L’anziano Don Nini, dopo una vita spesa a correre dietro le sottane, arriva sulla soglia della morte.
Il giovane Vittorio suo nipote torna così in Sicilia per raccogliere le ultime volontà del nonno, che sembra intenzionato a lasciare i suoi beni alle donne che ha sedotto.
Nell’attesa che arrivi l’ultimo atto, Vittorio folleggia per il paese in compagnia di due suoi amici, gozzovigliando e tentando di sedurre Nunziata, una sua ex ragazza ora sposata al ricco Concetto, che però essendo impotente la lascia in preda ai fremiti della carne.
A consolare la bella Nunziata ovviamente provvede Vittorio, che si invaghisce anche di Suor Immacolata, una novizia chiamata a vegliare le ultime ore di Don Nini.
Alla fine, Vittorio riesce a cogliere il frutto proibito, mentre suo zio muore.
Femi Benussi
Gloria Guida
La ragazza, ormai priva della sua verginità, decide di tornare a casa e Vittorio la segue: mentre i due amoreggiano nei prati in fiore….
Commediaccia insulsa e priva di uno straccio di sceneggiatura, infarcita dai tristi e abusati luoghi comuni del machismo siculo, che vanno dal solito e immancabile nonno puttaniere all’ altrettanto immancabile nipotino galletto passando per la mogliettina affetta da marito impotente e pruriti sessuali, La novizia, diretto da Giuliano Biagetti nel 1975 è un prodotto inguardabile sotto ogni punto di vista.
Tralasciando l’assurdità della sceneggiatura, che raggiunge il suo punto più basso nel colpo di coda finale, che vorrebbe forse dare un senso ad un’ora e mezza di film di una noia insopportabile, questo prodotto si segnala solo per qualche scenetta bucolica/erotica nel finale, quando una splendida e assolutamente inespressiva Gloria Guida si spoglia in un magnifico campo (questo si bello) e si mette a correre completamente nuda regalando ai suoi fan qualche istante da ricordare.
Il resto è di una pochezza impressionante, complice anche le performance da dimenticare di Gino Milli (che recita da cani nei panni dell’allupato Vittorio) e di tutto il cast, ben al di sotto di una sufficienza che comunque non è raggiunta da nessuna delle componenti del film.
Quello che imbarazza di più è la visione di una Sicilia piena di luoghi comuni, presentata come un ensemble di galletti in preda a furori erotici e a donnine di facili costumi afflitte da mariti impotenti o fidanzati scarsamente premurosi.
Lionel Stander
In questo bailamme di situazioni mille volte già viste, tra dialoghi da pelle d’oca e noia insopprimibile, scompare anche l’unico elemento che avrebbe potuto in qualche modo giustificare il film, ovvero un erotismo almeno di facciata.
Viceversa, a parte l’elemento profondamente blasfemo dell’incapricciatura di Vittorio per la giovane novizia e conseguente scena finale già descritta e un paio di fugacissimi nudi dell’immancabile Femi Benussi, il film altro non offre se non una sciattezza e una noia raramente viste in altri prodotti della serie dei B movies della commedia sexy.
Un naufragio in piena regola, quindi, dal quale è impossibile salvare una qualsiasi cosa.
Da brividi poi le interpretazioni e i ruoli affidati ai due sciagurati compagni di gozzoviglie di Vittorio, ovvero Fiore Altoviti che interpreta Rodolfo e Beppe Loparco che interpreta Saretto, autori di una performance indimenticabile in senso negativo; dopo qualche secondo, e precisamente subito dopo la scena dell’arrivo di Vittorio in paese con i due amici che lo attendono in stazione e conseguente trasferimento in auto verso lo stesso, si capisce di essere incappati in un qualcosa che metterà a dura prova la nostra pazienza e sopratutto le nostre palpebre.
Lo svolgimento purtroppo conferma tutto il peggio; in ultimo, da segnalare Lionel Stander assolutamente insopportabile in un ruolo che ricorda purtroppo in senso negativo il personaggio del Barone Castorini in Paolo il caldo.
In questo film l’atmosfera del romanzo di Brancati ricreata dal pessimo Giuliano Biagetti, regista anche del Decameroticus, non esiste in nessuna inquadratura e non si respira in nessuna scena.
Un film da scansare ad ogni costo, da evitare come una malattia perniciosa.
La sequenza finale del film
La novizia, un film di Giuliano Biagetti (come Pier Giorgio Ferretti). Con Femi Benussi, Gloria Guida, Lionel Stander, Gino Milli, Fiore Altoviti Erotico, durata 95 min. – Italia 1975.
