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La pasta di zucchero.

Da Storiedizucchero
 

in questi giorni non faccio altro che pensare e ripensare ad una tortina
che vorrei fare per pasqua, sono alla ricerca di idee e soprattutto dell’
ispirazione giusta: andremo a sorrento e quindi immagino che non sarà
difficile trovarla! intanto però visto che piano questo blog è da riempire,
prima che le cose nuove si accumulino senza lasciare spazio a quelle
già realizzate, ho pensato di iniziare ad inserire i dolci decorati con la
pasta di zucchero fatti in questo anno.
la prima volta che mi sono cimentata con la pasta di zucchero, è stato
per il 1° compleanno di Emma, per la festa di Napoli. un semidisastro:
zucchero a velo ovunque, roba appiccisosa tra le mani, tra i capelli,
la pasta di zucchero che si induriva a vista d’occhio, e una continua
domanda che si riformulava in loop nella mia testa:
MA CHI ME L’HA FATTO FARE???

dopo il primo esperimento, di cui credo di non avere nemmeno più
una documentazione fotografica, giurai a me stessa che non ci avrei mai
più provato. ma come tutte le mie promesse, soprattutto quelle fatte a me
stessa, non l’ho mantenuta.
qualche mese dopo ci ho riprovato, con l’aiuto di mia sorella (donnina
dalle manine d’oro), poi dopo qualche mese ancora ci ho riprovato di nuovo
e piano piano ho iniziato a prenderci proprio gusto.
inizialmente usavo una ricetta classica per fare la PDZ:
6 gr gelatina (colla di pesce)
450 gr di zucchero a velo
30 ml acqua fredda
70 ml di glucosio
8 gr di glicerina


la colla di pesce in ammollo nella gelatina, poi insieme al glucosio
e alla
glicerina in un pentolino, portare quasi a bollore, poi versare
sullo zucchero a velo
e azionare il robot da cucina, una volta creata la “palla”,
continuare a lavorare a mano
aggiungendo zucchero a velo.

 

poi invece del glucosio ho iniziato ad usare il miele, ed il sapore
a mio avviso è migliorato. un ulteriore miglioramento è avvenuto utilizzando
metà dose di zucchero a velo normale e metà di zucchero a velo vanigliato.
un notevole miglioramento nella preparazione è sicuramente coinciso con l’abbandono
del robot da cucina (e/o fruste) e iniziando a farla a mano.

 


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