Non ho parole per descrivere lo scempio, l’ennesimo, compiuto ieri. Un attacco al cuore della democrazia, alla libertà personale, alla vita, all’arte.
Non ho parole, non perché non ne abbia davvero, ma perché sento che sarebbero tutte troppo misere per quello che provo, per quello che ognuno di noi dovrebbe gridare.
La filosofia profonda che anima questi gesti è creare un clima di terrore, di paura, di odio: “io sono forte e vinco, tu sei debole e muori”. Questo fanno i violenti: si credono superiori perché hanno le armi, perché urlano più forte, perché hanno sempre l’ultima parola. Già, si credono i più forti.
Ieri ho guardato le immagini del massacro. Sono rimasta colpita dalle persone che scappavano, salendo le scale, alla ricerca di un rifugio sicuro, protetti dal fuoco dei reparti speciali. Erano turisti, bambini, giovani, anziani, coppie, famiglie, amici, conoscenti.
Correvano nel mentre salivano le scale.
e si tenevano per mano.
Si sorreggevano a vicenda.
La paura non genera odio, genera amore.
Questo vorrei dire, solo questo.
A chiunque ogni giorno vive per ostacolare il cammino, a chiunque ogni mattina si sveglia con l’idea di distruggere e fare fallire l’altro, a chiunque ogni mattina si sveglia cercando nuovi modi per uccidere, violentare, stuprare, offendere.
La paura non genera odio, genera amore.
Chiara