Ore 20 di ieri sera, piazza di Siena è gremita di 12 mila spettatori in attesa di Renato Zero. Il concerto – primo della serie di otto con cui l’artista festeggia i suoi sessant’anni – sta per iniziare. Sorcini, zerofolli e fan di tre generazioni, dalla tribuna fanno i loro auguri al cantautore capitolino. “Spero che Renato riesca a contrastare l’emarginazione giovanile, realizzando finalmente il sogno della sua Fonopooli”, dice Valentina, 28 anni, impiegata quartiere Monte Mario. “E tanti anni fa avevo anche comprato uno dei mattoni di Fonopoli…”. Con Valentina c’è la mamma Barbara, 48 anni: “Tanto tempo fa avevo conosciuto il papà di Renato, che lavorava in polizia come me”. Barbara è al suo 25esimo concerto: “Li ho visti quasi tutti, dai tempi di Zerolandia agli stadi”.
Tra il pubblico, in tribuna, c’è il fidanzato di Valentina, Fabrizio. “Mentre il papà è stato lasciato a casa…”. Invece Fabio professione commercialista, padre del piccolo Alessandro, è al concerto con la moglie Maria Grazia. Sono appena arrivati dal Collatino: “Il nostro augurio a Renato? Cantare ancora per tanti anni, i migliori della nostra vita”.
Mentre Shari di Villa Gordiani e Alexandra di Marino, entrambe 19 anni, andavano a sentire i concerti con le loro mamme fin da piccolissime: “Auguriamo a Renato di farci continuare la “nostra tradizione” di famiglia. Anche noi vorremo portare i nostri figli ai suoi concerti e per farlo abbiamo decisamente bisogno ancora di qualche anno”.
Ore 20.30: Renato Zero appare sul palco e regala alla platea una canzone inedita: “Roma”. E parte la lunga cavalcata tra “La favola mia”, “Amico”, “Mi vendo”, “Spiagge”, “Il cielo” e tante altre pietre miliari del suo canzoniere che si conclude qualche istante prima della mezzanotte ora in cui scocca il compleanno dell’artista. Ma prima, fra un brano e l’altro, si interrompe per parlare al suo pubblico: “Mi raccomando, non cambiate mai – dice al microfono, non perdete questa vostra romanità un po’ ingenua e un po’ capocciona. Non fatevi ingannare da chi vi racconta qualche favola” e conclude: “Viva l’Italia!”.
Fonte: La Repubblica, 30/09/2010
Col pensiero, col cuore c’ero anch’io!
ciao Nì!!
Nenet
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