Quello che sto per scrivere probabilmente non piacerà a molte persone e ribadisco fin dalle prime righe che si tratta della mia sola opinione, che quello che dico è frutto solo della mia esperienza e della conoscenza che sto acquisendo giorno dopo giorno suill’immigrazione in Australia. E ho voluto scrivervi visto l’aumento di email che mi stanno arrivando (complice forse l’instabilità del governo) da parte di persone che adesso più che mai vorrebbero lasciare il paese.
Leggendo e studiando le regolamentazioni dei visti in Australia (è un argomento che mi sta appassionando, lo so è da pazzi ) ho come la sensazione che l’immigrazione e le leggi che la regolamentino stiano andando verso una direzione ben precisa.
Un tempo le porte del magico regno di Oz erano aperte a tutti. Oggi all’Australia interessano principalmente gli immigrati qualificati. Attenzione, non parlo di gente con 25 lauree e 30 master. Parlo di immigrati che hanno una rilevante e competente esperienza in una serie di occupazioni che fanno gola all’Australia. Suddette occupazioni si trovano nella famosa super lista nera, la benedetta o maledetta Skilled Occupation List.
Da una parte cercano figure professionali nell’ambito, ad esempio, dell’Information Technology, avvocati, psicologi e medici. Dall’altra si ricercano carpentieri, meccanici per aeromobili, macchinisti, muratori. Tutte figure professionali che necessitano o grandi studi o grande manualità unita ad un’esperienza e capacità eccezionali.
Non c’è traccia di comunicatori, giornalisti, esperti di marketing, venditori, baristi, impiegati….figure di tutto rispetto (io ho fatto parte, a fasi alterne, delle prima tre categorie
Cerco di comprendere questo fenomeno anche per dare una risposta a molti di voi che non rientrano nella super lista ma vorrebbero comunque andare in Australia. E mi scrivono per sapere come possono fare. E io molte volte non so cosa rispondere. Anzi so cosa rispondere, ma mi trattengo.
Il punto di questo pistolotto è che i tempi sono cambiati e non basta una valigia carica di sogni e buona volontà per riuscire a emigrare. E qualcuno mi risponderà che invece ci si riesce e io risponderò a questo qualcuno che nulla è impossibile, ma se osservo i grandi numeri questi mi raccontano una storia diversa. Una storia che sta cambiando.
Per immigrare bisogna prima di tutto avere la fortuna di aver svolto nella vita un lavoro che guarda caso stanno cercando anche in Australia. Ma non basta questo, bisogna dimostrare di avere una certa esperienza in quel ruolo, bisogna dimostrare gli studi, occorre parlare bene l’inglese (non benino, bene). L’Australia in poche parole cerca persone qualificate. Perché evidentemente o non ne ha abbastanza o quelle che ha non vanno troppo bene.
Vorrei consigliare ai giovani aspiranti migranti di studiarsi la super lista per scegliere il percorso di studi che potrebbe un giorno consentire loro di emigrare, ma è probabile che dopo qualche anno le liste cambino e si cerchino figure differenti. E’ un bel casino.
Direi che i filoni principali sono l’Information Technology, la meccanica, il settore edile/meccanico e il settore ospedaliero (infermieri, dentisti, oculisti…).
Quindi tra un nostro superlaureato in scienze della fuffa (comunicazione) e fuffa applicata (Scienze Politiche) e un muratore con minimo tre anni di esperienza e una buona conoscenza dell’inglese, quest’ultimo ha maggiori possibilità di emigrare in Australia.
Probabilmente questo è dovuto al fatto che molti lavori manuali come carpentiere, meccanico o muratore non li vuole più fare nessuno e tutti corrono a fare lavori che in realtà sono molto meno richiesti. Succede anche in Italia e infatti questi settori impiegano ormai principalmente lavoratori stranieri. Sono che in Italia basta un permesso di soggiorno (che poi non deve essere facilissimo da ottenere) mentre in Australia per fare il muratore, se sei straniero, devi superare uno skill assessment, dimostrare un’esperienza lavorativa di almeno tre anni e parlare un livello adeguato d’inglese.
E va bene così, il muratore è uno dei mestieri più difficili, insieme al cameriere, e in questo caso parlo per cognizione di causa!
In fondo in Australia c’è bisogno delle figure fondamentali per fare andare avanti un paese: medici, muratori (elettricisti, meccanici e compagnia bella) ed esperti di telecomunicazioni e It in generale. Tutto il resto è un bel contorno e le risorse bene o male le trovano anche in casa.
E attenzione, alcune di queste figure professionali potrebbero anche essere richieste non nelle belle città che tutti conosciamo, ma nei territori regionali lontani dalla luci di Sydney e Melbourne, perché ormai la maggior parte della popolazione nelle zone troppo interne non ci vuole stare e preferisce la bella costa. E cosi nei territori regionali manca manodopera!
