Ieri era il 10 agosto, San Lorenzo, giornata, anzi notte, che la tradizione lega alle stelle cadenti. È un classico: ovunque voi siate, al mare, in montagna, in città o in campagna, la tentazione di mettersi con il naso all’insù è troppo forte per resistere. Certo, più si è in condizioni di buio e meglio è: l’ideale è stare lontano dai centri abitati, perché così la volta stellata appare in tutto il suo splendore e c’è la possibilità di ammirare meglio il cielo e ciò che vi accade.
Ieri sera a complicare le cose c’era la #superluna, una luna gigantesca che oltre ad essere piena era molto più vicina del solito alla terra nel suo giro di rivoluzione intorno ad essa. Così è stato senz’altro più difficile vedere questo fenomeno naturale, che tutti noi però desideriamo voler catturare fortemente per via di quella storia dell'”esprimi un desiderio”…
Ma siamo sicuri di sapere a cosa siano dovute le stelle cadenti? Cosa nasconde in realtà questo nome così romantico e malinconico che ci fa stare tutte le estati con la testa per aria a guardare intensamente il cielo sperando di puntare il punto giusto dove la scia luminosa passerà?
Le stelle cadenti non sono altro che, scientificamente parlando, uno sciame meteorico. Per la precisione si chiama sciame meteorico delle Perseidi. Vi rendete subito conto che il nome non è proprio accattivante: lo seguireste voi qualcuno che vi proponesse “andiamo in spiaggia a vedere lo sciame meteorico delle Perseidi?” Solo se da piccoli volevate fare gli astronauti! Chiamarle stelle cadenti in effetti rende molto meglio l’idea, accende la fantasia, l’emozione, quel pizzico di romanticismo che è in ognuno di noi… Comunque, le stelle cadenti sono uno sciame di meteore che, scontrandosi con l’atmosfera terrestre, danno luogo a quelle scie luminose che ci fanno sognare. Non sono stelle, dunque, ma comunque corpi celesti, e tra l’altro molto più vicini di quanto si possa immaginare. Un fenomeno naturale che è particolarmente evidente in questo periodo dell’anno e del quale trovate tutte le spiegazioni scientifiche, storiche, culturali in questo interessante articolo che vi propongo qui.
Io ieri sera la mia stella cadente l’ho vista (o almeno ne sono convinta) nonostante la #superluna. Eravamo in collina, fuori Firenze, in una zona lontana dalle luci della città e che quindi ben si presta all’osservazione del cielo.
Altrimenti dove si può andare? Internet come ogni anno si è scatenato alla ricerca dei luoghi più adatti del pianeta (tanto avete tempo, le stelle cadenti non erano solo ieri sera, ma continueranno per qualche giorno). ecco qualche idea, hai visto mai che vogliate tentare di nuovo la fortuna… ;-)
Il consiglio è sempre quello: abbandonare la città e recarsi in luoghi il più possibile isolati e naturalmente lasciati al buio: in montagna in Valle d’Aosta, ma anche sulle Alpi Marittime e nei dintorni di Sanremo e Imperia (si consiglia incredibilmente qui); altrimenti sulle isole, ben lontane dalla costa, come Giannutri, ad esempio, o comunque isolette e anche tratti di costa che non siano stati invasi e/o raggiunti dal turismo di massa e dalle sue conseguenze in termini di strutture antropiche e quindi di illuminazione. Bisogna cercare luoghi selvaggi, isolati e bui. Al resto ci penserà il cielo.
Questa è l’Italia illuminata. Cercate le zone buie: sono i luoghi più adatti per vedere le stelle ;-)
Va detto che per ieri sera un po’ ovunque in Italia le stelle cadenti sono state l’occasione per fare un po’ di festa, tra spettacoli di musica, eventi negli osservatori astronomici, feste in città ecc. Certo, la presenza della luna non ha aiutato, ma forse ha reso ancora più particolare la serata, e sicuramente gli appassionati di fotografia. Volete mettere la possibilità di vedere la luna così vicina che sembra quasi di toccarla? Personalmente la preferisco ad una scia luminosa che si è già esaurita nel tempo in cui si realizza di averla vista.
Chissà se la #superluna ha “rovinato” la festa dall’altra parte del mondo, a Uluru: la montagna sacra degli Aborigeni che abitano il Red Centre dell’Australia si trova davvero in mezzo al nulla, in uno dei luoghi desertici meno adatti alla civiltà che ci possa essere. Se devo pensare ad un luogo veramente isolato io penso a quello. E vi assicuro che laggiù le stelle sono tantissime (oltre che diverse dalle nostre, visto che siamo in un altro emisfero). Che io sappia, laggiù la notte c’è il coprifuoco per gli umani che vogliano girare per il parco, più per motivi di sicurezza sia propri che degli animali, che per altro. Ma sicuramente (così si dice qui) guardare il cielo con una guida aborigena può davvero avere un grande fascino ed è senz’altro l’immersione completa in una cultura completamente diversa dalla nostra, con sue leggende, sue costellazioni, suoi miti.
E dopo la notte delle stelle cadenti sorge l’alba su Uluru…