E’ sicuramente una delle feste più conosciute della Spagna: la corsa dei tori a Pamplona, nota come Encierro,si svolge il secondo giorno (e quindi oggi) dall’inizio dei festeggiamenti per la festa di San Firmino, santo patrono della città e di barcaioli, vinai e fornai.
Attesa da spagnoli e non, la corsa dei tori si svolge lungo le stradine di Pamplona, dura 3-4 minuti e si conclude con l’ingresso dei tori all’interno dell’arena delle corride.
La festa di San Firmino, che si svolge dal 6 al 14 luglio, era una festa molto cara a Hemingway, proprio per la commistione di sacro e profano, cerimonie pubbliche e coralità popolare che facevano rivivere la sacralità del rito.
Nell’aristocratica Plaza del Castillo, oggi come negli anni ’20, si vive il fermento di una città ricca e multiculturale, simile alla capitale madrilena che in eleganza ne ha solo da insegnare, sebbene la crisi e le note difficoltà economiche in cui versa il paese abbiano portato a un piano di revisone dei conti e di ristrettezza imprevista.
L’origine della festa dedicata a San Firmino deriva proprio dalla sua opposizione alla mattanza dei tori (problema che evidentemente squarcia e squarciava la Spagna in due poli): Pamplona, tranquilla cittadina di circa 200 mila anime, durante i giorni della festa vede crescere esponenzialmente il suo numero fino a raggiungere l’oltre milione e mezzo di persone. Tutta vestita in pantalone bianco e maglia rossa con relativa bandana, la gente si scaraventa per le stradine rincorsa da inferociti tori. Talvolta, come nella corrida, va bene all’una e talvolta all’altro, ma lo spirito della festa è talmente intrinseco in questa tradizione da non potersene fare a meno.
Arrivare in questi giorni a Pamplona sarebbe pressoché impossibile: noi vi consigliamo di prenotare comunque già per l’anno prossimo, perché non vorremmo proprio che tra tapas, tori e sangria faceste questa fine…