Tutta sta manfrina per dirvi che immigrare in Australia non è facile come un tempo e che occorre essere qualificati per avere maggiori speranze di riuscire. Io con la mia esperienza di giornalista e marketing non avrei mai potuto essere invitata dall’Australia o ottenere un Independent Visa perché il mio lavoro non era presente nella lista, non lo è adesso e probabilmente non lo sarà in futuro.
Si vede che in Australia fanno tutti i giornalisti e gli esperti di marketing.
Io non voglio togliere le speranze a nessuno, ma affermare che tutti possono farcela perché l’Australia è un grande paese è una stronzata. E’ certamente un grande paese ma proprio per questo ammette solo chi davvero gli serve. Poi qualcuno ce la può fare anche senza essere nella lista e immagino ci siano alcuni esempi che vorrete portarmi e che io sarò contenta di pubblicare. Ma per la maggior parte dei casi la situazione è questa.
Sono un po’ dura forse ma spesso io alle vostre email non so come rispondere. Alla coppia di impiegati delle poste che vuole scappare in Australia e chiede a me come fare io non so cosa rispondere Volete andare con un visto studentesco? Mollate il lavoro qui per fare il salto nel buio? Se volete farlo, fatelo. Ma io ci penserei bene.
Se volete immigrare, avete maggior chances di successo se lo fate da giovani, molto prima dei 30 anni. Dopo, o avete un lavoro qualificato e ricercato in Australia o sennò son problemi, è inutile girarci intorno. Io ne sono un esempio, sono andata a 28 anni suonati con un’esperienza di lavoro di cui all’Australia non poteva fregare di meno, ma magari io ho fallito per altri motivi, chi lo sa.
Da giovani si può andare anche senza esperienza e giocarsela senza problemi. Da adulti bisogna conoscere la lingua, essere qualificati e avere la giusta esperienza. Queste tre cose sono imprescindibili per poter emigrare.
Poi ci sono i casi, pochi, di chi è andato ed è stato assunto in un lavoro fuori dalla lista e poi sponsorizzato. Bisogna beccare l’employer giusto, al momento giusto e nel posto giusto. Magari avete maggiori possibilità di essere sponsorizzati nei territori regionali, centinaia di km lontano da Sydney, chi lo sa.
Il resto va affidato ai sogni e io non sono nessuno per dirvi di smettere di sognare. Ma bisogna anche avere i piedi per terra, soprattutto quando si hanno figli a carico e mi scrivete che volete mollare due lavori sicuri ( e non ricercati in Australia) per scappare da questo paese così brutto e tentare la fortuna in Australia dove secondo voi si sta sicuramente meglio.
Ecco quando io leggo queste email mi vengono i crampi. Al cuore, perché da una parte capisco la disperazione ma dall’altra mi prende il nervoso, vorrei scrollare queste persone per chiedere loro se si rendono conto di quello che stanno per fare, se sono sicuri di quello che stanno per fare, se hanno capito che l’immigrazione non è un gioco e all’Australia non piace giocare. Non fatevi incantare dai BestJobs , quello è puro marketing per aumentare il turismo in Australia.
Cercare lavoro, integrarsi in una società quasi sconosciuta è cosa ben diversa. Se avete soldi da investire l’ Australia spalanca le porte e getta il tappeto rosso ai vostri piedi, se avete le qualifiche richieste l’Australia vi abbraccia, se non avete nulla di tutto questo l’Australia si gira dall’altra parte. Poi potete provare a entrare lo stesso e vedere com’è, ma non aspettatevi applausi e tappeti rossi. E’ dura, non è un gioco.
Non è più come una volta, nei primi decenni del ventesimo secolo, quando si partiva con tanta buona volontà perché in Australia di definitivo c’era solo il nome, occorreva costruire tutto, creare infrastrutture, attivare un’economia. Adesso l’Australia si vuole solo perfezionare e fa una grande selezione all’ingresso. E secondo me, fa bene.
Questo significa che noi comuni mortali senza le qualifiche giuste dobbiamo mollare? Mai mollare dico io, ma neanche sbattere la testa contro i muri senza scalfirli. Usate la testa in modo diverso, ingegnatevi, informatevi bene, sforzatevi di capire come fare ( purtroppo io non posso dirvelo, non conosco la vostra storia) e se non potete farcela non vivetelo come un fallimento.
Sapete quanti ragazzi sono andati e sono tornati perché rimasti delusi? Molti sono rimasti e tanti sono tornati. Smettetela di pensare che in Australia possono andarci tutti facilmente, che è la nuova terra promessa. Terra promessa un paio di palle.
Mi verrebbe da dire che nel nostro paese non si sta poi così male, ma in questo preciso momento con un governo che difficilmente vedrà la luce, un’ex presidente del consiglio che si nasconde in ospedale con i suoi che protestano davanti al tribunale e un comico che tiene per la palle il parlamento (ma di questo son quasi contenta) non me la sento di dirlo.
Buona migrazione a tutti