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la nudità secondo Datch

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

la nudità secondo Datch

Personalmente questo spot non mi è piaciuto per niente. E non c’entrano nulla i generi questa volta.

Abbiamo una città piena di gente nuda che cammina per le strade senza pregiudizi. E fin qui ok. Immaginiamoci la nostra società che un giorno finalmente si denuda infrangendo il tabù sulla nudità.

Siamo nati nudi in fondo. La religione però ha creato una sorta di senso del pudore attorno alla nudità, quindi ci ha impartito di coprirci. Uscire nudi di casa è un reato, rischi di beccarti una pena per “atti osceni in luogo pubblico“, anche se di osceno non c’è nulla.

Vestirsi è diventato talmente costume che è difficile immaginarsi che una persona nuda possa avere autorevolezza. Chi non ha sorriso vedendo nello spot l’uomo nudo (forse un professionista) che si recava al lavoro?

Per quello noi abbiamo sempre denunciato tutte le immagini che denudano le donne. Nel nostro contesto sociale la nudità rappresenta una perdita tale di autorevolezza in quanto ti “scopre”.  La nudità è messa quindi in relazione alla sessualità e all’affermazione sociale di un individuo. Per questo motivo che in un Paese come l’Italia dove la nudità è tabù e se esci nudo ti rischi pure la galera per atti osceni, piazzare donne nude dappertutto significa ledere l’autorevolezza femminile in quanto priva di qualcosa, i vestiti, nati come accessori che riparano l’individuo dall’oggettificazione sessuale. Senza di essi nel nostro contesto, l’individuo è un mero oggetto sessuale.

Privare una persona dei vestiti secondo tutte le culture tranne alcune tribù significa perdita di identità. I vestiti poi nelle società industrializzate sono diventati un vero e proprio status symbol da farti perdere allo stesso modo l’identità.

Se non vesti firmato non sei nessuno, sei appunto nudo. Ecco che i vestiti non hanno più la funzione di coprire la nudità o di ripararti dalle intemperie.

Per questo motivo che non ho gradito lo spot. I passanti sono corpi normali: grassi, magri, vecchi, giovani e bambini. A proposito dei bambini analizzando la pubblicità e il contesto in cui si svolge, la loro nudità non lancia alcun messaggio pedofilo  (da quando sono nati i vestiti, quindi da quando il sesso è stato demonizzato, sono nate le perversioni sessuali e quindi anche le violenze sessuali). Al di là dei passanti che sono semplici comparse, abbiamo i due protagonisti. Qui inizia a non piacermi.

Loro fisicamente sono conformi ai canoni estetici, sono modelli e corrono nudi dappertutto per cercare degli abiti in una città priva di negozi di abbigliamento. Proi riescono a trovare dei capi di marca Datch. Si vestono di nascosto e in modo pudico come se si stessero spogliando.

Escono completamente vestiti e tutti li guardano come se i due fossero nudi, le stesse reazioni che proverebbe la gente vedendo uscire di casa due persone nude.

Ora vi spiego perchè non mi è piaciuto. Il messaggio è chiaro: se non vesti datch sei nudo e se sei nudo sei brutto.

Mi sembra molto un messaggio classico di una società consumistica che tiene molto agli status symbols.

C’è un piccolo dettaglio che sostiene ancora di più la mia tesi: Sui nudi ci sono delle censure, qui significa che il messaggio non può che essere quello moralistico.

Poi abbiamo un piccolo dettaglio di genere: I seni delle donne sono censurati (e pure la schiena). Che possiamo dire?

Da una parte di sono spot che non ci pensano due volte a esibire i seni nudi, dall’altra ci sono spot che censurano i seni solo se queste donne sono messe in relazione con l’altro sesso. Almeno è una mia opinione.

Da entrambe le parti possiamo dire che il seno ancora oggi viene censurato (o esibito) in quanto considerato caratteristica erotica. Quindi da nascondere perchè suggerisce bassi istinti.

Se tiri fuori la tetta (per camminare per strada o per allattare) sei una svergognata, a meno che non lo fai per eccitare gli uomini. Sarebbe questo il messaggio?

E anche qui almeno in questo dettaglio, la riduzione delle donne ad oggetto sessuale, anche in punti che in realtà sono simboli di maternità.

Ecco cosa possiamo dire di questo spot: uno spot moralista che si finge anticonformista e naturista ma in realtà vede la nudità di cattivo occhio e lancia un messaggio pericoloso che incita il consumismo d’elite.



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