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La paura. La solitudine. La mancanza.

Da Mammeindifficoltà
La paura. La solitudine. La mancanza.
La paura. La solitudine. La mancanza.
Sono sentimenti che ho vissuto molto fortemente, dopo la nascita di Gabriele.
Che vivo tutt'oggi, a giorni alterni.
Gli amici, quei pochi, hanno preso strade diverse, fatto scelte diverse.
Io, che molto orgogliosamente (e stupidamente, aggiungerei oggi) sono andata a vivere lontana, il più lontana possibile, per me.. da tutti, dalla mia famiglia, dalla mia città, dai miei suoceri (forse l'unica buona idea ;-) ).
Oggi mi mancano.
Mi mancano tutti.
Mi mancano quando vado a trovarli.
E ancora più, mi mancano quando ritorno a casa.
Amo la mia famiglia!!
E sono orgogliosa di quello che io e Stefano abbiamo costruito!
Di quello che stiamo costruendo e che costruiremo. Insieme. Ancora.
Ma ciò non toglie che certi giorni io mi senta sola...che mi manchino..
Mi manca mia madre.
Sempre.
La sua mancanza è lacerante.
Non abbiamo avuto un buon rapporto, io e lei. Non siamo mai state veramente "amiche" o "vicine".
Non lo so, il perché. Non lo ho ancora capito.
Sono sempre stata intensamente preoccupata a compiacerla, a renderla orgogliosa di me, ma non l'ho mai lasciata avvicinare troppo. Mettevo distanza tra noi, sempre.
Probabilmente, se oggi fosse qui, non la vorrei troppo intorno... perché mi conosco e so che sarebbe così.
E' sempre stato così, tra di noi. Ma non averla, mi strugge.
Sono stata e probabilmente sono tutt'ora una figlia ingrata, lo so. Sono complicata e sciocca, in questo mio assurdo e contraddittorio modo di essere.
Ho preteso la mia indipendenza economica da giovanissima, come se il percepire uno stipendio, per quanto minimo, mi rendesse indipendente da Lei. Libera.
Sono andata a vivere fuori casa appena ho potuto.
A volte penso che vorrei dirle tante cose.
E poi mi chiedo "Cosa?" "Cosa le diresti?"
In verità, io non lo so, cosa le direi. Cosa non le ho detto, che lei già non sapesse.
Se invece avesse sempre saputo ogni cosa, se mi avesse realmente conosciuta per quella che sono, anche dietro al velo di tutte le cose che non ci siamo mai dette. Di tutte quelle cose che non le ho mai detto.
Dopo la sua morte sono stata da una psicologa, che avrebbe dovuto aiutarmi ad "elaborare il lutto", come si dice in gergo.. mi ha consigliato di scriverle. Le cose che vorrei poterle dire. Non ho mai scritto una sola parola. Nemmeno una.
Dicono che quando diventiamo genitori emergono i "bambini irrisolti" che vivono dentro di noi.
E' così.
Mi sento un po' sperduta...

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