Magazine Cinema
Regia: Benjamin Rocher - Thierry Poiraud
Interpreti: Xavier Laurent, Alban Lenoir, Jenny Arasse, Fabrice Colson
Trama: Sam Lorit, promessa non del tutto mantenuta in forza all'Olympique Paris, non ha lasciato un bel ricordo di se a Caplounge, piccolo paese di provincia dove è cresciuto e dove si è fatto conoscere nel grande calcio. Dopo 17 anni il club della capitale è atteso per una semifinale di coppa là dove la sua carriera ha avuto inizio: soppiantato ormai da giovani stelle rampanti, Sam spera almeno di riappacificarsi con i suoi vecchi tifosi, ma gli abitanti di Caplounge lo detestano. Soprattutto il padre del suo migliore amico d'infanzia, dottore cittadino, che per l'occasione ha ordinato un potente doping per caricare il figlio - capitano del Caplounge - ed avere vendetta.Gli steroidi sono però un pochino "particolari" e trasformano il ragazzo in una belva assetata di sangue che contagia in poco tempo tutti gli abitanti, radunatisi allo stadio per l'occasione. Per i pochi sfuggiti all'infezione sarà dura salvarsi...
Oggi qui a "500filminsieme" abbiamo un graditissimo ospite. Ve lo ricordate "Afterschock" vero? Bene, in attesa di vedere, prima o poi, l'ormai leggendario "inferno verde" di Roth è tornata la cara Erica de "Il bollalmanacco" per parlarci di "Goal of the dead".Quindi come direbbero i migliori telecronisti sportivi...passo la palla alla Bolla....ovviamente la mia recensione la trovate nel suo blog.
"Chi mi conosce sa che io detesto il calcio. O meglio, come sport non mi farebbe né caldo né freddo se non fosse per tutto il giro di imbecilli, zoccole e soldi facili che lo hanno insozzato al punto tale da renderlo l'ennesimo, squallido esempio della decadenza della nostra Nazione; se a questo aggiungete anche il fatto che in quasi tutte le partite mediamente "importanti" tra i tifosi ci scappano morti, feriti o figure da cioccolatai, capirete quante volte mi sono augurata che lo stadio esplodesse cancellando dalla faccia della terra tutti i calciatori e buona parte delle tifoserie. Thierry Poiraud e Benjamin Rocher hanno esaudito, almeno nella finzione, i miei sogni, come già avevano fatto con i reality i realizzatori di Dead Set e decidono di fare piazza pulita della deficienza umana scatenando un'epidemia zombie nel bel mezzo di una partita di pallone, mescolando simpatia, satira ed orrore. La simpatia perché Goal of the Dead non fa paura neanche per sbaglio ed è fondamentalmente una commedia horror particolarmente gustosa e piena di momenti epici, con una sequela di gag che non si interrompono neppure durante i titoli di coda e una sfilza di personaggi uno più scemo dell'altro; la scemenza di questi ultimi richiama ovviamente la satira di costume, con la "stellina" della squadra (di colore, ci mancherebbe altro!) che viene coccolato e strapagato nonostante sia un idiota incapace e strafottente, il procuratore senza scrupoli, il vecchio calciatore ormai fallito che ha sfruttato il suo nome per farsi tutte le donne del creato, gli ultras di provincia che non farebbero paura nemmeno ad un bambino e, ovviamente, le groupies che aspettano solo di venire copulate dal primo calciatore di passaggio; l'orrore arriva infine con gli zombie e con una bella dose di gore e schifoserie assortite, visto che i morti viventi sono veloci, sanguinari e svomitazzano sulle povere vittime neanche fossero degli emuli di Linda Blair.
Se tutto quello che ho scritto sopra vi sa di già visto non avete torto, però Goal of the Dead funziona alla grande e diverte lo spettatore e forse buona parte della sua efficacia la si può trovare nella divisione in due parti, intervallate da un flashback che lì per lì parrebbe campato in aria ma che in realtà spiega un paio di cosette (nulla di indispensabile ma perlomeno c'è un minimo di approfondimento, per quanto ironico visto che il protagonista è un povero cretino); la prima parte, infatti, è interamente dedicata a presentare i personaggi e a descrivere le squallide vite degli abitanti di Caplongue, mentre nella seconda esplode la macellata che è diretta conseguenza delle premesse di cui sopra, come se i protagonisti gettassero finalmente le maschere di persone normali e si rivelassero per i mostri decerebrati che sono in realtà. Lo sparuto gruppetto di sopravvissuti si difende secondo i canoni di questo genere di horror ma in più i due francesini aggiungono l'ulteriore presa in giro di un pallone utilizzato a mo' di esca e di sfottò usati per far infuriare ancor più i mostri e in questo Poiraud e Rocher, nonostante il loro animo goliardico e sanguinario, dimostrano di aver compreso la lezione Romeriana: gli zombie siamo noi, basta che ci diano quello che vogliamo e diventiamo apatici, decerebrati e felici. Poi, certo, io per distinguermi "dalla massa" sto cercando dei significati in quello che alla fine è un gigantesco divertissement, quindi mi limito a dirvi ancora che, nonostante le sue oltre due ore di durata, Goal of the Dead non cala di ritmo nemmeno per un istante ed è veloce ed accattivante come un pallone tirato dritto in rete da Oliver Hutton. Fatelo vedere a chi la domenica non si scolla dal divano per paura di perdersi una partita, si faranno le grasse risate!"
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