"Marie va in cucina, che in effetti fa sempre parte del soggiorno ma si riconosce perché finisce la moquette e comincia il linoleum, prende un po' di ghiaccio e un paio di bicchieri (non mi chiede se voglio il ghiaccio, ma questa è la prima nota falsa in tutta la sera, per cui non mi sembra il caso di stare a sottolinearla) e viene a sedersi sul divano accanto a me. Io le domando di Austin, dei locali e della gente di lì; e le faccio un sacco di domande sul suo ex, e lei ne parla bene. Descrive la loro situazione, e la separazione, con saggezza e onestà, e con asciutta autoironia, e adesso capisco perché le sue canzoni sono così belle. Io non parlo bene di Laura, o comunque non so esprimermi con la stessa profondità. Io taglio le cose con l'accetta, rifilo gli orli, allargo i margini e parlo a titoloni per far sì che tutto sembri più complicato di quello che è, e in questo modo Marie viene a sapere di Ian (ma non dei rumori che Laura e io sentivamo), e del lavoro di Laura, ma non degli aborti o del prestito o delle noiose dall'orgasmo simultaneo. Mi accorgo anch'io che sto scendendo su un piano molto intimo: parlo con voce sommessa, lenta, pensosa, esprimo il mio rammarico, dico cose carine sul conto di Laura, e lascio in-trawedere un profondo oceano di malinconia appena sotto la superficie. Ma sono tutte cazzate, davvero, questa è la caricatura del tipo civile e sensibile, e se produce l'effetto sperato è perché praticamente sto reinventando la realtà a modo mio, e anche perché Marie - mi sa - ha già deciso che le piaccio. Mi accorgo di aver completamente dimenticato come si passi alla fase successiva, anche se in effetti non sono mai sicuro che ci sia una fase successiva: Ricordo com'era da ragazzi, quando stendevi il braccio lungo lo schienale del divano per poi farlo scivolare sulla spalla della ragazza, oppure premevi la gamba contro la sua; e ricordo anche l'approccio pseudo rude che usavo quando ero sui venticinque, quando guardavo una negli occhi e le chiedevo se voleva passare la notte da me. Ma sono tutte cose fuori luogo, adesso. Cosa si fa, quando si è grandi, quando si è maturi? Alla fine - e bravo chi l'indovina -tutto si risolve in una maldestra collisione in mezzo al soggiorno. Io mi alzo in piedi per andare al gabinetto, lei dice che mi fa strada, sbattiamo uno contro l'altro, io l'agguanto, ci baciamo, ed eccomi di nuovo nel regno della nevrosi sessuale. " Nick HornbyAlta fedeltàPag. 101