4 out of 5 stars
Titolo originale: The Drive-In: A “B” Movie with Blood and Popcorn, Made in Texas
Anno: 1988-89 (prima ed. italiana: 1993)
Genere: fantascienza
Isbn: 9788845922091
Casa editrice: Einaudi, collana Stili Libero Noir
Pagine: 342
Serie: Ciclo del Dirive-in; I e II
Dove sono le stelle? Perché chi si avvicina ai confini del drive-in muore orribilmente? E chi può avere interesse a tenere in ostaggio una folla istupidita, imbarbarita, inferocita, costretta oltretutto a vedere ininterrottamente “La notte dei morti viventi”? E la paura dilaga, anche al di qua degli schermi giganti su cui scorrono le immagini. Mentre in un primo momento a coloro che tentavano la fuga dal drive-in era riservata una fine orrenda, ora le cose sembrano andare diversamente: pare ci sia qualche temerario che possa varcare la soglia impenetrabile oltre la quale si vede solo il buio assoluto…
Questo volume comprende i primi due libri del “Ciclo del Drive-in”, scritti da Lansdale tra il 1988 e il 1989, e cioè La notte del drive-in e Il giorno dei dinosauri. Al ciclo appartiene anche un terzo libro, scritto ben 16 anni dopo il secondo, La notte del drive in 3 – gita per turisti.
Ho pensato e ripensato ad una frase ad effetto da usare come introduzione. Sul serio. Ci penso da giorni. Un libro cosi, una storia cosi, mi ripetevo, merita una recensione con un’apertura degna della follia di cui è intriso il racconto. Ne ho scritte alcune, per poi cancellarle irritata. Già, perchè la parola ALLUCINANTE strisciava neanche tanto nascosta dietro ad ogni pensiero, distraendomi dalla ricerca dell’originalità.
Perchè ALLUCINANTE, per quanto azzeccato possa essere, è tutto fuorché originale. Allora, sempre più irritata, mi è balzata in testa la parola ACIDO e tutta una serie di sinonimi e associazioni mentali fuorvianti e maledettamente in tema allo stesso momento. LSD, per esempio. O THC. O DMT, o PCP. Insomma, tutte sostanze allucinogene capaci di farti fare dei TRIP come dio comanda, di quelli che ti ricordi finchè campi. Se campi.
Entrambi i libri sono infatti dei viaggi allucinati, alienanti e claustrofobici nella degenerazione della razza umana di fronte a situazioni catastrofiche. Lansdale crea un microcosmo fantastico e delirante, che gronda orrore e disperazione e che nonostante la sua estrema assurdità offre sensazioni estremamente reali. La scrittura sembra avere sorta di urgenza narrativa che rende incapace il lettore di prevedere l’evolversi naturale e logico delle vicende. In sola mezza pagina questo libro è capace di prenderti per la gola e portarti giù in un mondo dove le cose più assurde sono assolutamente reali, dove non si può discutere, ma solo cercare di sopravvivere.
Delirante, ironico, assolutamente non adatto a stomaci deboli, questo racconto è un viaggio allucinato nella deviazione umana, contornato di una critica alla società dei consumi e alla religione. Crudo, tagliente, assurdo, più volte durante la lettura mi sono chiesta come si riescano anche solo a immaginare cose tanto folli. Secondo me è una di quelle cose che piace o non piace. Se piace, si entra nella storia, ci si lascia trascinare nell’abisso, tra i sacchetti dei popcorn e gli Dèi di serie B. Si vivono il terrore e lo sconforto, e si cerca di non farsi troppe domande. Se non piace, non credo si riesca ad andare oltre pagina 60.
Si dice spesso che genio e follia viaggino sul filo di un rasoio, e credo che questo libro ne sia un ottimo esempio. Lansdale ti porta sull’orlo del precipizio e tu ormai arreso all’evidenza ti dici: beh, non può succedere di peggio che cadere e morire! Ahahah! Illuso! Può succedere che il precipizio in realtà non esista, oppure che tentando strenuamente di non cadere tu ti opponga all’unica salvezza che ti si offre…
Libro 1: La notte del drive-in
Titolo originale: The Drive-In: A “B” Movie with Blood and Popcorn, Made in Texas
Anno: 1988 (prima ed. italiana: 1993)
Quattro ragazzi decidono di passare un venerdì sera al drive-in Orbit, il più grande del mondo, a guardarsi cinque classici dell’orrore assieme a qualche migliaio di persone. A metà del secondo film, nel cielo appare una strana meteora sorridente, e poi il drive-in viene circondato da misteriose, fittissime tenebre che uccidono chiunque tenti di uscire. Il panico inizia a serpeggiare e dopo ore, giorni senza più cibo e alla mercé di forze soprannaturali, mentre i film dell’orrore continuano senza sosta ad essere proiettati sugli schermi, gli spettatori intrappolati nel drive-in diventano sempre più violenti, feroci, pericolosi e disperati…
Scrivo dei giorni prima che le cose impazzissero, quando c’era da dire addio alle superiori, pensare all’università, alle ragazze, ai party, e alla Grande Nottata Horror del venerdì al drive-in Orbit, quello a fianco dell’Interstatale 45, il più grande drive-in del Texas.
