È sempre un bene ricordare che le Palme non sono un amuleto ma è un "vessillo" ben preciso che riporta alla Croce. Questa domenica apre le porte a una settimana molto impegnativa e rigorosa: la settimana santa. Pensando alla Passione, non riesco ad allontanare dalla mia mente, il film di Mel Gibson, "The Passion". Un film crudo, senz'altro, ma che riporta fedelmente i patimenti di Gesù durante la Passione. La Domenica di Passione vuole però ricordare un altro punto della vita di Gesù. Gesù entra a Gerusalemme e viene acclamato come un re: coloro che lo acclamano come re, gli stessi, urleranno davanti a Pilato: "Crocifiggilo!". È un momento molto forte e drammatico in cui Gesù sperimenterà fino in fondo il tradimento: quello degli Apostoli che lui stesso ha scelto e della folla che aveva sanato e beneficato. Non bisogna scordare il lato umano di Gesù. Quando si racconta della Passione, si rischia spesso di banalizzare e sottovalutare, pensando che tanto Lui era Dio.
Semplicemente Lui accetta, ama la sofferenza... e la ama non per masochismo, ma perché ha una grande passione per l'umanità intera e la vuole salvare. Quando si ama, si accetta volentieri la sofferenza, perché questa genera vita... Come la donna che partorisce. Gesù stesso ha preso questo esempio. La donna che partorisce, quando giunge la sua ora, è afflitta, ma poi, quando si accorge di aver messo al mondo un uomo, dimentica tutto il dolore patito e la inonda la gioia di aver generato
una nuova vita.