Patricia Arquette, con la performance di Lady Gaga,
la migliore di tutta la Notte degli Oscar!
Tre dei film vincitori e candidati sono già stati trattati nel blog e sul canale Youtube, quindi nei casi specifici farò un breve riepilogo o aggiornamento di quel che ne penso e rimanderò anche ai link precedenti. Se notate invece che ho dimenticato di parlare di Ida, Selma e Big Hero 6: non ho avuto ancora modo di vederli, ma ho intenzione di recuperarli quanto prima. Vi lascio con una chicca però: un titolo che era candidato con l'interpretazione di Laura Dern come non protagonista è stato Wild di Jean-Marc Vallée... Deve uscire il 5 marzo da noi, è un film low budget, indipendente, ma l'ho già visto non solo perché molto incuriosito, ma perché ho amato il film precedente del regista: Dallas Buyers Club.
Pronti, attenti... VIA!
BIRDMAN Miglior film, Sceneggiatura originale, Fotografia e Regia
Vittoria praticamente annunciata, più o meno meritata, anche se c'è qualche riserva sul premio alla regia assegnato allo stesso Inarritu. Forse si poteva consegnare la seconda statuetta più ambita a un progetto meno artificioso e metacinematografico come Boyhood. Il film brilla per tecnica fotografica e di ripresa del duo Inarritu-Lubezki, ma soprattutto per un cast a più voci dove Michael Keaton istrione - ma non vincitore - è stato capace di lasciare spazio ai suoi compagni di scena Edward Norton, Emma Stone e Naomi Watts, i quali danno interessantissime performance, nonostante le speranze di vincita per i primi due fossero perse in partenza. Sul finale prende egocentricamente e volutamente sopravvento la vicenda di Riggan stordendo letteralmente lo spettatore con l' ambiguo (un)happy ending. Inarritu già in precedenza, con praticamente quasi tutti i suoi film - Babel, Amores Perros, 21 grammi - ha dimostrato di saper dare forza ai suoi film soprattutto grazie a delle storie corali dove ogni personaggio ha importanza. Personalmente Birdman l'ho molto apprezzato per le interpretazioni della Stone, di Norton e per l'impresa titanica di girare tutto in piani-sequenza, ma non mi ha entusiasmato così tanto da dire che c'era il Genio incontrastato da fargli vincere tutte queste statuette. Voto al film: comunque alto 9EDDIE REDMAYNE Miglior attore in La teoria del Brutto
Nonostante il lavoro impressionante di trasformazione del giovane attore che interpreta la vita straziante di Stephen Hawking, che gli è costato anche un po' la salute, questo premio è uno scempio, uno sputo in faccia al lavoro dell'attore in genere. Il premio doveva andare a Benedict Cumberbatch per il suo Turing di The Imitation Game, senza se e senza ma, perché oltre a spazzare via l'interpretazione di Redmayne ha dato umanità e potenza a un personaggio senza doversi piegare alla bieca imitazione o "macchiettismo" tipicamente hollywoodiani e che hanno significato tanti Oscar in passato per il solo disumano sforzo fisico. Aggiungiamo pure che la gestualità e capacità attoriale di Benedict non solo sono encomiabili, ma battono quasi tutte le altre performance della categoria. La Teoria del Tutto è un film con delle scelte cromatiche anche belle, seppur non originali (prima della malattia toni caldi, dopo freddi!), ma c'è troppa patina, troppa melassa! Più interessante di Hawking stesso è la moglie, interpretata da Felicity Jones. Il peggior tributo che si potesse fare contemporaneamente alla Sclerosi laterale amiotrofica e a Stephen Hawking. Non a caso, nel suo discorso, il buon Eddie si è sentito di non gongolare troppo e promettendo senza troppi sottintesi di dedicarsi d'ora in avanti a una vita in nome dell'espiazione. Perdonatemi lo sfottò, ma ho ritenuto di rimpiazzare quella faccia da schiaffi di Redmayne con quella mostruosamente più espressiva di Cumberbatch. L'Academy ha ben pensato di riscattare il film premiando il giovane sceneggiatore di The Imitation Game, Graham Moore. Voto al film: inclassificabileJ.K. SIMMONS Miglior attore non protagonista in Whiplash
Pellicola vincitrice anche per Miglior montaggio e Sonoro
