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La Palombelli: ovvero il giornalismo che teme i conflitti

Da Leragazze

La Palombelli: ovvero il giornalismo che teme i conflittiLa Palombelli non finirà mai di stupirmi.

La scorsa settimana aveva ospite in studio Silvia Lombardo, una lavoratrice precaria che ha di recente girato un film “La ballata dei precari” e dal momento che il tema mi interessa da vicino (visto che il mio destino è quello di andare a rinfoltire a breve il già troppo nutrito gruppo di precari, se non addirittura di disoccupati) ho alzato il volume.

Si parlava di come le politiche economiche degli ultimi anni hanno di fatto distrutto il futuro di una intera generazione di giovani lavoratori. Responsabile in primis la legge 30 o Legge Maroni (erroneamente conosciuta come “Legge Biagi”).
Questa legge è stata “copincollata” nel vero senso della parola da una legge del Lussemburgo, Paese dove però, al contrario dell’Italia, ci sono degli ammortizzatori sociali che funzionano e un mercato del lavoro davvero flessibile.
Qui da noi la legge 30 ha creato i cosiddetti “contratti di lavoro atipici” (brevi, provvisori, senza tutele e senza garanzie) che però guarda caso in Italia sono diventati ormai tipicissimi. Inoltre ha permesso con una piccola modifica all’art 2112 del codice civile di rendere di fatto possibile, cosa vietata fino ad allora, la cessione di lavoratori da un’azienda all’altra senza il loro consenso. Come? Facendo figurare tale cessione non come cessione di forza lavoro (come dicevo impossibile fino a quel momento) ma come cessione di ramo d’azienda. Anche se il ramo di azienda non era preesistente alla cessione, ma improvvisato al momento dl passaggio. E’ successo anche a me. Un’azienda con 4 mld di euro di utile annui prende 1000 persone, decide (cosa assolutamente non vera) che queste persone costituiscono un ramo di azienda autonomo e funzionale e le cede a una piccola società neocostituita la quale dopo gli anni di tutela stabiliti dalla legge potrà cassintegrarli, mobilitarli, solidarizzarli e alla fine licenziarli… senza giusta causa. Tutto questo in un mercato del lavoro dove ricollocarsi è impossibile per un giovane, immaginatevi per chi giovane non è e magari ha anche una famiglia sulle spalle.
Tornando alla trasmissione della Palombelli, nessuna sorpresa dunque se lei ha manifestato solidarietà e comprensione per la situazione in cui versano molti lavoratori italiani, giovani e meno giovani; e ha perfino “ululato dalla gioia” (sic!) alla notizia della prossima uscita del film “La ballata dei precari” (perché per tanti anni mi avete sentito dire che i ggiovani devono essere uniti e protestare inzieme per uscire dalle situazioni probblematiche, no?!)
Era assolutamente indignata per lo scempio che è stato fatto al mondo del lavoro; preoccupata come madre per il futuro dei suoi figli e come italiana per il futuro del paese. Schifata per la mancanza di tutele dei lavoratori precari; sdegnata dagli stage non retribuiti imposti dalle aziende ai lavoratori. Insomma, una vera paladina della causa.

E allora ho pensato: ma questa ci è o ci fa? Prende per i fondelli ospiti e ascoltatori, oppure soffre di una rarissima sindrome detta “del camaleonte radiofonico sulla cresta della frequenza ondulata”? Già perché circa 3 anni fa, precisamente il 18 febbraio del 2008 ospitò dagli stessi microfoni di Radio 2 l’artefice di tale legge-porcata, l’allora Ministro del Lavoro Roberto Maroni. E in quell’occasione io, fresca fresca di cessione da parte di Vodafone, lì si che saltai sul sedile della macchina quando le mie orecchie ascoltarono ciò che oggi non posso condividere con voi in quanto non più scaricabile dal sito Rai.

In pratica la novella Zelig della radiofonia osannò Maroni proprio per quella legge che secondo la conduttrice ci invidiavano in molti e aveva avuto il merito di combattere la disoccupazione.

Combattere la disoccupazione????

Ma se la pratica delle cessioni consentite dalla Legge Maroni viene utilizzata quotidianamente dalle aziende per licenziare personale! Succede continuamente. Quasi fosse uno scambio di favori, ci sono fiumane di lavoratori che vengono ceduti da un’azienda all’altra per poi finire per strada dopo il periodo di tutela. Solo per fare qualche esempio: Cessione di Ericsson ad Alpitel e Site (150 lavoratori nel 2008); cessione di Vodafone a Comdata (1000 lavoratori nel 2007); cessione di Vodafone a Ericsson (340 lavoratori nel 2011). Con l’unico risultato di andare a rimpolpare in pochissimo tempo il foltissimo gruppo di precari e disoccupati.

Non è possibile che la Palombelli sia sempre d’accordo con l’interlocutore di turno! Da destra a sinistra, con il suo italiano un po’ fricchettone, con quel suo NO? sempre alla ricerca di conferme, dà ragione a tutti!

Se teme il confronto, e soprattutto se teme il conflitto, ebbene, il giornalismo non è un mestiere adatto a lei. Cosa succederebbe se invitasse Hannibal the Cannibal? Gli chiederebbe la ricetta per cucinare le cosce di Ciccio (Rutelli) alla brace? E se invece le capitasse di intervistare Lorena Bobbit? Povero Francesco, a quel punto gli converrebbe davvero darsela a gambe!



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