La notizia della mia morte è un po' esagerata

Creato il 06 ottobre 2011 da Paola_granieri

Era il 2008, quando Jobs, ironizzando sulla falsa notizia del suo decesso, si presentò sul palco per il keynote di presentazione della nuova generazione di iPod.
Jobs santo subito.
Ne avrei voluto parlare, oh se avrei voluto parlarne!
Non per dire cose che tutti sappiamo già, che era un genio, che ha cambiato il modo di vedere il mondo, che è stato una persona speciale.
Non ci vuole una laurea per essere Steve Jobs, lui una laurea non ce l'aveva e guarda dove è arrivato, una come la Minetti sulla carta è laureata col massimo dei voti, eppure.
Me lo aspettavo, ce lo aspettavamo tutti.
Le parole di Barack Obama mi hanno fatto sorridere: effettivamente ho appreso della sua dipartita proprio dal mio Macbook pro, un mezzo, anzi un device, inventato da lui.
E per un momento, googlando il suo nome, ho coltivato l'illusione che non fosse vero, d'altronde Wikipedia, ancora oscurata, riportava solo la data di nascita.
Certe mattine, oltre a ringraziare Dio per avermi fatto vedere l'alba di un nuovo giorno, è capitato, a me come a centinaia di migliaia di persone sparse per il mondo, di ringraziare Steve Jobs.
Dio lo benedica, pensavo, se mi porto nel taschino un coso che mi fa telefonare, ascoltare musica e scattare foto, senza dover avere la borsa di Mary Poppins è merito suo.
Ma finita la corsa alle citazioni, stay angry, stay foolish, scrivono tutti su Facebook, è altro quello che mi fa tradire una lacrima.
Avrei voluto scriverne qualche mese fa, quando quel vile che si professava medico, sulla base di una foto sfocata apparsa su un tabloid e senza alcun rispetto per il dramma di quest'uomo, consapevole di essere un condannato a morte, e della sua famiglia, dichiarò pubblicamente che aveva davanti 6 settimane di vita.
Avrei voluto scriverne la mattina del 24 agosto, sotto l'ombrellone, quando lessi (sul mio iPhone) che Jobs si era dimesso dall'incarico di CEO. Allora è proprio la fine, mi dissi, scoraggiata. Me ne rammaricai. Provai amarezza, la stessa amarezza che provo oggi.
Di fronte a questo male nessuno di noi ha scampo, nemmeno l'uomo che poteva comprarsi il mondo e pure la Luna. E' riuscito a sopravvivere qualche anno in più, forse, ma alla fine anche lui ha perso.

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