In uno studio annuale condotto da Millward Brown, Apple sembrava impossibile da scalzare, e invece ha ricevuto il ben servito da Google.
Nella classifica BrandZ , ovvero dei marchi più famosi e influenti al mondo di quest’anno, infatti, il colosso di Mountain View si è poi sostituito a Cupertino ottenendo la prima posizione.
Il brand della Apple è calato del 20% rispetto all’anno scorso, con un valore stimato pressappoco di 147 miliardi di dollari contro i precedenti 185 miliardi.
Questo è il mercato statunitense molto diverso per grandezza e caratteristiche da quello italiano.
E la Mela in Italia come procede: basandosi su un campione di 2.000 persone, IPSOS ha decretato che nel 2014 Google, Ikea e perfino Nutella sono riusciti a battere Cupertino.
Tutto questo è riportato nell’articolo del Sole 24 Ore datato 22 maggio, in cui è riportato:
“Si può misurare l’”influenza” di un brand? Secondo un’indagine IPSOS è possibile e applicando l’esercizio al mercato italiano vengono fuori risultati solo apparentemente banali. Perché se è vero che la classifica dei 10 top brand è dominata da Google, Microsoft, Samsung, Facebook -insomma i campione dei social media e della tecnologia digitale- spiccano, come un segnale incoraggiante, la sesta e la settima posizione di Parmigiano Reggiano e Nutella (addirittura avanti a un “mostro sacro” come Apple).”
E’ sufficiente uscire dalla top 10 per incorrere in alcuni brand familiari come Mulino Bianco e Barilla, ovvero il “patrimonio di riconoscibilità dell’industria italiana,” quando quest’ultima non commette gaffe provinciali che portano gli utenti del mondo a boicottarle.
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