Oggi quel sistema non c’è più. C’è la corruzione, c’è l’infiltrazione malavitosa, ma non più con una organizzazione accettata e riconosciuta da buona parte della politica. Non perché la politica sia diventata virtuosa, ma perché la Magistratura e altri elementi, come la personalizzazione e la frammentazione politica, non hanno consentito che prassi illegali si potessero diffondere in maniera sistematica, costringendo i male intenzionati a una certa anarchia nella pratica della mala politica. Prova ne sia che tentativi di costituire associazioni criminali come la P3, così come le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord, siano state fronteggiate tempestivamente dalla Magistratura, disinnescando la P3 ancor prima che si rendesse pienamente operativa e ridimensionando gli intenti della ‘ndrangheta di entrare pervasivamente nelle amministrazioni locali. I fatti emersi sull’Expò milanese dell’anno prossimo sono esemplari, sotto questo punto di vista. Quattro ex-politici – due dei quali, Greganti e Frigerio, già coinvolti e condannati per vicende legate a Tangentopoli – incapaci di accettare la marginalità della loro posizione, mettono su una combriccola per cercare di condizionarie gli appalti per l’evento meneghino, in forza di un potere che pare più millantato che effettivo. In effetti, dei quattro, l’unico ancora attivo politicamente è Luigi Grillo, Senatore Pdl fino al 2013, oggi vicino ad Alfano, comunque senza incarichi istituzionali; Greganti e Frigerio, all’epoca di Tangentopoli importanti dirigenti rispettivamente di Pci e Dc, oggi paiono più dei disperati che cercano di rimanere attaccati a un mondo che non c’è più, come dimostra la malinconica tessera del Pd fatta dal compagno G nel 2012 in una sezione torinese; il quarto, Cattozzo, è addirittura un doppio ex – sindacalista e dirigente Udc – riciclatosi come procacciatore d’affari, con predilezione per gli appalti pubblici.
Non c’è da minimizzare sui reati eventualmante commessi, ma appare chiara la natura dilettantesca della combriccola messa su dai quattro irriducibili pensionati. Anzi, trovo in questa vicenda un indizio di normalizzazione del fenomeno corruttivo in Italia. Un evento come l’Expò attirerebbe intenzioni poco oneste in qualsiasi democrazia occidentale, Germania compresa. Certo, in Italia rimaniamo dei veri stakanovisti nel settore, ma il fatto che la Magistratura sia intervenuta in corso d’opera, bloccando tempestivamente gli affari della combriccola, è segno che il controllo sugli intrecci illeciti tra politica ed economia stia iniziando a funzionare come dovrebbe, anche grazie alla legiferazione a cui la politica è stata costretta, sotto la pressione della stessa magistratura e dell’opinione pubblica. Piuttosto, desta inquietudine lo scontro aperto tra il Procuratore di Milano Bruti Liberati e il suo Aggiunto Robledo, con le accuse di intralcio alle indagini del primo e la denuncia al Csm per irregolarità nell’assegnazione delle indagini presentata dal secondo. Uno scontro che non aiuta certo a creare un clima di serenità all’interno della Magistratura.