Classico appuntamento del venerdi con le vostre recensioni.
A dir la verità l’appuntamento è da mesi monopolizzato dal buon Sandro, quindi vi invito a farvi avanti.
In ogni caso Sandro oggi ci parla de La Passione di Carlo Mazzacurati.
Gianni Dubois, Silvio Orlando, è un regista in bolletta che da cinque anni non realizza film. Potrebbe dirigere una stella della tv, interpretata da Cristiana Capotondi, ma non riesce a farsi venire in mente una storia degna di questo nome.
Contestualmente la sua casa in Toscana, a causa di una perdita, rovina un affresco del ’500: per evitare una denuncia accetta ob torto collo di dirigere la processione della Passione in questo paesino sperduto, in cui il cellulare, peraltro, prende in un solo posto.
Da qui ne scaturiscono una serie di gag e peripezie attraverso le quali il nostro Dubois dovrà cavarsela strappando piacevoli risate e 105 minuti gradevolissimi. Menzione speciale per Corrado Guzzanti, attore tanto superbo e presuntuoso quanto scarso, e Giuseppe Battiston, piacevolissima conferma di questi ultimi anni.
Chiunque voglia passare una serata allegra potrà piacevolmente assistere ad un buon film, con un cast ottimo e ben amalgamato (si segnalano anche Stefania Sandrelli e Marco Messeri), oltre ad un Mac Guffin azzeccato.
Ultima considerazione: per Silvio Orlando l’assenza della collaborazione con Nanni Moretti (con cui ha realizzato 5 film) non sembra averlo danneggiato. Se possibile, anzi, sembra che da Il papà di Giovanna in poi abbia una nuova vita artistica.