2 OTTOBRE - Bisogna aprire l’album dei ricordi per trovare una Lazio protagonista in avvio di stagione con una striscia di tre vittorie consecutive. E qui la memoria dei tifosi laziali non può che tornare al campionato 1973-74 iniziato proprio con un tris di vittorie e culminato con il trionfo del primo scudetto dell’era biancoceleste. Era quella la Lazio di “Pino” Wilson, di Renzo Garlaschelli, del sempre rimpianto Luciano Re Cecconi, trascinata dalle 24 reti di “Long John” Giorgio Chinaglia e guidata in panchina dall’indimenticato mister Tommaso Maestrelli. Allora le “vittime” furono in sequenza Lanerossi Vicenza, Sampdoria e Juventus mentre quest’anno le vittorie sono arrivate rispettivamente con Atalanta, Palermo e Chievo. L’aspetto tuttavia più intrigante della stagione appena iniziata è sicuramente rappresentato dalla nuova guida tecnica. Consumato il divorzio con il friulano Edy Reja, la scommessa del duo formato dal presidente Lotito e dal coordinatore dell’area tecnica, l’ex giocatore albanese Igli Tare, si chiama Vladimir Petkovic. Il tecnico bosniaco, attratto dalla proposta biancoceleste, ha lasciato la guida della squadra svizzera del Sion ed ha sposato senza esitazione la nuova avventura nella capitale.
L’allenatore della Lazio, Vladimir Pektovic
Soprannominato “il Dottore”, Petkovic possiede tre cittadinanze, bosniaca, svizzera e croata, e parla ben 8 lingue. Oltre al nativo serbo-croato e bosniaco, parla infatti anche inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo e italiano. E sicuramente, vista la oramai sempre più nutrita schiera di giocatori stranieri presenti nel nostro campionato, questo singolare aspetto altro non può essere che un oggettivo vantaggio grazie al quale diventa più facile riuscire a trasmettere con maggiore incisività alla squadra il proprio credo tattico. Il nuovo mister biancazzurro è un tecnico che predilige da sempre il gioco offensivo, indipendentemente dalle squadre che si trova di fronte, con una particolare predilezione per il 3-4-3 o per il 4-3-3. Le novità quest’anno sono iniziate già dal ritiro precampionato di Auronzo di Cadore dove il programma, fatto di carichi di lavoro particolarmente impegnativi e faticosi, prevedeva già prima della consueta colazione e della successiva seduta mattutina sul campo, una corsa tra i boschi di circa 30 minuti, con l’obiettivo dichiarato di bruciare sin da subito i grassi in eccesso. Tuttavia, la novità più importante, sotto l’aspetto più squisitamente tattico, è stata senza dubbio quella di ridare fiducia incondizionata al talentuoso attaccante brasiliano Hernanes che, finito quasi ai margini durante l’era Reja, si è ritrovato con Petkovic al centro del progetto biancoceleste, tornando ad essere il vero ispiratore del gioco biancazzurro. Accanto al “Profeta”, Petkovic ha iniziato ad affinare la sua creatura sotto la sempre lucida regia dell’argentino Ledesma, confidando nella capacità realizzativa del panzer tedesco Miroslav Klose e del brasiliano Ederson, arrivato in estate dai francesi dell’Olimpique Lione. E nonostante le giustificate perplessità iniziali, frutto anche del fatto che ai più il nuovo tecnico risultava essere un illustre “sconosciuto”, anche la tifoseria biancoceleste ha risposto numerosa sottoscrivendo ben oltre 20.000 abbonamenti, dimostrando ancora una volta una fede incrollabile e soprattutto di voler credere nel nuovo progetto di gioco.
La caratteristica più importante della compagine biancazzurra è senza dubbio quella di una squadra che, come il suo allenatore, non rinuncia mai al gioco e soprattutto scende in campo con la mentalità vincente di chi vuole sempre imporre il proprio modo di giocare, senza adattarsi alla squadra avversaria. Tornando quindi al nostro punto di partenza, quello delle tre vittorie iniziali, se il buongiorno si vede dal mattino…..Enrico Brigi