Gloria Guida … Maria, la novizia Suor Immacolata
Gino Milli … Vittorio
Femi Benussi … Nunziata
Fiore Altoviti … Rodolfo
Beppe Loparco … Saretto
Maria Pia Conte … Franca
Vera Drudi … Agatha
Lionel Stander … Don Nini
Regia Giuliano Biagetti
Soggetto Giuliano Biagetti, Giorgio Mariuzzo
Sceneggiatura Giuliano Biagetti, Giorgio Mariuzzo
Casa di produzione Bipa
Fotografia Franco Villa
Montaggio Alberto Moriani
Musiche Berto Pisano
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Pazzesco filmetto ambientato in Sicilia (ma girato sulle colline laziali), che presenta un “deus ex machina” fra i più folli della storia mondiale del cinema, col quale, e dopo il quale, affonda tutto quello che di decente (poco) s’era visto fino a quel momento. Guida mal diretta, Benussi brava nello zoccoleggiare, Stander eccessivo come sempre nel fare il libertino (come nell’altrettanto inguardabile Innocenza e turbamento), Gino Milli neanche male. Dimenticavo: pazzesco pure l’ultimo minuto di film
Sembra di assistere allo stesso plot de L’Infermiera (con Ursula Andress diretta, il medesimo anno, da Nello Rossati), ma portato malamente sullo schermo e reso poco gradevole per via di un finale inatteso (quanto forzato). Al centro del film la morale religiosa -che ben si prestava ad una lettura più attenta- cede il posto alle (notevoli) presenze fisiche di Femi Benussi e della Guida, quest’ultima destinata a rivestire, nel periodo, ruoli blasfemi quando non tragici. Brutti dialoghi e doppiaggio scadente peggiorano ulteriormente il risultato.
Indigesta ennesima variazione sul tema degli ingravidabalconi siciliani (© Brancati, indegnamente citato nel film), il terribile Milli e altri due cagnacci, con Stander a pilota automatico innestato nell’eterno ruolo del vechio erotomane, la Benussi mignottona e la Guida novizia appunto con pruriti. Quando il pesante salmo sembra finire in Gloria, ecco una trovata delirante che vorrebbe dare al tutto un sapore di critica sociale: gli artefici meriterebbero analogo trattamento.
Grossolana commedia siculo-veneta che lascia infastiditi per l’alto tasso di ingenuità, stereotipi e forzature che la pervade: lo zio vecchio e satiro, la moglie vogliosa, la novizia con poca vocazione e tanta voglia di vivere, il triangolo lui-lei-Dio, le inflessioni dialettali…Ci si diverte poco o nulla; l’unica delizia è nel finale agreste con l’allegro nudo integrale della Guida, prima dell’insulsa “trovata” conclusiva…
Noioso film erotico che relega la Guida ad un ruolo perfino marginale (nei primi 40′ si vede solo due o tre volte per una manciata di secondi complessivi) e che stiracchia una storiella da cortometraggio all’inverosimile. Gino Milli ritorna al paesello dopo 6 anni,e per un po’ vitelloneggia con due amici finché la visione prolungata di una novizia con le fattezze della Gloria nazionale non lo distrarrà leggermente. Il finale sembra quasi improvvisato in fase di montaggio, tanto è assurdo e slegato dal resto della pellicola. Boh.
Noioso. Tre ragazzi siciliani passano il loro tempo a donne: uno di loro è il nipote di un vecchio erotomane e conoscerà una novizia che nasconde un segreto… Troppo noioso, attori non proprio eccezionali (anche Stander delude), per non parlare poi della sopresa finale… Mediocre, tendente allo scarso.
Bruttino, se non peggio. Pessimo l’inizio e leggermente meglio il resto, che però resta su un livello che mette addosso ogni tanto una certa sgradevolezza, dovuta anche a una sciatteria di fondo. Doppiato tra l’altro in modo che più ingenuo non si può (paese siciliano, suora veneta, farmacista bolognese…). Definire i due amici del protagonista “insopportabili” è come far loro un complimento. Finale tragico (tipico dell’epoca) piuttosto forzato. Decisamente il peggior film con la Guida che abbia mai visto.
Dopo un’oretta abbastanza noiosa il film si risolleva, ovviamente, nel momento in cui la novizia Gloria Guida comincia a denudarsi. L’ultima mezz’ora è decisamente in crescendo e culmina nel tragico e inatteso finale agreste/bucolico. Cast loffio, si salva solo la (al solito) zoccoleggiante Benussi. Insomma, un film solo per amanti all’ultimo stadio della bionda Guida che, nei panni (pochi) di infermiera di notte, farà molto meglio negli anni successivi…
Foto di scena della bellissima Gloria Guida