei piccoli tesori dei pescatori: piccole case, piccole barche, colori accoglienti. Abbiamo mangiato da Nathan Outlaw’s fish kitchen: un minuscolo ristorante fatto da pochissimi tavoli che vanta però due stelle michelin…e abbiamo mangiato un fish bruger di cui per sempre ricorderemo i profumi, bevendo gli odori di questo incredibile vino bianco della casa. Ostriche grandi come piccole sculture e burro chiarificato alla cipolla dolce.
Stivali e cappello di lana, su e giù per i sentieri di re Artù, verso un castello che sa di incantesimi e amori che sfidano il tempo e l’usura. Con un sorriso ci immergiamo in pozzanghere e ruscelli, tanto abbiamo gli stivali di gomma a proteggerci, tanto abbiamo il nostro adorarci a tenerci al caldo.E per tutti il resto c’è il tè bollente appena troviamo un rifugio. Questo è il castello di Tintagel.
Sulla via del ritorno, ci fermiamo a mangiare una vellutata di zucca e mais con pane fatto in casa, in un minuscolo Deli sulla strada, curato in ogni dettaglio, dove sempre sembra Natale: trovo una dispensa piena di prodotti biologici e farine ricercate, ketchup che sono presidi slow food e vaniglia spalmabile. Ormai la mia dolce metà non fa più nemmeno storie o polemiche quando al ritorno ci tocca pagare l’over weight per i barattoli di marmellate e ogni genere di peculiarità in termini di cibo che sento la necessità di portare a casa, così per quei giorni in cui la nostalgia di attimi sospesi nel tempo – in fondo lo scoprire nuove terre e viaggiare ti lascia quella libertà di sospendere tutto nel tempo e abbandonare ogni retaggio con la quotidianità.
Il mare lambisce le spiagge e i pensieri si fanno soavi, anche se fuori diluvia e le onde sono cavalloni immensi.
Qui i bambini – che venga il Sole o la neve – alle 9 del mattino sono in acqua per un’ora, barricati in mute totali, e noi li guardiamo dalle grandi finestre sui balconi e rimaniamo attoniti dal loro coraggio.
Più ci avventuriamo tra queste strade fatte di pioggia e alberi, più mi sento sicura: è un po’ come la nostra relazione. Io impaurita, con il terrore di soffrire ancora, con la paura e l’incapacità sviluppata nel tempo di fidarmi, e in tutta risposta ci sei tu che mi prendi la mano, e allora ogni cosa è illuminata, e allora mi sento protetta come forse mai è successo.
Da non perdere è l’incanto di St Ives: una piccola cittadina fatta di luci a filo appese e sospese nell’aria e ristoranti che coccolano già dall’esterno.
Come due adolescenti al Luna Park, troviamo un negozio che ci stupisce: possiamo costruire un pupazzo di peluche e come due genitori ansiosi, scegliamo foggia, colore e abito e attendiamo il risultato.
Ci perdiamo in un minuscolo negozio, più da dire, un bijou di boutique, molto hipster, che vende ogni genere di formaggio – dall’organica chetar per passare dal Cornish St Endellion brie fino ad arrivare ad aerborinati come il Cornish Yettle Yarg.
Dormiamo in una guest house gestita da una coppia deliziosa, che ci sorride e ci prepara colazioni incredibili in un contesto di cottage house che ci coccola e ci culla, dandoci il buongiorno con una vetrata che da direttamente sulla baia, i surfisti e l’oceano. Sentiamo la brezza marina anche con le finestre chiuse.
La sera mangiamo risotto alla barbabietola cucinato dallo chef surfista che ci fa degustare una tempura di Cornish blue – una specie di gorgonzola made in Cornwell.
Con la nostra favolosa Aston Martin, guidiamo all the way down fino ad arriver a Sennon e a trovare la chiesa di Zennor, famosa per le sue leggende sulla sirena che innamorata del corista della chiesa arrivò qui trasportata su una sedia solo per sentire la sua voce e ascoltare il calore della sua pelle.
Visitiamo il Minack Theatre: un teatro nella roccia, a strapiombo sull’incredibile Porthcurno Beach – una meraviglia strappata da un libro di favole e viaggi, un amore celestiale difficile da ritrovare, dove gli occhi si tuffano a capofitto nell’orizzonte poi ritrovarsi sbalorditi e riempiti di meraviglia.
Ci fermiamo a mangiare in un pittoresco cottage, pieno di candele e colori autunnali che consolano l’umore: mangiamo vellutata di zucca mantecata con la mela e incredibili gnocchi con pomodori secchi e formaggio di capra.
Ogni dolce ormai è un classico: sticky toffee pudding. So – in caso di lite – come farmi perdonare: una produzione massiccia di caramello e passa la paura.
