Ero solito cercarla con lo sguardo speranzoso quando attraversavo la sala nei miei andirivieni, ma non venni ricompensato neppure da un'occhiata di sfuggita a un lembo del suo vestito. Era come se non mettesse mai il naso fuori dall'appartamento della zia. Mi lambiccavo il cervello chiedendomi che cosa mai ci facesse, settimana dopo settimana, e anno dopo anno. Non avevo mai visto una politica di reclusione altrettanto rigida; era più che starsene in pace - erano animali braccati che fingono di essere morti. Le due signore sembrava non avessero visitatori, nessun genere di contatto col mondo. Considerai che nessuno poteva entrare in casa, né Miss Tina uscirne, senza che io me ne accorgessi. Feci una cosa per cui mi disprezzai - mi dissi che l'avrei fatto una volta sola: interrogai il mio camieriere riguardo alle loro abitudini e gli lasciai indovinare che mi avrebbe interessato qualsiasi genere di informazione fosse riuscito a raccogliere. Ma raccolse straordinariamente poco, per essere un veneziano sveglio; va però aggiunto che là dove c'è il digiuno perpetuo, ci sono poche briciole per terra".Henry JamesIl carteggio AspernPag. 43"Il carteggio Aspern", di Henry James, è, in buona sostanza, la storia di una battuta di caccia.La vicenda narrata è quella di un uomo, un letterato, che, sotto mentite spoglie, si intrufola dentro l'appartamento di due donne americane trapiantate a Venezia alla ricerca di un presunto carteggio intercorso decenni prima tra la padrona di casa (una vecchia megera centenaria che ammuffisce in soffitta con le labbra sempre più serrate dalla rabbia) e un famoso poeta. E' un romanzo che, ambientato per intero tra gli ambienti di questa antica e disadorna abitazione della laguna, parla della perseveranza, della pazienza, della testardaggine, direi, che può accompagnare un uomo nel perseguire uno scopo.Il che, in ultima analisi, può essere sia preziosa qualità che pericolosa fonte di sconforto e frustrazione.



