Mi sono sempre chiesta perché le tavolette di cioccolata sono divise in piccolissimi quadrotti. Voglio dire, mi sono sempre domandata: chi diamine se ne mangia UNO? Che stronzata è?
Poi un’amica mi rivela che lei mangia cioccolata ogni giorno.
Guardo il suo fisico invidiabilissimo e le manopole che ho sui fianchi e dico ma come?!, io ne mangio ogni tanto, non che la cioccolata sia la causa di tutti i mali&ciccia, però se la mangiassi tutti i giorni sarei un bue, come cavolo fai, io non la compro mai per questo, poi ho la tentazione, ecc. ecc.
Lei mi spiega, come se stesse dicendo una cosa ovvia a un’imbecille, che ne mangia un quadrotto al giorno.
AH.
A quel punto ho evitato di dire che no, fosse per me la mangerei tutta, ma come fa a mangiare un quadrotto e stop?!, ringrazio il cielo che siamo in quattro in famiglia e se si apre la tavoletta almeno ognuno ha il suo pezzetto, come ne La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, altrimenti ne mangerei pure di più.
Comunque, da allora ho scoperto che c’è gente che sa controllarsi e che ha elevato la disciplina ad arte. Che riesce a inserire piccoli gesti di quotidiano piacere, con misura.
Ecco. Questi sono gli altri. Molto bravi. Poi ci sono io.
Io la tavoletta la mangio a più quadrotti alla volta. E La pazienza dei bufali sotto la pioggia me lo sbafo tutto in una volta. In effetti, ho poca pazienza e misura con i piaceri, e sono pure sotto la pioggia (quando arriva ‘sta primavera? Non esistono più le mezze stagioni!) per cui ho bisogno di iniezioni di buonumore.
Ma anche La pazienza dei bufali sotto la pioggia è diviso a quadrotti. Piccoli, ben separati. Racconti e raccontini a volte di poche righe, a volte di poche pagine.
Consigliato per “i viaggi in autobus, aspettando un amico, la mattina
bevendo il caffè”.
In dieci minuti, è riuscita a piazzare almeno quattordici diminutivi. Qualcosa mi dice che con questa ragazza non vivrò mai niente di grande
Fare una cosa del genere dev’essere molto bello, perché i raccontini di David Thomas sono pillole di quotidianità e di intimi stranezze, quindi magari un giorno è il turno di quell’umorismo intelligente che ti fa partire col sorriso, o mentre sei stipato sui mezzi pubblici scopri il brano un po’ astioso, riflessivo, e sì, anche io!, pensi. Che non sempre mal comune è mezzo gaudio, ma ritrovarsi tra le pagine a volte fa sentire un po’ complici. Come se qualcuno stesse parlando con te, proprio con te.
Ecco. Se uno legge La pazienza dei bufali sotto la pioggia scopre mille pezzetti di cioccolato di gusti diversi. Alcuni più amari, altri fruttati di un profumo femminile che ormai non si sopporta più, altri addolciti da un gesto d’amore. (Io ho adorato l’ironia sul fascino di uno scrittore, in uno dei quadrotti. O la scia di lumaca che, in un altro, il protagonista vorrebbe saper lasciare). Altri quasi frizzanti (l’avete mai assaggiato quel cioccolato con le bollicine dentro?) di ironia. Anche se personalmente io amo il cioccolato al sale, che non è facile da trovare, ma ha quel gusto appena salato sulla lingua che a ogni morso stupisce un po’, è inaspettato.
Se uno li legge a intermittenza, riesce a centellinare con misura i quadrotti di cioccolato.
Se uno fa come me, invece, scopre mille storie eppure a fine letture sembrano quasi racchiuse in una unica. Una manciata di personaggi che si accostano l’uno all’altro, si dividono, scoprono l’amore, se ne stufano, si stufano pure di loro stessi, si divertono, pensano, si paranoiano, sono frustrati, allegri, insicuri, errati, ironici. E goffamente si infilano le mutande.
E diventa un filo rosso di pensieri e flusso di coscienza, un ritratto unico dalle diverse sfumature, più o meno intense. Di cose di ogni giorno, ma mica per questo banali.
E bravo David Thomas!
(che è pure decisamente un bell’uomo)
(e chiudo dopo aver culturalmente condiviso i miei gusti in fatto di uomini)
David Thomas
La pazienza dei bufali sotto la pioggia
Tradotto dal francese da M. Balmelli
Brossura: 173 pagine
Editore: Marcos y Marcos (21 marzo 2013)
13 euro