Il pomo della discordia?
La Nutella favorirebbe l’obesità. E questa verità va diffusa e comunicata, in primis regolando il contenuto della pubblicità.
Procediamo con ordine.
Il Parlamento Europeo ha bocciato un emendamento, sostenuto dagli industriali, per fermare una legge restrittiva – già in vigore – sulla pubblicità. Questa legge prevede che se un prodotto supera alcune soglie di contenuto di grassi o di altri elementi a rischio, chi la produce non può fare pubblicità al suo prodotto esaltandone le qualità e gli aspetti positivi.
Questa legge – ripetiamo – è già in vigore ma non è mai stata applicata perché mancano gli accordi applicativi che definiscano le soglie. Bocciare l’emendamento però adesso potrebbe aprire la strada all’applicazione della normativa.
In soldoni, cosa succederebbe? Per esempio, la Nutella non potrà più dirsi alimento ideale per la colazione della Nazionale di calcio; non può vendersi come tale, punto. Questa sarebbe una delle conseguenze della normativa ma non l’unica.Preoccupatissimi alla Ferrero. Il vicepresidente del Gruppo, Francesco Paolo Fulci, teme che a questa prima iniziativa possano seguirne delle altre, come per esempio delle tasse elevatissime, come si sta pensando di fare in Romania.
Torniamolo al nocciolo della questione: la Nutella favorisce l’obesità – da qui i provvedimenti.
Lo so, siete stupiti. Anch’io ho sempre pensato che la Nutella andasse consumata in quantità industriali per i suoi noti effetti dimagranti e curativi. È poi ottima – così ho sempre creduto – per combattere l’acne.
E invece no! E per fortuna adesso una legge ci aiuterà a diffondere questa scoperta straordinaria.
Facile ironia e faciloneria a parte, come ha saggiamente commentato il Signor Slow Food Carlo Petrini, «Siamo arrivati al punto che ci vogliono leggi per stabilire che se mi mangio quattro chili di prosciutto crudo l’organismo ne risente, che se m’ingozzo di formaggio i grassi mi tappano le arterie, che se mi trinco tre bottiglie di vino posso perdere i sensi».
E infatti Petrini sottolinea che i problemi veri stanno alla base: non conosciamo più il cibo, per esempio.
Non mangiarsi un barattolo di Nutella a colazione è una questione di buon senso e di educazione: ci vuole un’etichetta per spiegarlo, addirittura una legge? Dove sono i genitori? Dov’è la mensa scolastica? E anche, dov’è il cervello del singolo e che genere di informazioni tende oggi a immagazzinare, recepire e rielaborare?
Il punto è decisamente un altro perché è lo stile di vita che conta: fare regolare attività fisica, condurre una dieta sana ed equilibrata – per dirne due – sono i primi passi. Non pranzare con una merendina o non mangiare tutti i giorni carne; mangiare verdura, non esagerare con i dolci, camminare, consumare i pasti con calma e regolarità…quante sono le abitudini e le azioni quotidiane che influenzano il nostro peso e soprattutto il nostro benessere? Tante. Ci serve una legge che ci obblighi a camminare almeno mezz’ora al giorno? Vogliamo arrivare a questo?
L’obesità è una malattia che in molti Paesi industrializzati colpisce fino a un terzo degli adulti. È un problema vero con dei costi altissimi, tanto personali quanto collettivi.
L’organizzazione mondiale della sanità stima che le persone in sovrappeso siano più di un miliardo e mezzo (persone con più di 15 anni). Sono almeno 400 milioni gli adulti obesi. E il trend è in crescita.
L’obesità ha i numeri per essere considerata l’epidemia di più grandi dimensioni del Terzo Millennio. È una patologia.
Come agire? Basta stigmatizzare la Nutella? No ed è anche abbastanza grottesco.
Evidentemente lo sanno anche al Parlamento Europeo e infatti la strategia europea è, sulla carta, ben più complessa e articolata. Si parla di più frutta nelle mense scolastiche, non vendere merendine nei distributori automatici; fare più sport nelle scuole e promuoverlo in città, creando degli spazi che favoriscano l’esercizio fisico. E ancora, si parla di etichette chiare, educazione alimentare e maggiore consumo di ortofrutta.
La ricetta del Parlamento per combattere sovrappeso e obesità in Europa è ricca e strutturata. Nella pratica però, i risultati sono pochi – ed emerge di più un provvedimento che potrebbe bastonare la Nutella piuttosto che consigli più sani e pensieri di ampio respiro.
E tutto ciò non vale solo in questo campo.
L’Europa promuove i diritti umani, la lotta alla corruzione e incoraggia la trasparenza; si dice garante della libertà di stampa e della libertà di espressione.
Arriva la legge bavaglio e l’Europa che fa?
L’Europa manca d’anima e di mordente. E si fa pessima pubblicità.
Non si arriverà a proibire la Nutella, questo è evidente, chiaro e fuori discussione. Ma il provvedimento e i possibili sviluppi della vicenda diventano già materiale prezioso per gli antieuropeisti, per chi pensa che dall’Europa arrivino solo restrizioni o leggi inutili che tarpano le ali alla nostra economia.
I mali della nostra economia invece sono altri: la mancanza di innovazione, la marginalizzazione della ricerca, la corruzione e l’assenza di meritocrazia; una burocrazia che soffoca l’iniziativa privata, la difficoltà di fare impresa; un’università paralizzata, vecchia e serva dei baroni e così via.
L’Europa è una grande opportunità; il percorso di integrazione è stato notevole, ha assicurato crescita e stabilità ma oggi ha bisogno di nuovo slancio.
Si potrebbe arrivare a una dicitura sull’etichetta della Nutella simile a quella imposta sulle sigarette. Ma allora gli alcolici? Hanno una lobby più forte alle spalle.
E gli OGM?
Ma parliamo anche dell’acqua in bottiglia! Quanti chilometri fa prima di arrivare nei nostri supermercati? E le pubblicità che mandano messaggi mica tanto subliminali sugli effetti benefici che l’acqua imbottigliata avrebbe sul nostro aspetto e sulla nostra salute? In realtà, molto spesso, l’acqua del rubinetto è più sana (perché sottoposta a un regime di controlli ben più rigoroso) ma soprattutto certi effetti promessi sono basati sul niente, sono pure illazioni con nessuna base scientifica.
Insomma, se si decide di investire sull’informazione, lo si deve fare con coerenza, coraggio e precisione.
Questa storia della Nutella – aspettando gli esiti della vicenda – al momento lascia decisamente l’amaro in bocca.