E' del 1969 "Un uomo da marciapiede". Probabilmente uno dei capolavori del genere drammatico, e unica pellicola vietata ai minori (con relativo rating X) a vincere l'Oscar nella categoria maggiore. Rispetto al mondo del porno vero e proprio, siamo di fronte ad un'altra lettura della sessualità. Paradossalmente l'analisi e la portata di un film del genere è ben diversa. Per vari motivi. In primo luogo, perchè la sessualità è una spinta verso il soddisfacimento dei piaceri, in continuo bilico tra motivazioni psicologiche e turbe di vario genere. Inoltre, c'è qualcosa di "sporco", di "non detto" alla base del film. Non mancano nudità e scene di sesso, ma la cosa più evidente è la propensione ad affacciarsi ad un mondo nuovo, in cui il sesso in vendita (il protagonista è un gigolò) diventa l'espediente che lega tra loro i personaggi, con la parziale eccezione di Rizzo e Joe (i protagonisti Voight e Hoffman) che sono uniti da un rapporto più stratificato e forte. Il film analizza la sessualità come forza psicologica che sottende i rapporti e non come mera vicinanza fisica, ma ancora quest'ultima alla disperazione e/o al malessere. E il gigolò si trova a che fare con delle psicologie, delle persone, piuttosto che con dei clienti. Ottimi Hoffman e Voight.


E' il 1971 e la forma mentis di Stanley Kubrick si configura nel geniale "Arancia Meccanica", che sfida la morale con un atto di accusa che non salva nessuno. Alex, oltre ad essere brutale, è completamente avvolto da un'attitudine sessuale di pura violenza, manifestatasi più volte nel corso della pellicola. Il film è un saggio sul condizionamento umano e sul libero arbitrio e ad un certo punto sfida i censori, con una seguenza riavvolta e veloce di sesso a tre. Kubrick si conferma autore a tutto tondo, con cui stretta connessione tra eros e thanathos.
Nel 1972, a completamento della fase di fortificazione della tematica sessuale, esce "Ultimo tango a Parigi", il film di Bertolucci che ricevette un'accoglienza tutt'altro che calorosa dalla censura. Lo stesso regista fu condannato a qualche mese di reclusione, oltre a perdere per cinque anni, i diritti civili. L'opera sarà riabilitata dopo 15 anni, ma colpirono le opinioni retrograde degli statisti e dei religiosi del tempo, in un'Italia post-68' in parte affrancata dal modello odierno di chiusura al sesso, ma condizionata dai poteri forti. Nel film una scena, con l'uso del burro, peraltro introdotta da Marlon Brando, fu mutilata e criticata. Nel cast Maria Schneider. Il film, entrato nella memoria storica cinematografica, vedeva due protagonisti rapportarsi sessualmente senza nemmeno conoscere il prprio reciproco nome. I dialoghi aggiunti furono scritti da Agnès Varda.
Nel 1973, altra scena realistica, quella girata da Roeg in "Don't look now" tra Donald Sutherland e Julie Christie.

Nel 1975, un'altro film memorabile. Sidney Lumet dirige "Quel pomeriggio di un giorno da cani", cult del genere e pioniere in assoluto. La rapina si trasforma in una presa in ostaggio e la tensione si legge nel sudore della fronte di chi vi partecipa in un assolata giornata di caldo. Il film sdogana la figura del bisessuale. AL Pacino, con moglie e famiglia a carico, ha infatti una relazione con un ragazzo androgino, e tenta la rapina per garantirgli la possibilità di cambiare sesso. E' un film tanto moderno, quanto classico. Nel Cast, John Cazale.
