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La nuova vita di Robert Parker

Da Vini&terroir

L’avvocato del vino, colui che ha inventato il sistema di classificazione dei vini seguito nei cinque continenti, ha intrapreso una nuova avventura professionale. L’anno scorso Robert ha venduto la “sua creatura”, Wine Advocate, per 20 milioni di dollari , ma adesso si è ritirato o prosegue? Da febbraio il “papa” della critica enologica ha intrapreso un nuovo progetto: Grand World Tour, 40 tappe attraverso tre continenti per raccontare il vino. Una possibilità per gli amanti del vino di sedere a tavola con il mitico Robert, per un modico prezzo di 800€ e se vogliamo accontentarsi solamente delle masters class il prezzo scende a 400€. Parker ha già visitato Bejing, Shangai, Hong Kong, Kuala Lampur e Singapore. Poi la carovana si sposterà in Europa con la data di Londra il 5 giugno, altre date e luoghi non precisati nel vecchio continente prima di ritornare negli Stati Uniti.

 

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Ma chi è veramente Robert Parker? Nel 1978 a 30 anni fonda il Wine Advocate, un periodico bimensile d’informazione sul vino e le sue crus. Robert ha azzeccato il momento giusto, in quel periodo gli americani si stanno avvicinando al vino senza ancora conoscerlo bene. Poi scheda ogni vino con un sistema moderno di valutazione, i famosi cento punti. L’impatto è notevole perché gli americani stanno iniziando a conoscere i vini europei ed hanno bisogno di un “aiuto” al di sopra delle parti, indipendente. Wine Advocate è il solo periodico che corrisponde a questo bisogno: nessun accordo sottobanco, niente pubblicità nascosta e via dicendo. Quando nel dicembre 2012 Parker vende WA , conta più di 40.000 abbonati e gli acquirenti accettano di pagare 14 milioni di euro. Qua inizia il mistero. A chi ha venduto? Ufficialmente ad un gruppo di giovani imprenditori di Singapore capitananti da Soo Hoo, multimilionario malesi di una quarantina di anni. Parker ha conservato una piccola parte del WA. Gli altri soci rimangono nell’ombra. Secondo Alain Vauthier di Château Ausone il motivo è semplicemente quello di lasciare un’immagine indipendente del gruppo, proprio come è sempre stata. Anche per rispondere alle punzecchiature della stampa inglese, grande concorrente di Robert. Altro dettaglio importante che intriga è quello relativo alla crescita degli abbonati. La redazione della “lettera”, come viene chiamata, è passata da 5 a 8 esperti che coprono i cinque continenti con versioni francesi, italiane e cinesi. Il mercato cinese diventerà a breve il primo mercato mondiale ed esattamente come è avvenuto 35 anni prima negli USA, anche qui si avrà bisogno di un arbitro indipendente. Questo stesso gruppo ha lanciato il Grand World Tour con nuovi ed importanti partner: ASC Fine  Wines,uno dei principali importatori di vino in Cina, che offre le proprie bottiglie con sconti importanti; American express, che registra tutte le transazioni; Delta Airlines, per i voli; Badoit, acqua francese; Riedel, per i bicchieri; Audemars Piguet per gli orologi di lusso. Inoltre l’abbonamento Wine Advocate è offerto gratis per un anno ai partecipanti dei galà vinosi.

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Il World  Grand Tour di Bejing si è svolto in uno dei migliori hotel della capitale cinese.Per l’aperitivo è stato servito un Dom Perignon 2004 a volontà. Ad un certo momento dell’aperitivo è apparso il “papa Robert”, si è seduto su una poltrona in mezzo al salone e tutti i 150 clienti paganti hanno iniziato a mettersi in coda per potere scambiare con lui una frase oppure farsi fotografare con un tempo ridotto ad un paio di minuti per persona.

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Il tema del galà cinese era il Pomerol. I vini serviti: Château Hosanna 2005 e Château Trotanoy 1998 con una tartare di agnello; Château Lafleur Pètrus 1998 con un filetto di selvaggina al cioccolato e fichi; Château Cheval Blanc 2000 e Château Ausone 2005 su una lingua di manzo brasata per 36 ore. Per il dessert un Château d’Yquem 1996.


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