[...] Pensateci un momento. Ripulite la mente da tutto il resto e vedete se riuscite a immaginare un drive-in tanto grande da poter contenere quattromila automobili. Voglio dire, pensateci sul serio.
Quattromila.
— incipit
Siamo in Texas, è venerdì sera, e come ogni venerdì circa 4000 macchine fanno la fila per entrare nel più grande drive-in dello stato, l’Orbit, per la Grande nottata Horror. A un certo punto, però accade qualcosa di strano: una specie di meteorite illumina il cielo, e il drive-in si ritrova avvolto in una cappa nera che risucchia chiunque provi a superarla, impedendo a coloro che si trovano al suo interno di lasciare la struttura. In capo a qualche giorno, o settimana, il microcosmo che si crea diviene una selvaggia lotta per la sopravvivenza, dove l’uomo mostra la sua primordiale ferocia e il tempo è una dimensione relativa, scandita solo dai film che continuano ad essere trasmessi ininterrottamente sugli schermi.
Assolutamente non adatto agli stomaci deboli, questo libro crea un cosmo dove l’uomo, con la mente annebbiata dalla fame e dai troppi zuccheri presenti nelle uniche cose che sono disponibili da mangiare, popcorn e bibite, diviene una bestia sempre più selvaggia, arrivando ad adorare un Dio che professa la religione della violenza.
L’unico neo che ho trovato è che secondo me in alcuni punti soffre un pò della ripetitività della situazione, diventando leggermente noioso. Inoltre sono rimasta un pò delusa dal finale, che però a dirla tutta non rappresenta poi una parte così importante della narrazione…
Libro 2: Il giorno dei dinosauri
Titolo originale: The Drive-In 2: Not Just One of Them Sequels
Anno: 1989 (prima ed. italiana: 1994)
Una folla di innocenti spettatori si accalca, invano, all’uscita del drive-in, il grande cinema all’aperto dove, nel cuore della notte, si proiettano solo film dell’orrore e di fantascienza. Ma perchè invano? Perchè c’è qualcuno che vuole tenerli prigionieri, e questo qualcuno non appartiene al nostro pianeta. Così, in un primo momento, chiunque tentasse di uscire dai confini dell’arena andava incontro a un’orribile fine. Ora, però, sembra che le cose stiano cambiando, che qualche temerario possa varcare la soglia impenetrabile oltre la quale si vede solo il buio assoluto. Ma voi, che cosa preferireste? Rimanere assediati nei confini allucinanti del cinematografo, o trovarvi sbalzati in un mondo di giungle preistoriche dove i grandi rettili vanno instancabilmente a caccia, cibandosi di tutto ciò che trovano? Questo è il dilemma degli eroi di Lansdale, costretti ora ad affrontare il Giorno dei Dinosauri.
Un giorno, d’improvviso, uno si trova ad aver finito le scuole superiori, felice come un bruco nella cacca; si sveglia con l’uccello duro, passa le giornate seduto con le mutande macchiate di piscia e i piedi appoggiati so-pra la bocchetta del condizionatore, con l’aria fredda che gli soffia sulle palle, e la prima cosa che gli succede è che viene crocifisso.
— incipit
ATTENZIONE: questa recensione contiene SPOILER rispetto al libro precedente
Abbiamo lasciato i nostri eroi sulla lunga strada all’uscita dal drive-in, speranzosi di tornare alla loro vita normale. Il problema è che ormai il mondo come lo conoscevano non esiste più, e al suo posto c’è un’enorme foresta attraversata solo da una lunga strada. Ci sono enormi dinosauri, la Città di Merda e la sua corda, e un terrificante personaggio con un televisore al posto della testa.
Se il primo libro sembra allucinato, questo a mio avviso lo è ancora di più, e ogni tanto si rende quasi necessario alzare gli occhi dal libro e prendere una boccata d’aria. Il mondo che Lansdale aveva creato all’interno del Drive-in si estende in un’immensa foresta all’interno della quale strane ombre si muovono. Il racconto si fa così strano e delirante che a volte si corre il rischio di sentirsi disorientati nel corso della lettura. E’ forse vero, allora, che esistono degli Dei di serie B che manovrano i fili di tutta questa storia?