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La nube

Creato il 18 agosto 2012 da Renzomazzetti
Mezzaluna.

Mezzaluna.

Carissima Giulia, Tania mi ha trasmesso l’ ”epistola” di Delio (adopero la parola più letteraria) con la dichiarazione del suo amore per i racconti di Puskin e per quelli che si riferiscono alla vita giovanile. Mi è piaciuta molto e vorrei sapere se questa espressione l’ha pensata Delio spontaneamente o se si tratta di una reminiscenza letteraria. Vedo anche con una certa sorpresa che adesso tu non ti spaventi delle tendenze letterarie di Delio; mi pare che una volta eri persuasa che le sue tendenze fossero piuttosto da… ingegnere che da poeta, mentre ora prevedi che egli leggerà Dante addirittura con amore. Io spero che ciò non avverrà mai, pur essendo molto contento che a Delio piaccia Puskin e tutto ciò che si riferisce alla vita creativa che sbozzola le sue prime forme. D’altronde, chi legge Dante con amore? I professori rimminchioniti che si fanno delle religioni di qualche poeta o scrittore e ne celebrano degli strani riti filologici. Io penso che una persona intelligente e moderna deve leggere i classici in generale con un certo ”distacco”, cioè solo per i loro valori estetici, mentre l’ ”amore” implica adesione al contenuto ideologico della poesia; si ama il ”proprio” poeta, si ”ammira” l’artista ”in generale”. L’ammirazione estetica può essere accompagnata da un certo disprezzo ”civile”, come nel caso di Marx per Goethe. Dunque sono contento che Delio ami le opere di fantasia e fantastichi anche per conto proprio; non credo che perciò egli non possa diventare lo stesso un grande ”ingegnere” costruttore di grattacieli o di centrali elettriche, anzi. Puoi domandare a Delio, da parte mia, quale dei racconti di Puskin ami di più; io veramente ne conosco solo due: Il galletto d’oro e Il pescatore. Conosco poi la storia della”catinella” col cuscino che salta come un ranocchio, il lenzuolo che vola via, la candela che va balzelloni a nascondersi sotto la stufa ecc., ma non è di Puskin. Te ne ricordi? Sai che ne ricordo ancora a memoria delle decine di versi? (Meditazione su Lettere dal carcere, a Giulia del 1 giugno 1931 di Antonio Gramsci).

L  A   N  U  B  E

O ultima nube di spersa bufera!

Tu sola voli per il chiaro azzurro,

Tu sola induci ombra uggiosa,

Sola rattristi il giubilante giorno.

Dianzi tu il cielo copristi dintorno,

E t’involgeva il lampo minaccioso;

Ed un riposto tuono desti allora

E la bramosa terra di pioggia abbeverasti.

Ma basta, scompari! Passata è quell’ora,

E’ fresca la terra, fuggì la bufera,

E il vento, blandendo le foglie degli alberi,

Ti scaccia dal cielo placato.

-Aleksandr  Puskin-

Autoritratto di Puskin.
(Autoritratto di Puskin)

 

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