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La pagina di un libro/21 - Il banchiere anarchico e altri racconti

Creato il 04 ottobre 2011 da Mapo
Non ho mai letto nulla di Pessoa e, forse, cominciare da questi racconti non è esattamente un'idea brillante. Ma Repubblica, con la sua raccolta di libri d'autore che si trascina da qualche mese di sabato in sabato, ha scelto per me.Il banchiere anarchico e altri racconti è, quantomeno, un libro dal titolo suggestivo.Ci scopro la storia un po' annoiata di un ossimoro tra un'ideale politico (perchè come tale viene presentata l'Anarchia - con la A maiuscola - in questo libro concepito nel lontano 1922) e una professione che fa della società capitalistica allora incalzante la sua ragion d'essere. Ne esce una "storia" (la prima delle tre, per tacer delle altre in cui si narra di diavoli e cannibali) che sarebbe più corretto definire "saggio" e che prova a sviscerare i controsensi che costellano la Società. Quella di allora così come, ahimè, quella di oggi.
"Dunque dovevo applicare alla vita pratica il processo fondamentale dell'azione anarchica che già avevo chiarito - combattere le finzioni sociali senza creare una nuova tirannia, creando già, se fosse stato possibile, qualcosa della libertà futura. Ma come diavolo si fa tutto questo in pratica?Cos'è, dunque, combattere nella pratica? Combattere nella pratica è la guerra, o perlomeno è una guerra. Come si fa la guerra? Come si sconfigge il nemico in qualunque guerra? O in un modo o nell'altro: o uccidendolo, cioè distruggendolo; o imprigionandolo, cioè soggiogandolo, riducendolo all'inattività. Distruggere le finzioni sociali lo poteva fare solo la rivoluzione sociale. Fino ad allora, le finzioni sociali potevano vacillare appese a un filo; ma distrutte lo sarebbero state con l'avvento della società libera e la caduta positiva della società borghese. Il massimo che potevo fare in questo senso era distruggere - distruggere nel senso fisico di uccidere - questo o quel membro delle classi rappresentative della società borghese. Studiai la situazione e compresi che era un'idiozia. Supponga che avessi ucciso un paio, o una dozzina, di rappresentanti delle finzioni sociali... il risultato? Le finzioni sociali avrebbero vacillato di più? Nossignore. Le finzioni sociali non sono come la situazione politica, che può dipendere da un ristretto numero di persone, talvolta da una sola. Quello che c'è di malvagio nelle finzioni sociali sono loro stesse, nel loro insieme, e non gli individui che le rappresentano, se non per il fatto di essere loro rappresentanti."Fernando PessoaIl banchiere anarchico e altri raccontiPag. 40
Riga dopo riga, non si può ignorare la forza che muove il pensiero di questo personaggio un po' ambiguo, certo un po' ipocrita nelle sue congetture, ma abbastanza convincente nel sostenere una posizione che, poi, è un'ideale. L'esatto contrario, verrebbe da dire, di un politico dei giorni nostri.
Parole, e concetti, probabilmente di altri tempi e che ora, davanti ad eventi del calibro della globalizzazione, la crisi del denaro, rischiano di far sorridere. Che, poi, è il preludio della fine.

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