Tre testi che ci ripropongono altrettante figure che da tempo sono balzate fuori dalle pagine dei libri per mettere radici profonde anche nel nostro immaginario: miti che ci accompagnano e che a volte ci parlano anche, quasi a tu per tu.
Tre testi e tre storie universali, in cui più o meno ci siamo tutti noi, in questo nostro mondo di luci e ombre, di crude realtà e di implacabili fantasie, di sogni e di risvegli.
Senza imbarazzo, senza timori reverenziali, Lella Costa si carica sulle spalle questi classici che per strada diventano un bagaglio leggero di parole condivise.
E lei vai avanti e poi ritorna, divaga e coglie il punto, suona l'intera tastiera delle emozioni e ci ingarbuglia.
Poi il monologo finisce, le luci si spengono, il sipario, quando c'è, cala. Ed è allora che scopriamo che con tutto questo Lella ci ha regalato la magia della parola di teatro.
La parola che vola via verso l'ennesima replica e intanto si incide nei cuori.