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“La Passione di Cristo” di Mel Gibson

Creato il 23 aprile 2011 da Cinemaleo

2004: The Passion of the Christ di Mel Gibson

“La Passione di Cristo” di Mel Gibson
“La Passione di Cristo” di Mel Gibson

Alla sua terza regia, l’attore australiano sbanca i botteghini di tutto il mondo con questo film tra i più attesi della storia del cinema.

Il successo è stato clamoroso come clamorose le polemiche: La Passione di Cristo è stato accusato di antisemitismo, di indulgere eccessivamente alla violenza (Pino Farinotti ha scritto che nel film ci sono 90 minuti di torture, 2 minuti di resurrezione”), di cadere in numerosi errori storici…

Tecnicamente il lavoro è perfetto: ambientazione quanto mai suggestiva, immagini splendide, generalmente ottima la conduzione degli attori… ma a mio parere è la sceneggiatura che difetta e che impedisce allo spettatore di immedesimarsi nel dramma che viene raccontato. Troppe incongruenze (ma perché i soldati romani si accaniscono così? non c’è una motivazione), personaggi senza sfaccettature (Giovanni ha sempre lo stesso atteggiamento statico e inespressivo dall’inizio alla fine, Caifa assomiglia troppo ai cattivi a tutto tondo dei western di serie B…), ma ciò che maggiormente ostacola la nostra compartecipazione è l’insistenza massima sulla crudele flagellazione, talmente eccessiva da sfiorare l’improbabile per non dire il ridicolo. Il risultato è che invece di commuoverci (credenti e non) osserviamo il tutto piuttosto perplessi e alquanto scettici.

Tranne rarissime eccezioni, pollice giù da parte della critica:

“Le ultime ore di Gesù raccontate con la sensibilità poetica di un peso massimo deciso a spaccare la faccia all’avversario sul ring delle religioni” (Repubblica), “Non un’opera d’arte né un kolossal kitsch… E’ certo il più sanguinoso dei film del genere, ma anche il più realistico. Le accuse di antisemitismo non sembrano giustificate” (La Stampa), “Come molti dei film militanti, è a senso unico, monocorde al limite dell’ottusità, molto documentaristico e poco poetico” (Ciak), “Due ore di torture, stereotipi sugli ebrei e terribile recitazione lasciano del tutto annoiati e freddi” (Washington Post), “C’è meno grazia in tutta la ‘Passione’ del cattolico Mel Gibson che in una sola scena di Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini” (Le Monde), “Mr Gibson ha allestito uno spettacolo doloroso, snervante ed, infine, anche deprimente. Sono evidenti e abbondanti le convinzioni religiose che sono alla base del film ma allo stesso tempo emerge un atteggiamento scarsamente tollerante” (New York Times), “Difficile dire bello o brutto. Sicuramente truculento, ma non emozionante. Sicuramente non pacifista. Sicuramente dozzinale e debitore del cinema ad armi letali di Gibson, dei serial horror, a volte anche del western spaghetti e del cinema catastrofico con terremoto” (Il Corriere della Sera), “Questa è la più potente ed importante rappresentazione delle ultime ore di Cristo che sia mai stata fatta… Gibson è un grandissimo narratore e questo è il Lavoro della sua vita” (Chicago Sun Times), “Fanatico e ottuso in egual misura” (Rolling Stones).

 

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“La Passione di Cristo” di Mel Gibson


Filed under: cinema-recensioni Tagged: cinema, claudia gerini, drammatico, james caviezel, la passione di cristo, locandina, maia morgenstern, mattia sbragia, mel gibson, monica bellucci, recensioni, religioso, rosalinda celentano, sergio rubini, storico, the passion of the christ, video

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