(The Purge)
Regia di James DeMonaco
con Ethan Hawke (James Sandin), Lena Headey (Mary Sandin), Adelaide Kane (Zoey Sandin), Max Burkholder (Charlie Sandin), Edwin Hodge (il ragazzo di colore), Rhys Wakefield (il ragazzo alla porta), Tony Oller (Henry), Arija Bareikis (Grace Ferrin), Tom Yi (Cali), Chris Mulkey (Mr Halverson), Tisha French (Mrs Halverson), Dana Bunch (Mr Ferrin).
PAESE: USA 2013
GENERE: Thriller
DURATA: 85’
2022. Per fermare la criminalità dilagante (o forse per liberarsi dei cittadini indesiderati), il governo americano ha stabilito che, una volta all’anno per dodici ore, ogni reato – incluso l’omicidio – diventa legale. I ricchi, come la famiglia Sandin, si barricano in casa con sofisticati sistemi d’allarme; i poveri, come un ragazzo di colore che capita per caso nel loro quartiere cercando aiuto, diventano prede. Quando il secondogenito dei Sandin fa entrare in casa il ragazzo le cose si complicano…
Secondo film – ma è soltanto il primo distribuito in tutto il mondo – dell’americano DeMonaco, già pregevole sceneggiatore (Il negoziatore). Un possente thriller di fantascienza che riflette, con coerenza ed intelligenza, su una società – quella americana, ma non solo – schiava della violenza, maniaca delle armi e ormai priva di qualsivoglia fervore umano. La maggior parte della critica gli rimprovera l’improbabilità della trovata di partenza. Si può anche essere d’accordo, ma non siamo i soli pronti a scommettere che, dinnanzi ad un evento simile, non sarebbero in pochi a sfruttarla per liberare le proprie pulsioni peggiori. Per ritrovare un film/assedio dall’impatto simile bisogna scomodare nientemeno che Carpenter e il suo Distretto 13, cui questo è uno spassionato omaggio/remake e di cui DeMonaco curò lo script del remake nel 2005. Il talento visionario di Carpenter è lontano, ma l’armoniosa miscela tra adrenalina (per non dire terrore) e graffi satirici colpisce il bersaglio. Non mancano le inverosimiglianze, e la parte in cui papà Hawke pare diventare il giustiziere della notte fa per qualche secondo presagire l’americanata, ma tra la prima ora (definirla “devastante” è un eufemismo) e il finale per nulla ottimista (in contrasto con gli abituali canoni dell’intrattenimento hollywoodiano) ci si ritrova davanti a qualcosa di realmente avvincente. Ma anche angoscioso, disperato, beffardo. A DeMonaco va anche il merito di saper traghettare lo spettatore DENTRO la storia, rendendolo il quinto elemento della famiglia Sandin. Un film non per tutti, ai limiti dell’horror, ma senza ombra di dubbio un buon film. Talmente riuscito da apparire, se messo vicino ai mediocri epigoni odierni, un prodotto uscito venti o trent’anni fa. Titolo italiano pietoso.