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La pecora, l'economia, la lana

Da Beadsandtricks
Premettendo che non sono esperta di filati e che non sono esperta esperta di economia, oggi vi racconto una storia che è fatta di tante storie... storie di pecore inglesi e di pecore italiane, storie di paesi diversi che diversamente credono in se stessi e nel proprio potenziale come nazione. Storie di visioni del futuro.
Nasce tutto da lontano, da un progetto che veramente non riesco nemmeno a definire perchè gli aggettivi che mi vengono in mente non sono mai abbastanza: forse potrei semplicemente chiamarlo visionario... E' la storia di Roberta, chi di voi non la conosce? Roberta passa molto tempo in giro per le montagne della sua regione d'adozione, l'Abruzzo, con nella mente e nel cuore un sogno: trovare la lana giusta e le persone giuste per far partire un progetto importante, il progetto Lana d'Abruzzo. Da tempo volevo parlarvi di queste lane che ho avuto il piacere di toccare (e annusare!) di persona, ma per farlo oggi ho avuto la spinta da un servizio video della BBC nel quale si parla del rinnovato interesse britannico per le proprie lane autoctone, del mercato che risponde molto positivamente, della spinta che i consumatori devono imprimere se vogliono privilegiare i propri prodotti nazionali e far crescere la propria economia locale.
La pecora, l'economia, la lana
"Il futuro dipende dal fatto che i consumatori si prendano la responsabilità di ciò che acquistano e che diano importanza a dove è stato prodotto, e che sostengano ogni volta che è possibile prodotti fatti in Gran Bretagna, perchè è questo che incoraggerà i commercianti a rifornirsi di prodotti britannici e a ricercare aziende che producano prodotti britannici"
Parole semplici che potrebbero tradursi facilmente anche per noi, se solo le nostrane aziende capissero che la nostra cultura e le nostre antiche tradizioni vanno riscoperte e incoraggiate anzichè essere gettate al vento in favore di cosiddette "novità". Riscoprire la lana prodotta dalle nostre pecore sulle nostre montagne, farla filare da filatori locali, commercializzarla in modo nuovo e intelligente, facendo rivivere tutto il mondo che ruota intorno ad essa, un mondo antico ma anche incredibilmente moderno, ecco il lavoro straordinario che ha fatto Roberta. A me fa rabbia pensare che invece le grandi aziende italiane comercializzino pessime pallocche acriliche, facendo peggiorare il gusto e non trasmettendo nulla a chi si avvicina al mondo della lana per la prima volta. Mentre le aziende inglesi, le grandi aziende inglesi, un nome fra tutti la Rowan, hanno intere linee di prodotti fatti unicamente con lana di pecore britanniche.
Pare che qualcosa si muova anche da noi, ad esempio è interessantissimo ciò che sta facendo un consorzio di aziende piemontesi, biellesi per la precisione, di cui potete leggere molto (e tante storie interessanti e utili per capire meglio il mondo della lana e della sua lavorazione) sul neonato blog The Wool box. Una grafica ironica e coinvolgente fa della pecora e della lana una protagonista assoluta del discorso portato avanti da Biella The Wool Company, gli articoli interessanti pubblicati sino ad ora si fanno apprezzare per la voglia di diffondere in maniera semplice e accattivante, ma rigorosa, la cultura della lana.
E concludo mostrandovi il frutto del lavoro di Roberta, che davvero considero starordinario...
La pecora, l'economia, la lanaLe Lane d'Abruzzo: alcune biologiche, tutte non tinte e incredibilmente profumate...

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