JULIANNE MOORE Migliore attrice protagonista in Still Alice
Altra categoria discussa e controversa di quest'anno. Non si capisce bene il perché della nomination come "protagonista" di Felicity Jones in La teoria del tutto, nonostante si comprenda perfettamente l'importanza del ruolo. Ma rimane una co-protagonista e quindi chiediamo quale sia la potente droga assunta collettivamente dalla giuria. Aspettate, forse è perché il libro da cui è tratto fu scritto dalla moglie di Hawking ed il film è stato molto voluto da lei? L'inattesa candidatura di Marion Cotillard, unico film straniero nella gara ufficiale, mi ha fatto vanamente sperare in una premiazione per quel splendido piccolo film sociale che è Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne. Venendo a Julianne Moore: sebbene questo premio coroni la sua carriera costellata di interpretazioni magistrali, compresa questa, forse non era questo il film da premiare in quanto Gone Girl, con la nomination della glaciale psicopatica Rosamunde 'Amazing Amy' Pike, è stato escluso dagli Oscar in modo imperdonabile. Still Alice come film supera decisamente la sufficienza grazie all'immenso garbo e il poco patetismo con cui viene narrata la malattia dell'Alzheimer, ma non eccelle particolarmente in stile registico. Tuttavia Julianne Moore la portiamo nel cuore, ha fatto un lavoro sopraffino ed è ironico, nonché emozionante, vedere come la realtà si prenda gioco dell'arte... Se nell'altro escluso Maps to the stars (D. Cronenberg) agognava l'Oscar e finiva per prenderselo dritto nel cranio insanguinato, finalmente ha avuto la sua occasione a Cannes e un riconoscimento anche in patria con questo film, per una carriera dagli esordi buoni, ma non straordinari, evolutasi poi in una sequela di ruoli pressoché perfetti. Speriamo che fra qualche anno si riscatti anche il buon Leonardo... Anche se più giovane. Voto al film: 8 e 1/2PATRICIA ARQUETTE Migliore attrice non protagonista in Boyhood
Quasi trent'anni di carriera altalenante, costellata da molti progetti televisivi e indipendenti per la Arquette, che "incassa" l'unico premio per Boyhood. Stesso discorso della Moore si ripete per lei, con la differenza che qui la consacrazione alla carriera avviene in modo più spontaneo, visto che il ruolo della madre di Ellar Coltrane in questo esperimento spazio-temporale di Linklater le è capitato fra capo e collo senza il minimo calcolo e ne ha fatto qualcosa di emozionante ed estremamente genuino. Non so se sia mai capitato un ex-aequo in questa categoria, ma lo avrei senz'altro gradito con Emma Stone in Birdman, assoluta sorpresa. Bello il modo in cui si è saputa distinguere Patricia in questa cerimonia, un po' spelacchiata e totalmente improntata sull'improvvisazione (vedi foto in cima), preoccupatasi di uscire dal mondo autoreferenziale di Hollywood portando nel Kodak theatre il tema delle donne senza pari diritti sul lavoro. E quindi si chiude il cerchio, restituendo giustizia anche al personaggio della Cotillard in Due giorni, una notte. Voto al film: 8Il mio video su "Boyhood"
THE GRAND BUDAPEST HOTEL
Miglior scenografia, costumi, trucco, musiche originali
Voto al film: 7 e 1/2
FOXCATCHER - UNA STORIA AMERICANA
5 nomination (Regia, sceneggiatura, miglior attore protagonista,
miglior attore non protagonista, miglior trucco)
INTERSTELLAR - Migliori effetti visivi
Premio meritatissimo quello per gli effetti visivi, Interstellar avrebbe dovuto vincere anche come miglior colonna sonora. Non dico altro, perché ho speso fin troppe parole sul film sia per scritto che per videoAMERICAN SNIPER - Miglior montaggio sonoro
Trattasi di un premio "contentino" per il film più discusso e di successo della stagione, quindi tutti pronosticavano vincesse più premi. Si vocifera si sia trattato di un boicottaggio delle lobby liberal-democratiche dell'Academy. Secondo me su questo frangente molto tecnico sarebbe stato più appropriato dare un ulteriore premio a Interstellar di Nolan. Recensione di American Sniper.