Di corsa verso Marazion, che siede di fronte al monte Saint Micheal: il mattino seguite cammineremo e correremo verso il mare, approfittando della bassa marea, verso questa isola così particolare. Una specie di capriccio in mare aperto. Dormiamo in un’altra guest house, dal letto enorme e il bagno elegante. I proprietari sono molto gentili, ci chiamano per avvertirci che sono in ritardo per il check in, sperano non sia un disturbo. Ma noi, che di ritardi siamo gli esperti, sorridiamo e già amiamo questa peculiarità che viene trasformata in gentilezza.
Stanchi ma felici, ceniamo da colui che senza dubbio presto avrà una stella Michelin: Ben’s Cornish Kitchen. Ci deliziamo con una rincuorante zuppa di cipolle, un bicchiere di Sauvignon Blanc 2012 Neil Ellis e ovviamente l’ormai rituale salsa butterscotch. Il vento e il freddo ci colora le guance e ci arrossisce i pensieri.
Sono emozionata: ogni giorno è un regalo e come una margherita sfogliamo i petali in attesa di sapere cosa ci riserva questa vacanza nomade.
Troviamo il festival delle ostriche e ne mangiamo a iosa da Rick Stein. Non posso farne a meno e continuo a ordinarne. Sono la mia debolezza. E Rick Stein, questo cuoco che ha costruito un impero facendo del chilometro 0 la sua forza, mi riempie il cuore di gioia e lo stomaco di prelibatezze.
A bordo della King Harry ferry, attraversiamo il fiume e raggiungiamo la vecchia città chic di St Mawes. E’ il prodromo verso ciò che più incantevole ho visto in tutta la mia vita: i giardini segreti di Heligan.
Ettari infiniti di natura e verde, statue impastate con yogurt così che i muschi possono crescere con più facilità tutti intorno. Qui vedi la natura evolversi in ogni sua trasformazione, vivi appieno le stagioni e io mi perdo in queste zucche dai contorni fiabeschi.
Qui si coltiva di tutto, persino le ananas e la storia ti stupisce: la forza dell’essere umano e degli animi nobili. E’ come se fosse un archivio a cielo aperto di sementi antiche e ormai irreperibili. Giardini nascosti che traboccano di gelsomini e rose.
Concludiamo il nostro percorso passando da StoneHenge: qui sentiamo tutta la forza e la magia di luoghi mitici.
All’aereoporto mangiamo zuppe di lenticchie tenendoci la mano e osservando questi viaggiatori così affamati di nuovo, di avventura e di ignoto. Sorrido, perché io trovo l’avventura ogni mattina, quando mi sveglio e la prima parola che dico è un buongiorno amore, che mai più avrei creduto possibile pronunciare.
Indirizzi :
Posti da visitare:
Minack TheatrePorthcurno, Cornwall TR19 6JU
01736 810181
Barbara Hepworth Museum & Sculpture Garden
Barnoon Hill, St Ives TR26 1AD
01736 796226
http://www.tate.org.uk/visit/tate-st-ives/barbara-hepworth-museum
Tintagel Castle
Tintagel, Cornwall PL34 0HE
01840 770328
http://www.english-heritage.org.uk/daysout/properties/tintagel-castle/
www.minack.comFalmouth Oyster Festival
Events Square, Falmouth TR11 3XA
www.falmouthoysterfestival.co.uk
Lost Gardens of Heligan
Pentewan, nr St Austell, Cornwall PL26 6EN
01726 845100
HotelsThe Beach at Bude
Summerleaze Crescent, Bude, Cornwall EX23 8HJ
01288 389800
West by Five
7 Clodgy View, St Ives, Cornwall TR26 1JG
01736 794584
St Michael’s Bed & Breakfast
The Cornerhouse, Fore Street, Marazion, Cornwall TR17 0AD
01736 711348
www.stmichaels-bedandbreakfast.co.uk
Trehaven Manor
Station Road, East Looe, Cornwall PL13 1HN
01503 262028
Hotel Tresanton St Mawes, Cornwall www.tresanton.com Restaurant: The Old Coastguard HotelThe Parade, Mousehole, nr Penzance TR19 6PR01736 731222 http://www.oldcoastguardhotel.co.uk/Eat.aspxNomada
01288 389827
www.nomadabude.com
Nathan Outlaw’s Fish Kitchen
1 Middle Street, Port Isaac, Cornwall PL29 3RH
01208 881183
http://www.outlaws.co.uk/fishkitchen
The Allotment deli 30a fore street St Ives Cornwell www.theallotmentdeli.blogspot.co.uk Ben’s Cornish Kitchen West End Marazion Cornwall www.benscornishkitchen.com Rick Steins Fish RestaurantEvents Square, Falmouth TR11 3XA
http://www.rickstein.com/Rick-Steins-Fish-Falmouth.html
Si ringrazia:
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