Magazine Maternità

La pelle che abito

Da Newmoon35 @si
LA PELLE CHE ABITO
Trama:  Robert Ledgard è un famoso chirurgo plastico che ha dopo aver perso la moglie in un incidente d'auto che l'ha completamente carbonizzata e la figlia in circostanze altrettanto tragiche, vive apparentemente isolato in una splendida villa-laboratorio.Con lui ci sono una domestica Marilia, ed una ragazza, Vera legata a Robert da un atroce segreto.
La trasposizione cinematografica di un (buon) libro è una impresa non facile. Non si capisce come mai, ma molte volte il risultato non è all'altezza delle aspettative del lettore che, durante il viaggio che si compie immergendosi nella lettura di un romanzo, si era già creato una sorta di "proprio film" raramente uguale a quello rappresentato sul grande schermo.
Personalmente ritengo non sia sfuggito all'inciampo nemmeno l'amatissimo Almodovar con il suo ultimo "La pelle che abito" tratto da "Tarantola" di Jonquet.
Pur mantenendo intatta l'ossatura del libro, Almodovar fa alcuni cambiamenti fondamentali nel rapporto tra Robert (nel libro Richard) e la sua creatura Vera (nel libro Eve), amplia la vicenda della morte della moglie aggiungendo un paio di personaggi ed una storia di maternità nascosta che non influiscono più di tanto nella vicenda, e soprattutto stravolge completamente  il finale.
Ne scaturisce un'opera formalmente impeccabile, si vedano gli interni della villa di Ledgard, ma fredda come il ghiaccio.
La dimensione quasi onirica del libro è perduta, il confine tra vendetta con Richard che umilia Eve facendola prostituire, e desiderio sparito.
Almodovar è un grande grandissimo regista, passionale ed emozionante.
E ne "La pelle che abito" mancano, a mio parere mancano proprio la passione e l'emozione che suscitano altre sue grandissime opere come "Tutto su mia madre" o "Parla con lei".
Qui siamo di fronte ad una sorta di "Frankestein" moderno, elegante, raffinato, quasi chirurgico nella sua perfezione realizzativa, ma in alcuni momenti, l'entrata in scena del figlio della domestica, francamente sconcertante.
Il finale, specialmente se confrontato con quello del libro, lascia parecchio basiti.
Antonio Banderas è bravo a tratteggiare la progressiva pazzia di Robert come non lo era da molto tempo, ma lui da solo non basta a salvare il film. Elena Anaya è bella, bellissima, ma ancora lontana dal carisma di altre chicas di Almodovar come Cecilia Roth, meravigliosa in "Tutto su mia madre", Penelope Cruz o Victoria Abril.
Peccato.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines