Ieri mattina, al Centro Servizi Losa ad Abbasanta, si è svolto il convegno “Come la Pubblica amministrazione può essere veicolo di innovazione, ricerca e sviluppo: gli appalti precommerciali e l’innovation procurement”, organizzato dallo Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche, da Promo PA Fondazione e Poliste Srl, dove è stato presentato l’innovativo strumento degli “appalti pre-commerciali” (PCP, Pre-Commercial Procurement) messo in campo dalla Commissione europea e inserito nella strategia “Europa 2020“. Un modello di appalti pubblici che mira asoddisfare la sempre maggiore domanda di innovazione della Pubblica amministrazione, soprattutto nei settori del turismo, cultura, sanità, ambiente e mobilità, e favorire le imprese nel percorso verso l’internazionalizzazione, la ricerca e lo sviluppo a costi contenuti e rischi ridotti.
“La parola d’ordine è competizione. Sono ancora troppo poche le imprese sarde che vincono gli appalti della pubblica amministrazione, ma questo non significa che si deve ricorrere a quote e riserve per garantire risultati. Per vincere, le imprese devono essere efficienti, preparate, competitive, migliori delle altre e dunque per queste ragioni aggiudicarsi gli appalti”. Ha detto l’assessore regionale alla Programmazione e Bilancio, e vice presidente della Regione, Raffaele Paci, intervenendo al convegno.
Secondo l’assessore “per aiutare le imprese sarde servono preparazione, laboratori, test, confronto continuo e aggiornamento costante”, un compito di sostegno che da tre anni è svolto da Sportello Appalti Imprese, che ha fatto sì – come ha evidenziato la presidente di Sardegna Ricerche, Maria Paola Corona – “che la percentuale delle imprese sarde aggiudicatrici negli ultimi anni sia cresciuta”. In tal senso il presidente si è soffermato sull’importanza del Master universitario di primo livello in “Management degli approvvigionamenti e appalti pubblici (Maap)”, promosso dallo Sportello Appalti Imprese “per accrescere le competenze degli operatori economici e delle stazioni appaltanti sarde in tema di appalti pubblici”. Il Master è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi di Impresa Governo Filosofia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di 55 tra imprese e Pubbliche amministrazioni che hanno potuto ottenere nel corso della giornata seminariale, tutte le informazioni e gli approfondimenti necessari sul nuovo strumento.
Grazie allo Sportello Appalti, la Sardegna sarà la quinta regione in Italia a sperimentare l’innovativo modello di appalti pubblici che mira asoddisfare la sempre maggiore domanda di innovazione della Pubblica amministrazione, soprattutto nei settori del turismo, cultura, sanità, ambiente e mobilità, e favorire le imprese nel percorso verso l’internazionalizzazione, la ricerca e lo sviluppo a costi contenuti e rischi ridotti.
Le quattro Regioni che hanno già avviato progetti in questa direzione sono Lombardia, Marche, Puglia e la Provincia autonoma di Trento e Bolzano. E proprio l’esperienza pratica di queste ultime due amministrazioni ha fornito gli strumenti utili alla platea di addetti ai lavori, per l’avvio anche nell’isola di procedure di questo tipo, per cui sono a disposizione 14 milioni di euro di fondi comunitari della nuova programmazione 2014-2020.
A presentare le azioni portate avanti in Puglia il responsabile del Servizio Ricerca e Innovazione di Innova Puglia, Marco Di Ciano e per la Provincia autonoma di Trento e Bolzano, il dirigente Michele Nulli. In Puglia la Regione ha indetto un avviso pubblico pre-commerciale per servizi di ricerca e sviluppo per la gestione delle risorse idriche, in particolare finalizzato a realizzare piattaforme di “Adaptive Water Management”, trattamento, riduzione e riuso dei fanghi nei processi di depurazione delle acque reflue urbane e di rilevamento e monitoraggio delle perdite della rete. Si è concentrata sul settore socio-assistenziale, invece la pubblica amministrazione trentina, che ha pubblicato una procedura per una piattaforma tecnologica che consenta di integrare l’offerta dei servizi sanitari per il cittadino.
